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Sola nel bianco dell’Antartide per 1485 km, l’avventura sugli sci da record di Polar Preet

“Sono in Antartide per la mia spedizione in solitaria senza assistenza attraverso il continente (passando per il Polo Sud). Ciò implica un viaggio di oltre 1100 miglia (1170 km circa), affrontato trainando una slitta con tutto il mio equipaggiamento, combattendo contro temperature fino a -50°C e una velocità del vento fino a 60 miglia all’ora (96 kmh circa). Questo viaggio durerà circa 70 – 75 giorni.”

Questo il messaggio con cui Preet Chandi, 33 anni di Derby (Inghilterra), ufficiale dell’esercito britannico, annunciava di essere pronta a dare il via al suo tentativo di traversata antartica in solitaria sugli sci e senza assistenza, iniziato il 13 novembre 2022 da Hercules Inlet e terminato il 23 gennaio 2023, dopo 70 giorni e 16 ore, non esattamente dove avrebbe voluto. Proposito iniziale era di raggiungere il Reedy Glacier ma si è fermata a circa 150 km da quello che avrebbe dovuto essere il suo traguardo, a causa di un rallentamento sulla tabella di marcia dovuto alle condizioni meteo avverse. Ad ogni modo, la distanza totale coperta nei suoi 70 giorni di avventura immersa nel bianco del continente antartico, pari a 1.485 km, sono da considerarsi un record. Doppio.

Da un lato Polar Preet ha battuto il record femminile di distanza coperta sugli sci, in solitaria e senza supporto in Antartide, stabilito da Anja Blacha nel 2020 (pari a 1.381 km). Dall’altro ha battuto il record mondiale di distanza coperta in solitaria senza assistenza stabilito nel 2015 da da Henry Worsley, tenente colonnello in pensione, pari a 1.459,8 km. Partito con l’intento di completare la traversata coast to coast Worsley si era arrestato a 200 km dal traguardo a causa di problemi di salute e, recuperato dal plateau, è successivamente morto in un ospedale cileno.

Il sogno antartico

Il tentativo di traversata non è la prima avventura che vede Preet in solitaria tra i ghiacci antartici. Nel gennaio 2022, in 40 giorni, ha raggiunto il Polo Sud, coprendo una distanza di circa 1.126 km sugli sci. Quella che è stata ribattezzata “fase 1” della sua spedizione, proseguita nell’estate australe 2022/2023 con la “fase 2” che l’ha vista tornare nel continente bianco col sogno di attraversarlo da parte a parte.

Ma perché cimentarsi in simili imprese estreme? Perché “niente è impossibile”, spiega Preet sul suo blog. “Ho sempre avuto l’idea di poter realizzare qualcosa di grande, qualcosa che mi permettesse di essere un modello. Voglio che mia nipote di 11 anni cresca senza confini, sapendo che le possibilità di ciò che puoi ottenere nella vita sono infinite. Questo viaggio mira a ispirare le generazioni future a raggiungere ciò che desiderano e incoraggiare gli altri a spingersi oltre i propri limiti.”

Chi è Preet?

Ma facciamo un passo indietro, cercando di capire chi sia Polar Preet e quale percorso di vita l’abbia condotta all’Antartide. A 19 anni, Preet è entrata a far parte delle Riserve dell’Esercito e nel 2012 ha conseguito una laurea in fisioterapia. Ha nel mentre iniziato ad appassionarsi alle sfide, partendo con una mezza maratona, per poi passare a una maratona e una ultra maratona. Ha alzato man mano l’asticella delle difficoltà, “e la mia definizione di ciò che è normale è cambiata.”

A 27 anni ha deciso di arruolarsi nell’esercito “e da allora non ho più guardato indietro”.  É stata inviata come membro dell’esercito in Nepal, Kenya, Sud Sudan. E accanto al lavoro, ha ritagliato del tempo per fare escursioni e arrampicare in Kenya, Marocco, Messico, Alpi, Bolivia, Perù, Islanda, Nepal e altre aree del mondo.

Nella sua carriera militare ha avuto modo di svolgere delle spedizioni di addestramento in Groenlandia e Norvegia, esperienze che “mi hanno aiutato a prepararmi per la prima fase che mi ha avvicinato di un passo alla traversata dell’Antartide.”

Oggi, all’interno dell’esercito, con base a Buckinghamshire, svolge come ruolo principale quello di fisioterapista presso un’unità di riabilitazione regionale che assiste soldati e ufficiali feriti. Per dedicarsi alla spedizione ha chiesto un congedo e il risultato ottenuto è stato accolto dall’esercito con grande orgoglio. Come riportato dal The Independent, il tenente generale Sharon Nesmith, vice capo di stato maggiore, ha dichiarato: “L’esercito britannico è immensamente orgoglioso del capitano Chandi. Raggiungere ciò che ha di fronte in condizioni estremamente difficili e combattere coraggiosamente, rifiutando di arrendersi, e dare il meglio di sé, è di grande ispirazione per tante persone in tutto il mondo”.

L’Antartide non si conquista, si rispetta

I 70 giorni vissuti tra i ghiacci antartici sono stati raccontati da Preet in un blog aggiornato con costanza, un mezzo per sentirsi vicina al resto del mondo, e viceversa. Nel blog ha raccontato le giornate rese difficili dalle temperature rigide, dal vento, dalla solitudine. Di seguito il suo pensiero a conclusione della quasi traversata:

“Ciao a tutti, mi scuso per il ritardo nella pubblicazione del post finale. È stata tutta una corsa tra completare l’impresa e tornare in Cile dall’Antartide. Ho finito il 23 e ho scritto questo post sul blog durante il viaggio di ritorno a Union Glacier. Mi ci sono volute 24 ore per raggiungere il punto di recupero, è stata una giornata davvero dura e sono ancora abbastanza esausta. Sono delusa di aver esaurito il tempo per effettuare la traversata dell’Antartide che avrebbe dovuto essere di circa altre 100 miglia. Ma sento anche di aver fatto tutto il possibile. Non mi sono presa un solo giorno libero in 70 giorni e ho dato il massimo ogni singolo giorno.

Sono anche fiera di me stessa, ho continuato quando era dura, quando pensavo di non farcela più. Volevo continuare a spingere i miei limiti e, si spera, ispirare gli altri a fare lo stesso. Volevo dimostrare che non importa da dove vieni, che aspetto hai o quale sia la tua base di partenza, puoi davvero ottenere qualsiasi cosa. Molte persone mi hanno detto che non sarei stata in grado di raggiungere degli obiettivi, volevano che mi infilassi in una scatola, sono sicura che queste persone ora non lo ammetterebbero, ma sono così felice di non averle ascoltate. Se una donna punjabi del Derby può farlo, allora chiunque può ottenere qualsiasi cosa. 

Rupi Kaur (poetessa del Punjab, nda) ha detto ‘Rimango in piedi sui sacrifici di un milione di donne venute prima di me, pensando a cosa posso fare per rendere questa montagna più alta in modo che le donne dopo di me possano vedere più lontano‘, io spero di aver reso quella montagna un po’ più alta. Sei capace di così tanto, non permettere a nessuno di dirti che non lo sei.

E infine, parlando di Antartide: questo non è un posto che conquisti, è un posto che tratti con rispetto e speri che ti permetta un attraversamento sicuro. Grazie per avermi permesso di farlo.”

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