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Linee e forme, nel paesaggio di montagna, per “creare” fotografie grafiche e astratte

La montagna, con inquadrature scelte e accuratamente selezionate, mostra paesaggi astratti e sempre diversi: cime, creste, crinali, pareti, laghi. Obiettivi e messa a fuoco

Il fotografo di montagna, circondato da creste di cime innevate, con una scenografia ricca di nubi e colori sgargianti, scatterà parecchie immagini, raccontando attimi di luce, sfumature variopinte, in un ambiente grandioso e ricco si spunti. Oltre a questa tipologia di foto, è possibile concentrarsi su qualcosa di diverso, cercando di individuare altre foto, trasformando un paesaggio in qualcosa di astratto e non consueto che in sé stesso non esiste, ma si forma solo nella mente del fotografo che riesce a decontestualizzarlo da un paesaggio più ampio.

L’occhio e la mente del fotografo

E’ nell’occhio e nella mente del fotografo la capacità di estrapolare, da un contesto d’ampio respiro, una parte del paesaggio, trasformandola in un soggetto fotografico indipendente. Trovandosi, per esempio, a contemplare un paesaggio di montagna, come può essere una catena montuosa nella sua interezza, ma anche una sezione più piccola della stessa, oppure un lago o un torrente o una singola parete rocciosa, ci sono moltissime possibilità per ottenere molte tipologie di immagini.

Per imparare, potete iniziare a guardare con un teleobiettivo

Il Monte Bianco, ripreso dai pressi del rifugio Gnifetti, sul Monte Rosa. La lunga focale di 300 mm ha consentito di sfruttare il fenomeno della compressione dei piani, “avvicinando” le une alle altre le varie catene montuose, sino alla cima del Monte Bianco.
Il Monte Bianco, ripreso dai pressi del rifugio Gnifetti, sul Monte Rosa. La lunga focale di 300 mm ha consentito di sfruttare il fenomeno della compressione dei piani, “avvicinando” le une alle altre le varie catene montuose, sino alla cima del Monte Bianco.

Un semplice esercizio per trovare soggetti diversi da un contesto generale è quello di montare un teleobiettivo e iniziare a muovere lo sguardo nelle varie parti del paesaggio. La focale tele, di per sé stessa, seleziona piccole parti dello scenario che si sta contemplando e aiuta a fare un esercizio di selezione. Lo strumento più semplice da usare è un teleobiettivo zoom, in modo che il cambio della focale consenta di vedere in diretta le varie modifiche dell’inquadratura. Il top, a mio avviso, è passare dalla focale più corta dello zoom, a quella più lunga, in maniera lenta e riflessiva, magari prendendosi anche qualche pausa, bloccando l’escursione focale e osservando. Un buon metodo è quello di muovere l’inquadratura del tele sulle linee di creste e crinali. Ho parlato in maniera specifica del teleobiettivo, in questo capitolo: Grandangolo e teleobiettivo nel paesaggio di montagna.

Cime, creste, crinali e cielo 

2)Profili, vette e crinali, dalla cima del Blinnenhorn, in Val Formazza. Il cielo è sgombro da nubi e accentua il grafismo della foto. Nikon F90X; Nikkor 80-200 2,8 AFD; Fujichrome Velvia 50. Treppiede.
2) Profili, vette e crinali, dalla cima del Blinnenhorn, in Val Formazza. Il cielo è sgombro da nubi e accentua il grafismo della foto. Nikon F90X; Nikkor 80-200 2,8 AFD; Fujichrome Velvia 50. Treppiede.

L’interpretazione di una cresta o di alcune cime rocciose, sfruttando le linee e le forme delle rocce e dei vari canaloni o forcelle, consentirà di scovare molti possibili soggetti astratti. Anche le linee di demarcazione tra le cime e il cielo sono sempre molto interessanti. In genere il cielo, nel paesaggio di montagna, ma anche in pianura o al mare, è suggestivo ed efficace quando è ricco di nubi che si stagliano dalle tonalità azzurre. Nel caso delle immagini grafiche, però, anche un cielo totalmente libero e monocolore diventa un elemento di compendio che si interseca con cime e altri soggetti, sia per immagini a colori, sia per il bianconero.

Ho parlato, in maniera approfondita dell’importanza del cielo, nel paesaggio, in questo capitolo: L’importanza del cielo nella fotografia di paesaggio, in montagna. Un altro esempio di “cielo grafico” può essere la ricerca delle strisce formate dai raggi di sole che dipartono dalle nubi e arricchiscono il cielo azzurro. Anche in questo caso non stiamo fotografando il cielo, ma un suo particolare.

Nebbia e foschia e controluce

Elementi naturali come nebbia e foschia, soprattutto, possono contribuire ad astrarre un soggetto. Un classico esempio è quello delle immagini in netto controluce con quella leggera foschia che, in genere, è presente nelle giornate estive. Questi elementi aiuteranno a rendere il paesaggio come una visione onirica, magari con i profili delle cime che saranno l’unica parte visibile e ben individuabile, grazie allo stacco tra cime e cielo, come si vede nella foto della Grivola, ripresa dai pressi del Colle del Nivolet.

Il profilo della Grivola, dai pressi del Colle del Nivolet, nel Parco Nazioanle del Gran Paradiso. Avevo lo zoom Nikkor 80-400, su Nikon D810, ideale per questo tipo di immagini, perchè consente di selezionare l'inquadratura in maniera pratica e veloce. Ho scattato varie immagini, modificando la focale dell'ottica, fissata sul treppiede, per poi scegliere questa, con regolazione a 180 mm. La messa a fuoco, in questi casi con netta foschia, è stata effettuata in manuale. Avrei anche potuto spostare il sensore di messa a fuoco sulla linea di demarcazione tra la montagna e il cielo.
Il profilo della Grivola, dai pressi del Colle del Nivolet, nel Parco Nazioanle del Gran Paradiso. Avevo lo zoom Nikkor 80-400, su Nikon D810, ideale per questo tipo di immagini, perchè consente di selezionare l’inquadratura in maniera pratica e veloce. Ho scattato varie immagini, modificando la focale dell’ottica, fissata sul treppiede, per poi scegliere questa, con regolazione a 180 mm. La messa a fuoco, in questi casi con netta foschia, è stata effettuata in manuale. Avrei anche potuto spostare il sensore di messa a fuoco sulla linea di demarcazione tra la montagna e il cielo.

Pareti rocciose

Il teleobiettivo, come detto precedentemente, aiuta in maniera radicale a selezionare l’immagine. Non è più importante specificare che queste forme siano parte della parete Est del Monte Rosa. Conta solo il risultato finale, ovvero questa sorta di gigantesca texture fotografica, dove si vede nettamente la materia del soggetto, in questo caso la roccia, con l’insieme di luce e ombra che ne rimarca i profili in maniera netta, quasi scolpita.

Una parte della parte Est del Monte Rosa, selezionata dall'uso del teleobiettivo. L'insieme di luce e ombra rende l'immagine efficace. Nikon D800; Nikkor 70-200 f 4 AFG; 1/125 sec; f 8; ISO 100. Questa è solo una tipologia di immagine che si poteva estrapolare da questo contesto.
Una parte della parte Est del Monte Rosa, selezionata dall’uso del teleobiettivo. L’insieme di luce e ombra rende l’immagine efficace. Nikon D800; Nikkor 70-200 f 4 AFG; 1/125 sec; f 8; ISO 100. Questa è solo una tipologia di immagine che si poteva estrapolare da questo contesto.

Lo stesso discorso ha senso se si fotografano primi piani di parti di ghiaccio o neve.

Lago e superfici d’acqua

Anche un lago diventa un elemento che si può astrarre. Determinante è ragionare su una composizione che comprenda la riva con una demarcazione netta tra la superficie del lago e la terra o la roccia che lo delimita. Un bel “giretto” col teleobiettivo, vagliando le varie composizioni diventa un esercizio interessante per scovare nuovi punti di vista e inquadrature sempre diverse. Si possono trovare immagini inconsuete anche inquadrando parti di riva diverse, con sassi e rocce, oppure tratti erbosi, sfruttando le varie colorazioni e forme degli argini naturali. Anche in questo caso, come per le cime, le rocce o il cielo, non stiamo rappresentando il lago, come luogo fisico o geografico, ma solo una parte di esso. Oppure ci si può concentrare su particolari molto piccoli, come un riflesso sull’acqua o una roccia nel mezzo del lago, che divengono il soggetto dell’immagine.

Il Lago di Cornisello, sulla Presanella, reso astratto dall'uso di un Nikkor 180 2,8 AFD, su Nikon D300. Un rapido movimento dell'ottica sugli argini ha consentito di trovare molte tipologie di inquadrature interessanti. Non avevo un'ottica zoom e, quindi, mi sono mosso, gambe in spalla, cerando con cura la composizione che volevo.
Il Lago di Cornisello, sulla Presanella, reso astratto dall’uso di un Nikkor 180 2,8 AFD, su Nikon D300. Un rapido movimento dell’ottica sugli argini ha consentito di trovare molte tipologie di inquadrature interessanti. Non avevo un’ottica zoom e, quindi, mi sono mosso, gambe in spalla, cerando con cura la composizione che volevo.

Quali obiettivi?

Si possono ottenere gli effetti sopra descritti, con diversi tipi di ottiche. Quasi sempre, si può dire che il genere di obiettivo da utilizzare dipende dalla posizione del fotografo, dalla dimensione e tipologia del soggetto. E’ bene, però, ricordare che parliamo di isolare dei particolari o delle parti del paesaggio, quindi si utilizzano più frequentemente i teleobiettivi, meglio se zoom che consentono di studiare alla perfezione l’inquadratura. Tra l’altro, il teleobiettivo consente di sfruttare il fenomeno della compressione dei piani.

Anche in macro fotografia si possono ottenere foto astratte, quindi, per piccoli particolari, si possono utilizzare anche ottiche macro. Di questo genere così specifico, però, ne parlerò prossimamente. Nonostante lo spiccato utilizzo di focali tele, anche col grandangolare si possono scattare immagini di questo tipo, anche se in genere è necessario avvicinarsi al soggetto.

E la messa a fuoco?  

Le immagini astratte, spesso, sono nebbiose, o comprendono parti monocolore, con assenza di contrasto che non consentono una messa a fuoco automatica agevole. I sistemi autofocus, infatti, “leggono” il contrasto tra una zona e l’altra della scena che stiamo fotografando. Se fotografiamo il cielo, il sensore della fotocamera, per mettere a fuoco, necessita, per esempio, delle nuvole, cioè di quella parte dell’immagine dove la nuvola di stacca dal cielo. Si punta, quindi, il sensore di messa a fuoco sul confine tra la nube e il cielo; altrimenti la messa a fuoco sarebbe impossibile. Non si può, quindi, utilizzare l’autofocus sulle superfici uniformi, come il cielo, una parete monocolore e così via. In questi casi è necessario mettere a fuoco in manuale, oppure puntare il sensore di messa a fuoco in un punto dove esiste un qualche tipo di contrasto, o una macchia di colore diversa, precisamente sulla linea di confine tra un colore e l’altro.

Concretamente parlando, fotografare un paesaggio astratto è un altro modo per raccontare gli scenari di montagna, dando vita a immagini diverse, dove l’occhio e la mente del fotografo interpretano uno scenario, cercando di modificarne l’estetica, semplicemente estrapolando una composizione più selettiva da un contesto più ampio.

Davanti allo stesso soggetto, con un semplice cambio di focale, si estrapolano immagini molto diverse. A Madonna di Campiglio, ai piedi delle Dolomiti del Brenta, durante un tramonto. L'utilizzo di una focale zoom, con ampia escursione focale, ha consentito di ottenere molte immagini diverse dalla stessa situazione. Nikon D800; Nikkor 80-400 4,5 / 5,6 AFG.
Davanti allo stesso soggetto, con un semplice cambio di focale, si estrapolano immagini molto diverse. A Madonna di Campiglio, ai piedi delle Dolomiti del Brenta, durante un tramonto. L’utilizzo di una focale zoom, con ampia escursione focale, ha consentito di ottenere molte immagini diverse dalla stessa situazione. Nikon D800; Nikkor 80-400 4,5 / 5,6 AFG.

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