Arrampicata

Michaela Kiersch chiude Vìctima perfecta a Margalef

La climber statunitense ha portato la corda in catena su questa via, gradata 8c+ da Ramon Juliàn nel 2008 e poi 9a/a+ da Tom Bolger e Jorge Dìaz-Rullo

Michaela Kiersch ha completato il suo progetto più duro: Vìctima perfecta, 9a+ a Margalef, di cui ha realizzato la prima salita femminile. “La via più difficile che ho chiuso fino ad oggi, specialmente il passo chiave sull’ultimo movimento. Un sacco di sangue e lacrime e dubbi su me stessa e il progetto che mi ha richiesto più tempo”, ha condiviso Kiersch in una breve nota su Instagram subito dopo il suo successo.

Vìctima perfecta è una via di 32 metri di resistenza, che collega Vìctimes del passat (8c/+) con Gancho perfecto (9a). Ramon Juliàn si è aggiudicato la prima salita in appena un paio di tentativi nel 2008, proponendo il grado di 8c+. Il climber aveva tuttavia lavorato molto sulle due vie separate, avendo chiuso Gancho Perfecto il mese prima.

La prima ripetizione della via è toccata a Tom Bolger ben dodici anni dopo l’apertura, nell’ottobre 2020. Il britannico ha valutato Vìctima perfecta come 9a/+. Nel maggio 2021 è stata poi la volta di Jorge Dìaz Rullo, che si è detto d’accordo con la difficoltà stimata da Bolger. Michaela Kersch si è spinta un po’ più in là, giudicando la via più dura di La Rambla, 9a+ di Siurana che ha chiuso all’inizio del 2023. Da quel momento la climber si è concentrata sulla roccia di Margalef, chiudendo anche linee come Vìctimes del futur  9a, Era Vella 9a, Coma Sant Pere 8c+, Zipayorik ez 8c e Flash over 8b+.

Dubbi, difficoltà e fiducia in se stessi: il commento di Michaela Kiersch

La mia più grande paura prima di questo viaggio in Catalogna era sapere di essere nella mia forma migliore e comunque non essere in grado di esprimere me stessa chiudendo la via. Questa è una narrazione che ho sempre avuto in mente, quando progettavo diverse vie e fallivo per settimane di fila. Sono una persona estremamente motivata, e di conseguenza ho alte aspettative su me stessa – se siano troppo alte o meno rimane da vedere.

Mi trovo molto in difficoltà quando non soddisfo queste aspettative, che si manifestano sotto forma di pensieri autolesionisti, insicurezze, elucubrazioni e ansia, tra le altre cose.
Sapevo di essere in grado di chiudere Vìctima perfecta (il che è stato dimostrato dalle mie multiple cadute nel movimento finale) ma il mio ego non mi permetteva di esprimermi, perché pensavo che avrei dovuto aver già chiuso la via, e averne chiuse altre dopo. Non stavo riconoscendo il duro lavoro e i miei progressi.

Questa è stata la mia prima esperienza nello sbattere la testa contro il muro in un progetto. E mi sento una bambina, perché si tratta di un paio di settimane, che non è così tanto nel mondo dell’arrampicata sportiva di difficoltà. Non mi è piaciuto da una parte, ma dall’altra sì. Adoro questo gioco di fare al gatto e topo, sognando sempre più in grande e tentando di realizzare quei sogni.
Ho imparato molte cose, che spero di applicare nel prossimo futuro mentre continuo il mio obiettivo di cercare i miei limiti e il mio potenziale. E soddisfare, o superare, le mie aspettative su cosa quel potenziale possa essere” ha scritto la Kiersch in un post intitolato ‘Ego VS Projecting’.

 

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