AlpinismoGente di montagna

Hansjörg Auer, l’highlander visionario

Dalle incredibili salite in free solo sulle Dolomiti, alle pareti inviolate di Himalaya e Karakorum fino alla conquista di un Piolet d’Or.

A me piacciono le montagne senza folla, i problemi da affrontare in purezza

Hansjörg Auer

Ha lasciato un’intensa e significativa radice nel mondo. Interprete per antonomasia di un alpinismo di avanguardia, highlander visionario, Hansjörg Auer era un solitario amante delle difficoltà. Diventato famoso per alcune imprese eccezionali in free solo, l’alpinista austriaco ha dimostrato che l’impossibile è solo una questione di punti di vista. Riservato e di poche parole, aveva un sorriso impossibile da dimenticare, velato da uno sfondo di malinconia. Per lui contava avere consapevolezza delle proprie capacità e vivere senza avere paura di sognare.

Vita privata

Hansjörg Auer è nato a Zams, in Austria, il 18 febbraio del 1984, ed è morto sull’Howse Peak, nelle montagne rocciose canadesi, il 16 aprile del 2019, a 35 anni. Muove i primi passi in montagna insieme alla famiglia e inizia ad arrampicare a 12 anni con un corso organizzato dal club alpino austriaco, il suo allenatore era Roland Mittersteiner. Nei primi anni arrampica in falesia sporadicamente, e si concentra da subito sulle linee alpine più “pericolose”, sull’ice climbing e sulle vie di misto nelle Alpi occidentali. A 20 anni ritorna all’arrampicata sportiva e alle vie sportive di più tiri nelle Alpi. Intanto diventa professore di matematica e fisica delle scuole medie.

Principali salite sulle Alpi e nel mondo

Nel 2007 Hansjörg Auer diventa famoso in tutto il mondo quando scala in poco meno di tre ore, in free solo, usando solo scarpette, casco e magnesite, la Via Attraverso il Pescenovecento metri di via gradati 7b in Marmolada. Con il passare degli anni predilige per le sue scalate solitarie le dolomiti, sulle quali in poco tempo supera molte sfide impegnative. In Marmolada scala Tempi Moderni (800m, 6c); sul Schüsselkarspitze le vie Locker vom Hocker (350m, 7a) e Bayrischer Traum (400m, 7a); sul Sass de la Crusc la via Mephisto (400 m, 6c+). Nell’estate del 2017, in un giorno, sale in free solo tre celebri vie dolomitiche, portando tutto con sé e spostandosi da una montagna all’altra con il parapendio: la Vinatzer-Messner, parete Sud della Marmolada, lo Spigolo Abram, parete Sud del Piz Ciàvazes, e il Grande Muro, parete Ovest del Sass de la Crusc. Auer chiama il progetto “Dolomites Crossover”.

Intanto il suo sguardo si posa sui giganti dell’Himalaya e del Karakorum. La fantasia diventa presto realtà e nel 2013 l’alpinista austriaco dimostra tutto il suo talento con la prima salita assoluta del Kunyang Chhish East (7.400 metri, Karakorum, Pakistan), insieme a suo fratello Matthias e a Simon Anthamatten. L’ascensione è stata una delle cinque nominate per il Piolet d’Or 2014, anche se poi non ha ricevuto il premio. Sempre in stile alpino scala, nel 2016, da un versante mai tentato, l’inviolata parete Nord del Gimmigela East (7.005m, Himalaya orientale), insieme a Alex Blümel. Sempre nel 2016, con David Lama e Alex Blümel, tenta di salire la cresta Sud-Est dell’Annapurna III, una via di 2.300 metri di dislivello. Purtroppo le condizioni della montagna li costringono a tornare indietro. Questo progetto rimarrà “Unclimbed”, che è anche parte del titolo del documentario realizzato sulla spedizione (Annapurna III Unclimbed). A 31 anni, Hansjörg Auer, insieme a Alex Blümel (28) e Gerhard Fiegl (27) raggiunge la vetta del Nilgiri South, nel massiccio dell’Annapurna nepalese, attraverso l’ancora inviolata parete Sud. Durante la discesa avviene una tragedia: perde la vita Gerry Fiegl, il più giovane dei compagni di cordata. L’incidente segnerà profondamente Auer. Nel 2018 l’alpinista austriaco scala in soli due giorni, in solitaria, lungo la parete Ovest, il Lupghar Sar West, 7.157 metri, una delle tre vette del massiccio del Lupghar Sar, nel Karakorum pakistano. Un percorso notevole, completato in solitaria e in velocità. Per questa impresa Hansjörg Auer ha vinto il Piolets d’Or nel 2019.

Tra le tante vie aperte in varie parti del mondo, dalle Alpi alla Patagonia, dal Karakorum alla Norvegia ricordiamo anche:

  • Bruderliebe, “amore fraterno” (800m/, 8b/b+), aperta con il fratello Vitus sulla Sud della Marmolada, Dolomiti. 19 tiri aperti dal basso che, nella parte inferiore, salgono sul famoso Dorso dell’Elefante, per affrontare due pilastri con difficoltà fino a 8b+.
  • Silberschrei– Sasso di Santa Croce (ITA) – 2009 – Prima salita in libera con Thomas Schreiber della via aperta nel 2005, 300 m 7c.
  • Vogelfrei– Schüsselkarspitze (AUT) – 2009 – Prima salita in libera, 400 m 8b/+.
  • Waiting for Godot– Torres del Paine (CHI) – 2010 – Prima salita con Much Mayr, 750 m 7b.
  • Pan Aroma – Cima Ovest di Lavaredo (ITA) – 14 agosto 2010 – Seconda salita della via di Alexander Huber.
  • Schiefer Riss– Sagwand (AUT) – 16-17 marzo 2013 – Prima invernale con David Lama e Peter Ortner.

La tragedia sull’Howse Peak

Il 16 aprile del 2019, Hansjörg Auer, 35 anni, insieme al connazionale David Lama, 28, e all’alpinista statunitense Jess Roskelley, 36, dopo avere completato la prima ripetizione della via M-16 sull’Howse Peak, nel parco Nazionale di Banff in Canada, sono morti travolti da una valanga nel corso della discesa. I corpi degli alpinisti sono stati successivamente recuperati il 21 aprile. David Lama e Hansjörg Auer, amici e compagni di cordata, entrambi austriaci, erano da tempo tra i migliori alpinisti del mondo.

Onorificenze

Nel 2019 Hansjörg Auer ha vinto il Piolets d’Or, assegnato all’inizio di ogni anno alla migliore impresa alpinistica realizzata nell’anno precedente e considerato il massimo riconoscimento alpinistico a livello mondiale, per aver scalato, in soldi due giorni e in solitaria, il Lupgar Sar West (7.181 m), nel Karakorum occidentale, Pakistan, lungo la parete Ovest.

Film

  • No Turning Back: il video integrale delle imprese di Hansjörg Auer
  • Non abbiate paura di sognare, (46’), film di Nicola Tondini, regia di Klaus Pierluigi Dell’Orto, prodotto dalla VRclimbFILM
  • Annapurna III Unclimbed, cortometraggio che documenta il tentativo degli alpinisti austriaci David Lama, Hansjörg Auer e Alex Blümel di salire l’inviolata Cresta Sud-Est dell’Annapurna III (7.555m) in Himalaya.

 

A volte vale semplicemente la pena, da un punto di vista del tutto personale, prendere dei rischi

Hansjörg Auer

 

Articolo scritto da Marta Manzoni, pubblicato originariamente nell’aprile 2020 e aggiornato dalla redazione di montagna.tv il 16 marzo 2024.

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4 Commenti

  1. Alpinista fantastico, completo, al massimo in tutte le discipline. In più appariva come persona splendida, modesta, vera, di esempio. Davvero una perla rara, soprattutto tra gli alpinisti moderni. Il futuro dell’alpinismo con lui, Lama e Steck sarebbe rimasto in buone mani.

  2. Ho avuto la fortuna di riuscire a vedere il suo più bel film, ora introvabile e ritirato da Nord Face dopo la sua morte.

    Il film NO TURNING BACK fa la fotografia reale sulla vita e sulla missione di questo straordinario alpinista. Un film meraviglioso, senza tanti trucchi tecnici di montaggio, commovente, ricco di pathos, di umiltà e mai pacchiano. Sicuramente uno dei docu-film più belli che abbia mai visto, se non il migliore in assoluto: pochi fronzoli e tanto cuore, dove Hansjorg ha pure il coraggio di mettersi a nudo in un modo unico, speciale, magnificamente bello.
    L’immagine di lui nel film colpisce coloro che sono in grado di capire cosa è l’alpinismo di ricerca, anche dei propri limiti, e la motivazione che spinge un uomo a inseguire la sua passione ed il suo istinto. Era tra i migliori livelli tecnici in circolazione, ed era veramente poliedrico nella sua completezza alpinistica, forse il migliore in questo aspetto.
    Non è morto durante una delle sue ascensioni solitarie ma per una scarica, dopo la realizzazione di una via nuova con altri due eccezionali alpinisti.

    Ricordiamoci di loro, ricordiamoci di lui…

  3. Per completare l’articolo oltre ai film citati manca il libro, in tedesco (Südwand: Vom Free-Solo-Kletterer zum Profibergsteiger), che ha scritto sulle sue scalate.
    Per chi conosce il tedesco … buona lettura

  4. Un giorno, dopo una via e chiacchierando di alpinismo, Lui mi ha detto una semplice frase per me bellissima e piena di una profonda e cosciente umiltà della sua dimensione umana.
    Cerco di ridirla, ma di sicuro non ci sono i suoi occhi e i suoi gesti.
    “Nella vita si incontrano persone che risplendono di luce propria e altre che fanno di tutto per farsi illuminare.”

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