Alpinismo

Steck conquista il GII ma mira al Makalu

immagine

ISLAMABAD, Pakistan — Ueli Steck ha conquistato la vetta del suo primo Ottomila, quella del Gasherbrum II. E’ salito fino a campo 2 insieme alla moglie, poi ha proseguito da solo verso la cima che ha raggiunto il 9 luglio scorso. Una soddisfazione certo, ma il fortissimo alpinista svizzero mira già ad altro, a qualcosa di più difficile: salire in solitaria una via tecnicamente complessa sul Makalu, il prossimo autunno.

Dopo 4 giorni di fermo al campo base, il 6 luglio Ueli Steck e la sua neo-moglie Nicole hanno iniziato la scalata del Makalu.  Sono saliti lungo la via normale sul lato sud della montagna, quello pakistano quindi. Si sono fermati a campo 1, a 5900 metri, due giorni. Il tempo era molto instabile, e c’era un metro di neve fresca a terra: il pericolo valanghe li ha convinti ad aspettare prima di proseguire verso il secondo campo.
 
Alle 6 del mattino dell’8 luglio i coniugi Steck sono ripartiti verso campo 2, che hanno raggiunto in 6 ore. Nicole si è fermata qui, mentre il marito ha proseguito verso la cima. Il fuoriclasse svizzero è partito in una notte di bel tempo, da solo verso gli 8.035 metri del Gasherbrum II. Dodici ore di cammino alla temperatura di 25 gradi sottozero.
Steck è rimasto in vetta 5 minuti, poi ha ripreso la discesa, che è durata solo due ore e mezzo. Il 10 luglio, la coppia era di nuovo al base.
 
"La cima principale del Gasherbrum II è il mio primo successo su una montagna di 8000 metri – scrive Steck sul suo sito -. Una vetta facile. Ciò nonostante è un ottimo allenamento per il mio maggior progetto che ho in mente per l’autunno: il Makalu, in Nepal. Nei prossimi giorni salirò ancora, come allenamento ulteriore. Tenterò di raggiungere la cima con mia moglie Nicole. Anche se la vera preparazione ormai è stata fatta. Ne sono felice".
 
Il rientro in Svizzera infatti, era previsto per il 23 luglio. L’alpinista ha quindi ancora tempo a disposizione per continuare la "preparazione atletica" su una delle 14 montagne più alte del mondo. Un allenamento utile per portare a compimento quello che lui stesso definisce "un vecchio progetto", quello di scalare un ottomila in solitaria lungo una via tecnicamente molto difficile.
 
 
Valentina d’Angella
 
 
Foto courtesy of Uelisteck.ch

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close