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“A riveder le stelle”. La Valgrande arriva sul grande schermo

“Valgrande” si legge nei titoli di coda di “A riveder le stelle” (73′, 2020), docufilm in prossima uscita a firma del regista piemontese Emanuele Caruso. Una scelta obbligata, perché la valle, considerata l’area wilderness più grande d’Europa, con i suoi 152 km quadrati di estensione al confine fra il Piemonte e la Svizzera, è la protagonista principale di questa pellicola che parla di montagna, di risorse, di futuro incerto per la natura e l’umanità. Tra i protagonisti, accanto alla Valgrande, anche l’attore e alpinista Giuseppe Cederna, l’attrice Maya Sansa e l’epidemiologo Franco Berrino.

Una lettera al futuro dell’umanità

“Quando fra 50 / 100 / 200 anni l’uomo si domanderà perché l’umanità abbia permesso quella che sarà la più grande catastrofe della nostra storia, potrà trovare una risposta in questo viaggio documentario”, si legge nella sinossi che accompagna il trailer, disponibile sul canale Youtube di Obiettivo Cinema.

La vicenda narrata è quella di un gruppo di 7 persone, sconosciute tra loro ma impegnate insieme in un viaggio che li porterà in 7 giorni, ai primi di agosto 2019, ad attraversare a piedi il Parco Nazionale della Val Grande. Lasceranno a casa le proprie abitudini quotidiane del mondo moderno, i propri cellulari e i legami con la società cui appartengono. Scopo del loro viandare congiunto sarà riflettere insieme sul perché l’umanità stia fallendo nel salvaguardare il Pianeta. Partendo da se stessi, dai propri errori, dalle proprie mancanze.

“Soli, con i propri zaini e i loro pensieri, immersi in mezzo a una natura primordiale e lontani dalla società che li ha plasmati, avranno il compito di rispondere a quella domanda che dal futuro ci viene fatta: ‘Come abbiamo potuto permetterlo?’. Non è mai stato un problema di numeri, di dati, di conoscenze o previsioni. Ma solo e unicamente della nostra natura umana. Come loro, così ciascuno di noi, volente o no, alla fine, sarà chiamato a scegliere. A schierarsi. Nella speranza che questo presente possa cambiare quel futuro lontano, ma sempre più vicino”.

Un cammino in connessione con la natura

Una sorta di “compagnia dell’anello”, come è stata definita dal quotidiano Verbania Notizie, che ha raccolto la testimonianza degli attori al termine del loro viaggio, lontani dalla frenesia urbana. 36 km con un dislivello di 5.000 metri affrontati raccontando ciascuno la propria esperienza di vita.

“Abbiamo camminato connettendoci con la natura e tra di noi – ha raccontato Giuseppe Cederna – . Lo abbiamo fatto con una grande umiltà, creando un vero laboratorio di apertura verso il mondo, dove ognuno di noi si è raccontato e si è messo continuamente in gioco”.

Una fatica condivisa che li ha portati a sentirsi cambiati nel profondo, in appena 7 giorni. “Per me il viaggio è a piedi. Meglio se in salita, in montagna, dove la fatica e il ritmo pacificano la mente – ha commentato il dottor Berrino -. Amo accompagnare il ritmo del cammino recitando mentalmente un mantra, una sillaba ad ogni passo: RaMa DaSa SaSe SoHam, io sono questo, sono uno con l’infinito. Condividere la fatica del camminare rivela e consolida amicizie, come quelle nate in quei giorni con gli altri protagonisti della compagnia: Chiara, Corrado, Emanuele, Giuseppe, Lorenzo, Maya, Stefania, Valter”.

Un progetto a impatto zero

Particolarità del film è che sia stato girato interamente con 2 iPhone e un piccolo drone, utilizzando soltanto energia rinnovabile e sostenibile. Prodotto e Distribuito da Obiettivo Cinema, “A riveder le stelle” è stato realizzato con il supporto di Film Commission Torino Piemonte (Doc Film Fund) e del Parco Nazionale della Val Grande.

L’anteprima nazionale è fissata per venerdì 28 febbraio alle ore 20.30, presso il cinema Corso di Domodossola. Proiezione preceduta da una conferenza stampa di presentazione in programma a Torino.

Per il giovane regista di Alba (CN) Emanuele Caruso, “A riveder le stelle” rappresenta il secondo step di un percorso cinematografico finalizzato a raccontare la Valgrande. Nel 2018 ha infatti realizzato in auto-distribuzione “La terra buona”, un film ispirato a tre storie vere i cui protagonisti, che nella realtà non hanno mai avuto modo di incontrarsi, sono stati virtualmente catapultati dal regista nella valle piemontese. Una pellicola dal successo inaspettato, con oltre 55.000 biglietti venduti e un incasso al botteghino superiore ai 310.000 Euro.

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