Alpinismo

Il cuore spezzato di Amatrice in vetta all’Everest

Sarà l’Associazione alpinistica ed umanitaria “Explora Nunaat International” a portare il cuore spezzato della città di Amatrice sull’Everest, meta dell’imminente spedizione esplorativa ed umanitaria “Jobo Garu 2017” che partirà ad ottobre, guidata dall’alpinista Davide Peluzzi, unendo in un solo abbraccio i territori terremotati e i morti dell’Aquila, della cittadina laziale e della stessa Himalaya.

Una tegola spezzata, simbolo delle case crollate e delle numerose vittime, ma anche di fraternità tra popoli uniti dallo stesso destino  – ha spiegato il presidente dell’associazione Peluzzi –  ha intrapreso il suo viaggio da Amatrice verso l’Himalaya, per unire idealmente le comunità degli  Appennini in un gemellaggio con il popolo nepalese, anch’esso duramente colpito dal forte sisma del 2015”.

Il progetto di solidarietà lanciato da Explora si chiama “Amatrice sul tetto del Mondo” ed ha preso avvio domenica 9 luglio, attraverso un’escursione lungo il “Percorso Bonatti”. In questa occasione, anche quest’anno legata alla manifestazione teramana “Interamnia Handball World Cup” e al tradizionale evento “Pietre e popoli del mondo” promosso da Explora,  il Percorso Bonatti è partito proprio da Amatrice e, attraverso la vetta del Monte Gorzano e quella del Monte Corvo, ha raggiunto Rocca Calascio nell’Aquilano. La giornata è stata realizzata in collaborazione con il CAI di Amatrice. Presenti il responsabile di questo Andrea Sebastiani e una delegazione del 118, la tegola spezzata, insieme al gagliardetto del CAI sez. Alpinismo giovanile di Amatrice, è stata presa in consegna  dal team di Explora e in ottobre arriverà  nelle regioni himalayane, seguendo il tracciato nepalese del “Percorso Bonatti”, per essere posta sul rifugio più alto al mondo, nella Rolwaling Gaurishankar-Everest Area.

Inaugurato esattamente un anno fa (il 9 luglio 2016 a Nerito di Crognaleto) e ideato dallo stesso Peluzzi e da Luigi Grimaldi dell’Associazione Explora, il “Percorso Bonatti” è dedicato alla memoria del grande alpinista Walter Bonatti e la sua implementazione è stata sostenuta anche dal Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ricevendo il patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.  E’ un percorso pensato per gli amanti della wilderness e dell’avventura e si sviluppa in ambienti di natura incontaminata e spesso “segreta”: dai boschi di faggio e abete bianco dei Monti Cardito e Campiglione, attraverso le valli glaciali del Monte Corvo e le creste rocciose delle Malecoste, fino a raggiungere Campo Imperatore e Rocca Calascio. L’unicità del percorso è quella di poter essere affrontato dai versanti aquilano, teramano e, da ieri, anche reatino, e di proseguire nella natura selvaggia della Rolwaling Valley, in Himalaya.

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Un commento

  1. Si potrebbe costruire un Everest…ammucchiando e consolidando le macerie, lavoro appena cominciato di cui molti si lamentano per la lentezza.Gare di appalto permettendo…lunghe ed ardue come tutti gli ottomila.

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