Sport estremi

Un concerto nell’Artico con strumenti di ghiaccio per sensibilizzare sul cambiamento climatico

Negli ultimi tempi più volte abbiamo affrontato il tema della musica in ambienti naturali fragili. Concerti che suscitano ogni volta qualche perplessità, in merito al potenziale inquinamento acustico e, nei casi in cui si parli di spettatori numerosi, anche dell’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Eppure ogni musicista che si cimenti in spettacoli in ambienti naturali, a volte estremi, si dichiara mosso da un impegno morale nei confronti della natura. Ogni concerto diventa un evento per sensibilizzare gli spettatori, se non il mondo intero, sulla bellezza del nostro Pianeta e sulla sua fragilità e viene organizzato in maniera tale da impattare quanto meno sulla natura.

L’esempio più recente arriva da Greenpeace, che ha organizzato un concerto a -12 gradi, tra i ghiacci artici delle isole Svalbard, per sensibilizzare sugli effetti disastrosi del cambiamento climatico. 

Lo scorso aprile (e anche negli ultimi giorni, mentre qui in Italia ci lamentavamo della neve di maggio) l’Artico ha mostrato temperature di ben 8 gradi oltre la media del periodo. Una condizione che tra l’altro ha reso complessa l’organizzazione di questo concerto, realizzato con strumenti di ghiaccio che hanno iniziato a sciogliersi prima ancora di iniziare a suonare. È stata necessaria una settimana di attesa delle condizioni idonee per riuscire nell’impresa.

Abbiamo portato quattro musicisti e un artista che scolpisce il ghiaccio nell’Artico per dare al ghiaccio la propria voce per cantare, come rappresentazione della fragilità della regione e di quanto si stia avvicinando allo scioglimento. È un’idea che solo Greenpeace poteva realizzare” – si legge sul sito dell’associazione.

I musicisti hanno suonato un brano inedito, “Ocean memories“, utilizzando campane, corni, percussioni e un violoncello “glaciali”, per lanciare ai leader mondiali il messaggio di impegnarsi per proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030.

Al termine della performance, il musicista principale Terje Isungset, ha dichiarato “Bisogna trattare il ghiaccio con rispetto o si rompe. Dovremmo fare lo stesso con la natura”.

Il concerto polare è solo la prima tappa di quello che Greenpeace annuncia come un viaggio dall’Artico all’Antartide, durante il quale verranno condotte numerose ricerche scientifiche per dimostrare ai leader mondiali la necessità di una strategia globale per la protezione degli oceani.

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2 Commenti

  1. Molto interessante: riuscire a creare degli strumenti puliti, con il ghiaccio e suonarli. Mi rammenta un organo elettrico sentito in Virginia, nella profondità delle Lorrach Caves, che percuoteva delicatamente, con martelletti ovattati, delle stalattiti, ricavandone suoni melodici e musiche altrettanto stupende.

  2. GLI EFFETTI DISASTROSI LI FA’ L’UOMO NON IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
    INFORMATEVI SUL MINIMO DI LANDSCHEIDT , NELL’ANNO MILLE CIRCA LA GROENLANDIA ERA TUTTA VERDE DA LI IL SUO NOME, PARLATE SOLO DI MONTAGNA.

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