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Trentino. Fugatti revoca ordinanza di cattura degli orsi

Animalisti approvano ma continuano la battaglia legale

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, sotto attacco serrato degli animalisti a seguito della diffusione della relazione stesa dai Carabinieri in visita al Centro Faunistico del Casteller, sembra aver voluto fare un passo indietro nella sua politica anti-orso, revocando l’ordinanza del 27 agosto scorso che disponeva la cattura e la detenzione di esemplari potenzialmente pericolosi per la popolazione che si fossero avvicinati ai centri abitati dei comuni di Andalo e Dimaro Folgarida.

La motivazione che ha spinto Fugatti a tale decisione è che non si siano verificate, nel corso di un mese di controlli dopo la cattura di M57, situazioni da ritenersi pericolose per l’uomo. Inoltre manca ormai un mese all’inizio del letargo. Tanto vale abbassare la guardia. Fino a fine novembre in ogni caso il corpo forestale proseguirà nei controlli in zona. Casomai dovessero verificarsi nuove emergenze, non si escludono nuove ordinanze di rettifica.

Animalisti apprezzano ma non si fermano

Una scelta apprezzata dagli animalisti. Come dichiarato dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), “il testo dell’ordinanza di revoca prova che, con un buon monitoraggio e con qualche semplice espediente, come l’installazione di bidoni dei rifiuti in versione anti-orso e forse con qualche precauzione in più da parte di cittadini e turisti, si azzerano i rischi di ‘scontrarsì con un orso”.

“La nostra diffida nei confronti della Provincia di Trento ha portato i suoi frutti! Ora non pende più una taglia sugli orsi trentini che erano stati avvistati vicino a due paesi – gioisce la Lega Antivivisezione (LAV) – . Il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha infatti annullato l’ordinanza che prevedeva la loro cattura e quella di M57, rinchiuso al Casteller. Ora che l’ordinanza è stata annullata, chiediamo la sua immediata liberazione e anche quella di M49. Li vogliamo fuori subito dal Casteller, la prigione dove è emerso che sono tenuti costantemente sedati e in spazi minuscoli”.

Dal canto suo l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) fa notare che questa decisione improvvisa di Fugatti, per una volta in linea con l’etica delle associazioni animaliste, sembrerebbe una risoluzione tattica per far decadere le azioni legali degli ambientalisti.

Oipa richiede sequestro del Casteller

In particolare, la revoca arriva a breve distanza dalla presentazione da parte dell’Oipa alla Procura di Trento della istanza di sequestro preventivo del Centro faunistico del Casteller “per inidoneità della struttura a ospitare gli orsi attualmente detenuti, e gli altri che si prevede di catturare”. L’associazione si è inoltre riservata di presentarsi in giudizio come parte civile.

“La nostra richiesta vuole scongiurare l’ipotesi di ulteriori catture e reclusioni di plantigradi, date le ordinanze di captivazione permanente emanate dal presidente della Provincia l’11 e il 27 agosto scorso. E chiede la liberazione di tre orsi attualmente detenuti nelle cosiddette ‘tane’, cubicoli di cemento di pochi metri quadrati – le parole del presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – . Le conclusioni della relazione della delegazione inviata al Casteller dal Ministero dell’Ambiente parla chiaro quando afferma che la cattura e captivazione di ulteriori individui metterebbe in difficoltà l’intero sistema di gestione del centro di detenzione”..

L’istanza di sequestro si va ad aggiungere all’esposto per maltrattamento depositato per l’orso M49 che, dopo la valutazione degli esperti inviati dal ministero dell’Ambiente, è stato integrato con una denuncia-querela a tutela anche di M57 e DJ3.

La Procura apre 4 inchieste

La Procura di Trento, di fronte alla caotica situazione che si vive in Trentino sul fronte orsi, ha aperto quattro fascicoli di inchiesta su un’ipotesi di maltrattamento di animali. Una decisione presa dalla Procura a seguito dell’arrivo di tre esposti, a firma di Oipa, LAV e Animal Aid Italia, e soprattutto della relazione dei Carabinieri inviati al Casteller, che riconosce negli orsi detenuti “una situazione distress psico-fisico grave”.

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