Soul Silk

Soul Silk, un lungo viaggio a pedali dall’Italia alla Cina. Seconda puntata: dalla Croazia a Istanbul

Prosegue l’avventura di Yanez Borella, maestro di snowboard e ultrarunner, e Giacomo Meneghello, fotografo di montagna, impegnati nel progetto “Soul Silk”: ripercorrere in e-bike la Via della Seta, dall’Italia alla Cina, salendo una cima per ognuno degli Stati attraversati. Un viaggio di circa 100 giorni, oltre 10.000 km di strada e un numero incalcolabile di metri di dislivello. Il tutto trainando due carretti muniti di pannelli fotovoltaici, per ricaricare le batterie delle bici, e contenenti tutto ciò che può servire per affrontare in autosufficienza la lunga e impegnativa impresa.

La spedizione “Soul Silk”, di cui Montagna.TV è media partner, è nata dalla voglia di dimostrare che inseguire i propri sogni è possibile, basta avere il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort e mettersi in gioco. Dimostrando che è ancora possibile vivere viaggi e avventure vere, non solo “surrogati” preparati per noi.

La partenza dall’Italia è avvenuta il 19 aprile. I due viaggiatori hanno ora percorso il tratto da Vinkovci (Croazia) a Istanbul (Turchia). Ecco il loro racconto:

La mappa di “Soul Silk”, un lungo viaggio a pedali dall’Italia alla Cina

Il 28 aprile abbandoniamo la Croazia per dirigerci in Serbia: 218 chilometri di pedalata che ci portano lontani dalle tangenziali cui ci aveva abituato Zagabria, tra bellissime stradine di campagna il cui asfalto crea però qualche problema, dato che con il peso del carretto i sobbalzi sono ingigantiti e tocca sempre stare attenti a evitare le buche non con 2 ma con 4 ruote!

Di nuovo ci troviamo di fronte alla necessità di cambiare programma, stavolta non per qualche problema tecnico ma per il meteo. Pioggia e vento ci tengono compagnia da giorni e alla fine al posto del Midzor (2.169 m), una delle cime più elevate, al confine con la Bulgaria, optiamo per una vetta simbolica vicino agli impianti di risalita di Stara Planina, il Baba Zum (1.758 m): quanto meno il nome è simpatico!

Anche per arrivare al Baba Zum dobbiamo percorrere strade secondarie, un particolare che ci fa apparire la Serbia come una nazione povera e selvaggia, forse perché ci siamo addentrati nella sua parte più remota e nascosta, con continui saliscendi tortuosi, strade dissestate e paesini tra le cui umili case si vedono passare auto che da noi circolavano trent’anni fa. Zone di profonda campagna, rese pittoresche anche dalle numerose scritte in cirillico, che però ci rendono la vita meno facile anche a tavola, dove ci vuole un po’ per capire cosa stiamo ordinando. Spesso è un terno al lotto!

Il 1° maggio partiamo alla volta della Bulgaria, puntando dritti alla capitale Sofia. Una vera metropoli, in pieno contrasto con i paesini di campagna frammisti ad aree industriali che si dipanano tutto attorno e ci ricordano un po’ gli scenari già visti in Serbia. A questo giro riusciamo a rispettare i programmi e ci dirigiamo verso il Musala (2.925 m), la vetta più alta della nazione. Bici e carretti restano in custodia del soccorso alpino (veramente da ringraziare!) a Borovec, il classico paese nato dal nulla per fare business in montagna, mentre noi ci dirigiamo verso la vetta, raggiunta all’alba dopo una notte in bivacco. Decisamente avventurosa come nottata, perché qualcuno non aveva chiuso la porta e da molto!

Tra Serbia e Bulgaria la sensazione è la medesima: quella di essere in una parte d’Europa in cui la gente pare rude. In realtà è che non parlano una parola di inglese e cercano di mostrarsi gentili nonostante le difficoltà comunicative.

Portata a termine anche la salita bulgara è tempo di puntare al Paese delle mille e una notte, la Turchia! Dettaglio divertente: mentre ci avviciniamo al confine turco, ci ritroviamo a superare un viaggiatore – un po’ avanti con gli anni ma decisamente giovane per tempra – già incrociato e superato a Sofia. Saluti e video sono di rito per immortalare la curiosa combinazione, resa possibile dalla nostra deviazione per il Musala.

Superata la dogana approdiamo a Edirne e, con altri due giorni di viaggio, raggiungiamo finalmente Istanbul, la città che unisce ciò che il Bosforo divide: Europa e Asia. La capitale sarà punto di partenza per un lungo percorso, di almeno 2.000 km, che ci porterà ad attraversare lo Stato da ovest a est. Decidiamo pertanto di goderci un po’ questa città dai mille colori, un mix di culture in cui storia e tradizione si mescolano a turismo, commercio e tanto traffico. Istanbul è un vero delirio con la bicicletta, soprattutto se dotata di carretto! Auto e motorini sfrecciano da ogni dove. Nonostante questi piccoli problemi, bisogna dire che quello turco è un popolo accogliente. Persino la polizia ci tratta con accondiscendenza.

Facciamo un resoconto di questi 9 giorni di viaggio che dalla Croazia ci hanno portati a Istanbul: 1.339 chilometri totali, di cui 1.302 in bici, 17 sugli sci e 20 a piedi. Dislivello totale: 11.100 metri. Per darvi un’idea delle calorie che consumiamo e che tocca assumere, pedalare una e-bike con un carretto da 80 chili per 6-7 ore al giorno ci porta a bruciare almeno 2.000 calorie a tappa. Per recuperare energie ci adattiamo a quello che “offre la casa”, per esempio in Serbia una brioche con wurstel per colazione…

 Leggi le precedenti puntate:

  1. Dalla Marmolada alla Croazia

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