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Corona: la fine del mondo storto

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ERTO, Pordenone — Un mondo in cui petrolio, corrente elettrica e carbone non esistono più. Un mondo capovolto, cioè che torna alle origini, riscopre il fuoco e i bisogni primari, dove anche le differenze tra ricchi e poveri di fronte alle necessità non reggono più, e la natura provvede con le sue leggi a riportare il vero ordine delle cose. Questo il romanzo in cantiere di Mauro Corona: l’alpinista e scrittore friulano ce lo racconta nell’ultima puntata della sua intervista.

Uscirà il prossimo anno, ma lo scrittore ce l’ha già quasi tutto in mente. E’ un romanzo che lo stesso Mauro Corona, autore del libro, definisce terribile, atroce, duro, ma pieno di metafore e verità. Una storia apocalittica in un mondo ormai "storto" che ha bisogno di una "rivoluzione naturale" per essere raddrizzato.
 
"Immagina che una mattina ci svegliamo e non c’è più nè il petrolio, nè benzina, nè corrente, nè carbone. All’inizio sorpresa, poi dopo 2 o 3 giorni comincia il panico. E’ inverno, in breve tempo finiscono le poche scorte, le macchine esaurita la benzina si fermano, le fabbriche non lavorano più. C’è il caos totale".
 
"Comincia a morire la gente – continua a raccontare Corona – Non c’è legna, allora scoprono che possono bruciare le sedie e mangiare in piedi: ecco il senso del togliere per tornare all’essenziale. Gli ospedali non funzionano, non funziona più nulla. I ricchi non vogliono morire prima dei poveri".
 
E mentre le città diventano campagne e ogni metro coltivabile è coltivato, si scoprono nuovi equilibri, in cui il denaro, la ricchezza non possono più avere il potere di una volta.
 
"La fine del mondo storto" descrive una realtà assurda, ma che per tanti versi richiama a valori che lo scrittore considera giusti e desiderabili. Lo dice Corona – "è un libro terrificante" – ma in fondo i principi a cui fa appello sembrano suggerrire una realtà più sana ed equilibrata.
 
 
Valentina d’Angella
 
 
 
 
 
 

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