Alta quota

Sung-Taek Hong ancora alla Sud del Lhotse, per un ultimo tentativo

Sono passati 20 anni dal primo tentativo di Sung-Taek Hong sulla Sud del Lhotse (8.516m). Due decadi e sei tentativi sulla mitica parete.

Il settimo potrebbe avvenire il prossimo autunno e per il sudcoreano sarebbe l’ultima chance prima di rinunciare definitivamente al sogno della sua vita.

Gli ostacoli che oggi ha difronte l’alpinista sono la situazione sanitaria del Nepal, che non pone certezze sulla riapertura delle montagne himalayane, e il riuscire a convincere gli sponsor a finanziarlo. Quella di Hong è infatti una spedizione ad alto tasso di insuccesso e, bisogna dirlo, non per suoi specifici demeriti: in 30 anni (la prima salita – contestata – è del 1990 ad opera di Tomo Cesen, nel medesimo anno aprirono una via anche Sergei Bershov e Vladimir Karatayev) i più forti alpinisti del mondo, tra cui Reinhold Messner, Riccardo Cassin e Jerzy Kukuczka (proprio su quella parete perse la vita) hanno provato vanamente a superare i 3300 metri di spaventosa e verticale roccia.

La quota massima raggiunta da Sung-Taek Hong è di 8300 metri nel 2017 quando il forte vento e il freddo costrinse l’alpinista, accompagnato da Jorge Egocheaga dalla coreana Seong-Woo Bae e otto Sherpa, a ritritarsi. Due altre volte il sudcoreano ha superato gli 8000 metri entrando nella zona della morte: nel 2015 (8200m) e nel 2017 (8200m). Dell’ultimo tentativo, l’alpinista ha pubblicato anche un video che mostra bene quali sono le condizioni e difficoltà di una parete tanto attraente quanto pericolosa.

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