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Patologie dell’arrampicata: quali sono e come prevenirle

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Photo courtesy rifugioarp.it

L’estate sta finendo e con la frescura torna la voglia di tornare ad arrampicare in falesia o sui blocchi. Abbiamo pertanto chiesto al Dott. Kelios Bonetti, medico chirurgo, specialista in ortopedia e traumatologia, esperto in patologia arrampicatoria, quali sono i maggiori infortuni e patologie che si possono avere arrampicando e come poterli prevenire.

Quali sono i più frequenti infortuni che si possono avere arrampicando?

Se escludiamo le abrasioni e le contusioni, che sono frequenti ma di poco conto, gli infortuni più frequenti sono le lesioni delle pulegge.

Quali sono invece le principali patologie che colpiscono chi arrampica? 

Sono soprattutto le patologie da sovraccarico, che riguardano maggiormente l’arto superiore, perché nell’evoluzione non si è sviluppato per sostenere i carichi propri dell’arrampicata. Possono colpire la mano, come le tenovaginiti, le patologie della fionda o degli intrinseci, le cisti sinoviali e molte altre. Il gomito nel climber è molto sovraccaricato ed interessato da diversi tipi di epicondiliti ed epitrocleiti. Anche la spalla da dolore al climber, ma è una articolazione che tende ad adattarsi abbastanza bene, molto spesso ha delle lesioni, che però sono asintomatiche, mentre ci sono diversi problemi imputabili a microinstabilità e alterazioni della cinesi articolare. Negli ultimi anni stanno emergendo anche molte patologie da sovraccarico al piede, che troppo spesso vengono sottovalutate, ritenendole dei normali dolori da scarpetta

Come si possono prevenire le infiammazioni muscolari o tendiniti? 

Il riscaldamento è fondamentale, in quanto prepara le strutture ai carichi submassimali che l’arrampicata impone, bisognerebbe fare un buon riscaldamento generale e specifico. Il problema è che c’è sempre poco tempo e poca voglia per farlo, quindi per i più pigri il mio consiglio è di scaldare almeno la mano poiché è la parte anatomica più soggetta a problemi, oppure le parti che già hanno avuto problemi. Ovviamente ci sono molti altri provvedimenti che riducono il rischio: una buona idratazione, un buon allenamento, tentare di variare il più possibile il gesto soprattutto quando si arrampica al limite: se ad esempio stiamo lavorando un tiro o un blocco è meglio non stare sullo stesso movimento tutto il giorno perché si sovraccarica sempre le stesse strutture nello stesso modo rendendo molto più probabile un sovraccarico.

Alcuni consigli su cosa si deve o non deve fare prevenire problemi?

Il consiglio più importante, ma purtroppo anche più difficile da seguire è sospendere l’arrampicata quando c’è un dolore, perché se non si tratta di un problema trascurabile il carico peggiora il problema e quindi rende più lunga e difficoltosa la guarigione.

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3 Commenti

  1. Il nostro corpo ha dei limiti strutturali e funzionali, variabili da singolo a singolo ma anche tipici della specie umana.Ma l’inventiva spesso non li conosce..o fa finta di non conoscere.
    Mel Brooks e’ celebre per la battuta in Frankstein Jr ” SI PUO’ FAREEEE”
    MA NON STRAFARE.Come mai vecchi manuali dicono di non tirare di braccia ed usare gambe e piedi per arrampicare? Come mai tenevano conto pure della discesa, evitando il piu’ possibile le doppie?Come mai gli alpinisti si abboffavano di tutto e non si costringevano a diete dimagranti?
    Se si fosse detto loro di calzare scarpette..esili con due numeri in meno..prevedo avrebbero sbottato in qualche contumelia.

  2. Aggiungerei all’elenco delle patologie legate all’arrampicata anche la rottura del menisco, possibile a freddo quando ci si cimenti in lolotte estreme in strapiombo, soprattutto su strutture artificiali. Il consiglio di scaldarsi bene contenuto nell’intervista è preziosissimo ma scaldate anche le gambe.
    Quanto all’epitrocleite al gomito, visto che fatico a venirne a capo, consiglio di stare veramente attenti: se sentite dolore, prendetevi una bella pausa di una o due settimane perchè, se insistete, poi serviranno mesi.

  3. Appartengo a una vecchia generazione e ho sempre disposto di notevole forza muscolare pero’ son sempre stato troppo pigro per quanto riguarda il „riscaldamento“, cosicche’ quasi tutti i miei guai sono venuti ‘a freddo’, sopratutto gomiti e qualche volte spalla destra e ginocchie, tanto che ho dovuto fare soste (non mi sono mai lasciato operare nonostante il parere dei medici) lunghe fino ad oltre un anno. Ho imparato le lezioni e da una decina d’anni mi comporto come si deve: una buona preparazione (riscaldamento) e’ troppo importante per poterla trascurare, anche se si ha fretta. Quanto alle scarpette con suole speciali, le uso da quando esistono (allora erano scarponcini) e le ho sempre scelte aderenti ma mai troppo strette e al contrario di altri di mia conoscenza non mi son mai rovinato i piedi.

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