Alpinismo

Grandes Jorasses: Enrico Bonino e Jon Bracey firmano una nuova via

Era un conto aperto quello della guida alpina Enrico Bonino con il versante Sud delle Grandes Jorasses, dove già nel 2014 si era cimentato in un tentativo con l’amico Olivier Colaye. L’obiettivo era aprire una nuova via lungo l’avancorpo fino alle breche (3800 m), ma il troppo caldo e una logistica non adeguata hanno presto fatto abortire il progetto. Eccolo però ritornare, dopo cinque anni, sullo stesso obiettivo ma con l’alpinista Jon Bracey. “Con Jon ci siamo spesso incontrati in montagna per il nostro lavoro, abbiamo scambiato battute, opinioni, è capitato di ritrovarci per una birra al bar a fine giornata, ma non avevamo mai scalato assieme prima di questa esperienza” spiega Bonino. Così, dopo tanti incontri, chiacchierate e progetti raccontati al bar i due trovano finalmente il tempo per una salita di coppia.

“Con due giga zaini ci siamo incamminati in direzione del rifugio Boccalatte scegliendo però di stabilire il campo base a circa 2700m di quota sul ramo destro del ghiacciaio delle Grandes Jorasses”. Le ultime nevicate primaverili hanno offerto ai due alpinisti condizioni difficoltose già solo per l’avvicinamento alla parete. Partiti infatti di notte, fiduciosi nel rigelo, hanno marciato affondando quasi fino alle anche. Così fin dove la parete diventa verticale. I due si sono mossi rapidamente guadagnando “terreno verso la ripida parete che scende dal contrafforte 3800m delle Jorasses, nostro obbiettivo. Abbiamo deciso di scalare a blocchi per rimanere fermi in sosta il minor tempo possibile spiega Bonino.

“La prima parte della via è caratterizzata da una successione di cascate di ghiaccio incassate in stretti camini, fino ad arrivare contro un muro compatto. Da questo punto prendiamo a sinistra su terreno sconosciuto, nel 2014 avevamo piegato verso destra. La parete si fa più ripida, con 3 tiri risaliamo un susseguirsi di diedri rocciosi e placche impiastrati di ghiaccio riportandoci a monte del bastione compatto, dove ci attende la lunga ed evidente goulotte soprastante”. Un’arrampicata entusiasmante, come il racconto che ne fa Enrico. Bello il modo in cui descrive gli ultimi metri di questa nuova via. A tirare è Bracey che si muove agevolmente su terreno nevoso “poi ad un certo punto lo sento indietreggiare, è il segno che è arrivato alla breche al termine della via e indietreggia qualche metro per far sosta! Ce l’abbiamo fatta!”

La via si sviluppa per circa 700 metri con difficoltà V WI5+ M6+ 5b.

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