Ambiente

Il Gallo cedrone, la campionessa, tante domande

L’incontro tra Dorotea Wierer e il solitamente timido tetraonide sulle piste da sci ha fatto il giro del web. Cosa c’è dietro il comportamento anomalo dell’animale? Come comportarsi in caso di incontri ravvicinati?

L’insolito incontro tra un gallo cedrone “pazzo” e svariati fondisti, tra cui la campionessa di biathlon Dorotea Wierer, a Passo di Lavazé, nel Trentino orientale, ha riempito le cronache dei giorni scorsi. La cattura, con conseguente posizionamento di un radiocollare, e lo spostamento dell’animale da parte dei Servizi della Provincia di Trento ha dato nuovo combustibile alle polemiche connesse alla gestione di altri, ben più grandi, animali selvatici in questa parte delle Alpi. Ma cosa c’è in realtà dietro a quanto è avvenuto a Ville di Fiemme? E che bisogno c’era di catturare e spostare l’uccello divenuto suo malgrado una star dei social?

Il gallo cedrone è il più grande tetraonide delle nostre montagne, nonché una delle specie a più elevato rischio di estinzione: il maschio – grigio scuro con ali marroni sopra e bianche sotto, petto di colore verde (la femmina è invece più piccola e meno appariscente) – ha una apertura alare di circa un metro e un peso che può raggiungere i 5kg, secondo sulle Alpi solo ad aquila e grifone. Questa livrea, che si completa con una magnifica coda composta da 18 timoniere che si aprono a ventaglio durante le parate nuziali, ha uno scopo ben preciso: attirare il maggior numero di femmine nei territori difesi durante il periodo riproduttivo e portare a termine l’accoppiamento. Tra aprile e inizio giugno, dunque, i maschi si raggruppano in siti tradizionali noti come “arene di canto” e mettono in atto una serie di vocalizzi e comportamenti ritualizzati, che a volte sfociano in veri e propri combattimenti con gli altri contendenti.

L’atteggiamento del cedrone di Passo Lavazé, che per alcuni giorni ha passeggiato sulle piste da sci senza alcuna paura dell’uomo, mostrando aggressività nei confronti di chi gli si avvicinava, potrebbe ricondursi proprio al medesimo fenomeno: secondo gli esperti si tratterebbe cioè di un errore nell’imprinting sessuale per colpa del quale i maschi giovani non sono in grado di distinguere i loro conspecifici dagli esseri umani. Questo, connesso all’aumento del testosterone che caratterizza l’inizio del periodo riproduttivo, porterebbe alcuni individui a scambiare per un potenziale contendente chiunque si avvicini a loro.

In realtà, l’origine di questo fenomeno è ancora piuttosto misteriosa e, benché questi comportamenti “anomali” da parte di alcuni individui siano da tempo documentati, ultimamente paiono essere più frequenti rispetto al passato, forse per una maggiore presenza dell’uomo in ambienti precedentemente poco frequentati, forse per una nostra maggiore sensibilità nei confronti della specie, o forse a causa del cambiamento climatico.

Proprio per raccogliere informazioni utili a documentare simili comportamenti confidenti, oltre che per evitare che gli incontri tra il cedrone di Lavazé e gli sciatori potessero mettere a rischio l’incolumità dell’animale o dei visitatori, la Provincia di Trento ha proceduto alla cattura e allo spostamento dell’esemplare in un luogo che risponde alle sue esigenze eco–etologiche, ossia dove la presenza dell’uomo è minima, munendo il gallo di un raditrasmettitore che permetta di monitorarne gli spostamenti e di tenerne sotto controllo lo stato di salute.

Quale ne sia la causa, se durante una escursione ci dovessimo imbattere in un gallo cedrone dal comportamento anomalo, ossia che non scappa al nostro arrivo, è bene non avvicinarsi, né cercare di spaventarlo con le grida, né tanto meno dargli da mangiare. Se dovesse avvicinarsi, o addirittura mostrare aggressività nei nostri confronti, meglio retrocedere – anche rapidamente – nel tentativo di uscire da quello che il maschio probabilmente ritiene il suo territorio, senza cercare di colpire l’animale con alcunché ma semmai usando i bastoncini da sci (al contrario, ossia tenendo la punta in mano) per “tenerlo a distanza”. Non serve aggiungere che i cani vanno tenuti al guinzaglio, come sarebbe sempre opportuno quando si è in natura, per rispettare gli animali selvatici.

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