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Nasce la Rete dei Parchi del Centro-Sud Italia

Nella giornata di lunedì 15 febbraio Camera di Commercio di Cosenza, Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, Parco Nazionale del Pollino e Parco Nazionale della Sila hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa denominato “Parchi del Centro-Sud”. Un accordo che sancisce la nascita della Rete dei Parchi del Centro-Sud Italia.

Oltre al Presidente della Camera di Commercio, Klaus Algieri, erano presenti, il Presidente Giovanni Cannata – Parco Abruzzo, Lazio, Molise, il Commissario Giuseppe Priore del Parco Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, il Presidente Domenico Pappaterra – Parco Pollino ed il Presidente Francesco Curcio – Parco Sila.

Il comunicato del PNALM

A dare l’annuncio dell’accordo su web e social il PNALM, che riporta le prime dichiarazioni in merito dei Presidenti.

“La Camera e i Parchi firmatari dell’accordo – sottolinea il Presidente Algieri – condividono l’intento di rimarcare l’importanza e la necessità d’innescare percorsi di animazione territoriale di interesse, di svolgere eventi culturali, oltre che turistici, legati alla valorizzazione di tutte le risorse di beni e di luoghi, che favoriscano una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, per programmare, in seguito, attività formative e di sviluppo socio economico e turistico, tese ad un fattivo sviluppo di produzione e diffusione artistico – culturale – ambientale. Grazie alla collaborazione dei Parchi e alla loro conoscenza delle potenzialità delle nostre zone interne, ci proponiamo di approvare al più presto, misure specificamente dirette a sostenere le imprese e i territori che ricadono nel loro perimetro, consapevoli dell’importanza del loro contributo alla crescita dell’intero meridione.”

Tutti i partecipanti ritengono importante condurre una precisa analisi tramite strumenti micro e macro economici, capaci di prevedere l’impatto delle norme turistico – incentivanti e di valutarne i punti di forza locali, per ottenere una situazione di allocazione efficiente delle risorse, così da giungere al punto d’incontro dove migliorare il benessere (utilità) di un soggetto non porti a peggiorare il benessere degli altri soggetti. Ricercando i più validi strumenti per il perseguimento di fini superiori, quali quello del recupero e della salvaguardia del nostro patrimonio paesaggistico, ambientale, artistico, storico e culturale.

Per il Prof. Cannata, “si tratta di una cooperazione istituzionale che integra il ruolo dei Parchi e quello delle Camere di Commercio, con le loro importantissime funzioni per l’economia dei territori e una grande responsabilità nel settore dell’ospitalità e del turismo. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per la costruzione di una proposta di sviluppo comune fondata, contemporaneamente, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla sostenibilità delle iniziative economiche, sociali e istituzionali locali.”

Dello stesso parere anche Giuseppe Priore, per il quale l’accordo riveste un aspetto ulteriore: “nel parco Lucano, infatti, – sostiene il commissario – si assiste alla presenza contraddittoria di un importante giacimento petrolifero che rischia spesso di spostare il baricentro dell’attenzione in senso opposto a quello che è il più comune orientamento in tema di conservazione. La partecipazione all’accordo consente di mantenere vivo lo spirito che è proprio delle aree protette e di poter riprendere più agevolmente, si spera a breve, il cammino della loro valorizzazione, anche grazie all’appoggio del mondo produttivo rappresentato dalle Camere di Commercio.”

La mission dei parchi si unisce a quella della Camere di Commercio – afferma il Presidente Curcio – per dare valore ai territori attraverso un sistema in cui lo scambio di attività e di buone pratiche produca ricadute positive a favore delle popolazioni che vivono all’interno dei parchi, che nella tutela del patrimonio naturalistico e nel turismo sostenibile possono sicuramente trovare importanti occasioni di sviluppo.”

Come sottolinea il Presidente Pappaterra,I Parchi che hanno aderito all’accordo sono tra i più significativi e antropizzati in Italia e, in quanto tali, devono necessariamente affiancare alla loro missione di tutela e conservazione anche la necessità di far sopravvivere un sistema economico che altrimenti rischia di scomparire. Chiederemo l’adesione all’accordo anche ai Parchi nazionali dell’Aspromonte e del Cilento e Vallo di Diano. Questo tipo di cooperazione tra istituzioni diverse rappresenta un messaggio al Paese: oggi che i temi dell’ambiente e della c.d. transizione ecologica assumono una centralità straordinaria, le aree protette italiane, e quelle del Sud in particolare, possono rappresentare un grande punto di riferimento sul quale costruire azioni di forte concretezza ma anche di grande crescita economica.”

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2 Commenti

  1. Non capisco quale sia la necessità di creare continuamente strutture sopra le strutture, tante delle quali sono di dubbia utilità…. Sul lago d’Iseo, piccolino, ci sono le varie autorità portuali per ogni paese, ci sono i gruppi provinciali e una di coordinamento dei gruppi, poi magari una di coordinamento con quelle dei fiumi in ingresso e uscita….hanno acquistato una nave elettrica che non funziona….
    Non mi sembra sia fatto per coordinare, anzi, quanto più diventa complicato il sistema strutturale, tanto più si perde efficacia nel coordinamento e gli obiettivi diventano fumosi.
    Di solito, a livello scientifico, si fanno dei congressi quando c’è qualcosa d’importante da discutere.
    Secondo me una qualsiasi burocratizzazione genera sempre problemi decisionali, specialmente con l’ambiente e qualcuno se ne approfitta di straforo.
    Queste per me non sono belle notizie.

  2. Alcune osservazioni.
    1) certi discorsi nel solito stile politichese sono così contorti, cervellotici, deliranti, allucinati, che forse neanche chi l’ha concepiti capisce. Una piaga sociale della quale non ci libereremo mai
    2) come ha accennato Paolo, queste iniziative, specialmente in certe zone dello Stivale, porteranno ai soliti sprechi astronomici, clientelismo, ulteriori assunzioni di massa di persone non necessarie (quanti altri forestali oltre ai famosi 27.000?), infiltrazioni della criminalità, inchieste giudiziarie, altro lavoro per la DIA, arresti, ecc… ecc… ecc… tutte cose già prevedibili
    3) l’iniziativa coincide con l’arrivo di soldi dall’Europa: qualcuno ci vede un nesso?

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