Itinerari

Il lungo Anello dell’Alpe di Villandro in Alto Adige

A dispetto dei nomi, la Chiesa dei Morti e il Lago Morto sono luoghi di grande suggestione. Da raggiungere lentamente, ammirando le Dolomiti sullo sfondo

Con i suoi 20 chilometri quadrati l’Alpe di Villandro (Villanderer Alm in lingua tedesca) è la seconda in Europa per estensione. Si trova sopra il versante occidentale della Valle Isarco, in Alto Adige, a una quota che varia  1.700 metri fino ai 2.509 m della vetta del monte Villandro. La maggior parte del suo territorio non supera però quota 2.100 m. Si parla di alpe in quanto qui si pratica da sempre, e ancora oggi, l’alpeggio. Già nell’epoca medievale questi luoghi erano di grande importanza per gli allevatori e furono spesso al centro di lunghe e aspre contese circa i diritti di fruizione fra le comunità del Renon e di Villandro.

Sull’Alpe si snoda una rete di sentieri escursionistici che permettono di attraversare i suoi grandi spazi e ammirare le corone di cime che ne fanno da cornice: d’estate sono passeggiate escursionistiche di varia lunghezza,  e tracciati da percorrere in mtb, mentre in inverno  ci si diverte con ciaspole, sci da fondo o slittino. 

Cinque ore nella grande bellezza

(717 m di dislivello, 5 ore, E)

L’itinerario proposto inizia dalla Baita Gasser o Gasser-Hütte a 1.756 m di quota, il punto più alto raggiungibile con un bus navetta o con la propria auto. Si raggiunge salendo da Chiusa, poi superato l’abitato di Villandro si seguono le indicazioni per l’Alpe. Se arrivate in automobile troverete un parcheggio a pagamento proprio adiacente al rifugio.

Si parte e dopo solo poche centinaia di metri superata la Baita Gasser si capisce perché questo luogo è così amato. Basta volgere lo sguardo all’indietro per trovarsi dinnanzi ad uno scenario perfetto. Un lago davanti a noi circondato da grandi alberi, la baita sulla destra, alcuni cavalli che pascolano nei prati e una cornice di cime a fare da sfondo che pare non finire mai. Il segnavia da seguire è quello del sentiero n.6, che sale e fa guadagnare quota molto dolcemente inoltrandosi tra baite, pascoli privati, boschi e praterie talvolta punteggiate da grandi alberi isolati.

Dopo circa 45 minuti di cammino a quota 1.880 m si giunge ad un bivio dove si tiene la sinistra, sempre su segnavia 6. Questo è il punto in cui inizia e si chiude l’anello del percorso che permetterà di scoprire un’ampia area di questo grande alpeggio. Si procede su un carrabile bianca in moderata salita, le baite attorno al percorso si fanno più rade, più distanti tra loro. Steccati e filo elettrificato fanno da limiti per il bestiame. Prevalentemente si tratta di bovini di varie razze che pascolano indisturbati in queste sterminate praterie: impossibile non notare, tra loro,  alcuni capi di razza scozzese Highland con il loro manto a pelo lungo e le grandi corna.

Relax con vista sulle sponde del lago dei Morti

Il sentiero si approssima al limite dell’altopiano costituito da un profilo montano che si innalza repentinamente, conducendo al colle in cui vi è la chiesetta del Morto o Totenkirchl, che si vedeva in lontananza già da un po’. Si sale il sentiero che si fa ripido e poco prima della chiesetta si devia verso sinistra prendendo il segnavia 2A che conduce al Lago dei Morti o Totensee a quota 2.200 m dopo circa 2 ore e 20 minuti dalla partenza. A dispetto del toponimo, questo specchio d’acqua non ha nulla di sinistro. Il  nome deriva da un termine di derivazione agricola, “tot” (“morto”, appunto), che veniva inteso semplicemente come “improduttivo”. Si tratta di uno specchio d’acqua affascinante e tranquillo dominato dalla vetta del monte Villandro. Un luogo che merita una sosta sdraiati su uno dei vari lettini di legno costruiti sulle sue rive, per godere nel frattempo anche del panorama sulle vette dolomitiche di Sassolungo, Sassopiatto, Catinaccio e Gruppo del Sella.

Si ripercorre la deviazione all’indietro su segnavia 2A fino a raggiungere la Totenkirchl all’intersezione con il segnavia 6. L’edificio attuale fu costruito nel 1899 e per la posizione molto esposta in cui si trova necessita di restauri frequenti. All’interno vi è una crocifissione di dimensioni molto grandi rispetto al piccolo edificio; le pareti sono piene di santini di persone defunte. E’ ancora oggi luogo di pellegrinaggio, vi si può giungere dalla val Sarentino e da Villandro.

Si riprende il percorso su segnavia 16 costeggiando un grande e lungo muro a secco che rimarca il confine naturale con la valle adiacente. Alla sinistra del sentiero scorre il panorama sulla Val Sarentino, a destra si distende invece  l’Alpe di Villandro: due scenari differenti ma entrambi di grande suggestione. Il sentiero in alcuni casi si riduce a un’esile traccia e bisogna prestare attenzione ai segni sui sassi per non smarrire la via.

Si segue il segnavia 16 che scede di quota ritornando verso la parte centrale dell’Alpe, con la vegetazione che torna a farsi presente, passando tra Maestà, baite, capi di bestiame e grandi spazi. Dopo circa 4 ore di cammino il sentiero si immette nuovamente nella carrabile e seguendolo verso destra si ritorna a Baita Gasser, luogo di partenza.

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