Itinerari

Nel cuore delle Alpi Marittime. Il sentiero del Piano del Valasco, del rifugio Questa e dei laghi

Uno dei percorsi più belli del Piemonte sale dalle Terme di Valdieri, verso due rifugi accoglienti. Boschi, laghi, stambecchi e camosci, l’altopiano del Valasco e le vette vicine consentono di scoprire il fascino del Parco.

Nell’angolo più meridionale delle Alpi, a due passi dalla Riviera di Ponente e dalla Costa Azzurra, le Marittime sono state a lungo disprezzate dai frequentatori delle Dolomiti e della Valle d’Aosta. Un errore di cui si è scusato per primo, molti anni fa, lo scrittore Mario Rigoni Stern sulle pagine de La Stampa. “Le Alpi Marittime erano nell’immaginazione giovanile marittime, ossia poco alte e, se alte, poco impervie, con l’aria mite che sapeva di profumi mediterranei come la Provenza e la Liguria. Ma che signore Alpi invece le Marittime! E che montanari gli abitanti!” ha scritto l’autore de Il sergente nella neve.

Condividono questa valutazione le migliaia di escursionisti, alpinisti e appassionati di natura che visitano ogni estate le valli Gesso, Stura e Vermenagna. Ai piedi delle rocce del Corno Stella, dell’Argentera e dei Gelas, laghi, torrenti e cascate rallegrano un paesaggio altrimenti aspro e severo.

Il Parco delle Alpi Marittime, istituito più di 40 anni fa, ospita importanti popolazioni di stambecco e camoscio, affiancati dal gipeto, dall’aquila reale e dal lupo. A quest’ultimo è dedicato il Centro visita Uomini e lupi di Entracque, che merita una visita come il Giardino botanico Valderia e l’Ecomuseo della Segale di Sant’Anna di Valdieri, che ospita varie strutture ricettive.

L’abbondanza degli ungulati ha fatto apprezzare la zona da Vittorio Emanuele II, il “re cacciatore” della tradizione ottocentesca. Come sul Gran Paradiso, il sovrano fece costruire appostamenti, mulattiere selciate e la casa di caccia del Valasco, affiancata da torri merlate. Accanto alle Terme di Valdieri sorge la casa della Bèla Rosìn, la favorita di re Vittorio, che lo attendeva qui al ritorno dalle battute ad alta quota.

Il Parco ospita rarità botaniche come il ginepro fenicio, due specie endemiche di silene e la Saxifraga florulenta. Oltre a camminatori e alpinisti di Cuneo e della “Granda” frequentano tradizionalmente queste valli gli appassionati di montagna liguri.

Mentre gli arrampicatori puntano verso il rifugio Bozano e le celebri vie del Corno Stella, gli escursionisti seguono i sentieri e le mulattiere delle battute di caccia reali verso i laghi e i rifugi del Parco. Chi ama il trekking può seguire la Grande Traversata delle Alpi (che qui coincide con il Sentiero Italia), l’Alta Via del Re o vari percorsi trasfrontalieri.

Chi visita per la prima volta le Marittime, invece, deve assolutamente salire al Piano e alla casa di caccia del Valasco, oggi trasformata in rifugio, circondata da boschi di larici e da alte vette rocciose. Fino al Piano l’itinerario ha pendenze moderate, è accessibile agli escursionisti tranquilli e alle famiglie con bambini, e viene frequentato (evitando le scorciatoie) anche in mountain-bike.

Attraversato l’altopiano, oltre il Ponte Valasco, il percorso diventa più faticoso, e la strada di caccia reale lascia il posto alle strade e alle mulattiere costruite negli anni Trenta, e utilizzate nel giugno del 1940 per l’attacco dell’Italia fascista alla Francia.

Sorvegliano la seconda parte del tracciato la Testa delle Portette, la Testa di Tablasses e altre vette rocciose che si alzano sul confine, oltre il quale è il Parco nazionale francese del Mercantour. Da est domina la zona il Monte Matto. Non è possibile, dal Vallone del Valasco, vedere il Corno Stella e la vetta principale dell’Argentera.

L’itinerario si conclude al piccolo rifugio che ricorda l’alpinista ligure Emilio Questa, affacciato sul solitario Lago delle Portette. In discesa, se il fiato e le gambe reggono, vale la pena di allungare il percorso verso nord, toccando i bacini del Claus e di Valscura. Questa soluzione richiede circa un’ora in più della semplice andata e ritorno.

Il Lago delle Portette, dal rifugio Questa, foto di Stefano Ardito.
Il Lago delle Portette, dal rifugio Questa, foto di Stefano Ardito.

Dalle Terme di Valdieri al Piano del Valasco e al rifugio Questa

(da 1020 a 1120 m di dislivello, da 6 a 7.15 ore a/r, E)

Da Valdieri, lasciata a sinistra la strada per Entracque, si risale la Valle Gesso verso Sant’Anna e le Terme di Valdieri. Si aggira a sinistra l’edificio, si oltrepassa il centro visitatori del Parco, e si lascia l’auto in un posteggio a pagamento (1370 m), oltre il quale il tracciato diventa chiuso al traffico. Si continua a piedi sulla storica strada di caccia, ampliata negli anni tra le due guerre mondiali, indicata dai segnavia N43, della GTA e del Sentiero Italia.

Il tracciato sale a mezza costa nel bosco, in vista delle rapide del torrente. Al primo tornante (1484 m) lo si lascia, e si continua sul sentiero segnato che traversa dei ruscelli, e ritrova il tracciato storico in corrispondenza di alcuni tornanti. Dei gradini riportano alla strada prima del bivio (1747 m) per il Colle di Valmiana e di una fresca sorgente. Poco più avanti si entra sul Piano del Valasco, e lo si traversa in piano fino alla casa di caccia, oggi rifugio (1763 m, 1.30 ore).

Si riparte tornando alla strada militare, che compie un anello e scende al Ponte Valasco (1818 m, 0.15 ore), sotto al quale precipita una bella cascata. Lo si traversa, ci si tiene a destra a un bivio, e si inizia a salire a tornanti tra i larici fino a un bivio (1994 m) dove si va ancora a sinistra, per un sentiero ma decisamente più ripido, che sale tra rododendri, lastroni rocciosi e ruscelli.

Il sentiero si alza verso sinistra, raggiunge un pianoro e ritrova la strada militare (2290 m). La si attraversa, e si sale al vicino rifugio Questa (2388 m, 1.30 ore), su un dosso in vista del Lago delle Portette e del crinale di confine con la Francia.

In discesa, per lo stesso itinerario, occorrono 1.30 ore fino al rifugio del Valasco e 1.15 ore da questo al posteggio. In alternativa, da un bivio poco sotto al rifugio Questa, si piega a sinistra verso la strada militare, che si segue fino al Lago del Claus (2339 m). Ancora sulla strada, qui ben conservata, si scende al Lago inferiore di Valscura (2265 m, 1 ora), dove sono vari edifici militari costruiti nel 1888, uno dei quali è stato ristrutturato da privati.

Si riparte in discesa sulla strada militare (segnavia N23, GTA e SI), si scende a tornanti in Valscura, e a un bivio si può scegliere se proseguire sul sentiero o sulla strada che compie un giro più largo e attraversa un suggestivo tunnel. Dal punto in cui i due tracciati si riuniscono, si traversano due ruscelli e si torna al bivio 1993 m e al percorso dell’andata. In questo caso dal rifugio Questa al rifugio Valasco occorrono 2.45 ore, e il tempo totale di discesa sale a 4 ore.

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