Dichiarati morti gli alpinisti Marc-André Leclerc e Ryan Johnson, scomparsi 7 giorni fa in Alaska
Serge, il padre di Marc-André Leclerc – l’alpinista scomparso con il compagno di scalata Georges “Ryan” Johnson dopo aver scalato una della Torri di Mendenhall in Alaska e di cui non si hanno notizie da lunedì scorso – con un lungo post pubblicato su Facebook ha dichiarato morto il figlio.
Di seguito le parole del padre:
«A tutti i nostri amici vicini e lontani che ci sostengono e pregano per Marc André, ho voluto fare questo annuncio a tutti voi prima che vi arrivasse dai notiziari. Purtroppo abbiamo perso 2 scalatori davvero grandi e io ho perso un figlio di cui sono molto orgoglioso. Grazie per il supporto in questo momento difficile. Il mio cuore è spezzato. Una parte di me se n’è andata con lui.
La nostra famiglia apprezza tutte le vostre preghiere e vorremmo chiedervi un po’ di privacy mentre affrontiamo questi devastanti momenti. Marc-André era un uomo meraviglioso e pieno d’amore e ha lasciato un segno in molte persone. Sarà ricordato e amato per sempre. So che è con il nostro Signore e io un giorno sarò di nuovo con lui».
I militari dello stato dell’Alaska ed il soccorso montano di Juneau – entrambi impegnati nelle ricerche – non hanno confermato la notizia, ma il capo delle operazioni di soccorso Jackie Ebert ha detto «di aspettarsi che i comunicati stampa ufficiali siano pubblicati entro la giornata di oggi».
La dichiarazione arriva dopo che la Guardia nazionale dell’esercito, la Juneau Mountain Rescue e la guardia costiera degli Stati Uniti hanno dedicato sei giorni alle ricerche dei due alpinisti.

Ricerche notevolmente ostacolate dal meteo, che hanno costretto per molto tempo gli elicotteri a terra, tranne ieri, quando i team di soccorso sono riusciti a sorvolare e a battere per tutta la giornata gran parte della zona delle Mendenhall Towers, cime che si elevano fino ai 2100 metri e che alla base presentano un grosso ghiacciaio.
I soldi finora raccolti verranno in parte dati al figlio di due anni e mezzo di Johnson, Milo, perché nonostante la perdita del padre possa crescere serenamente.
Sia Johnson che Leclerc erano scalatori estremamente esperti. Johnson aveva scalato le Torri più volte e all’inizio dell’anno aveva ricevuto una sovvenzione di 3mila dollari dall’American Alpine Club per scalare il Monte Hayes, in Alaska.
Leclerc, come già scritto, è diventato rapidamente uno dei fuoriclasse più promettenti dell’alpinismo mondiale. John Irvine, manager di un suo sponsor e amico del giovane canadese, ha definito Leclerc un «prodigio». Una persona che nonostante la fama «è rimasto umile e continuava a condividere con gli altri il suo grande amore per l’arrampicata».
La morte di Leclerc segna una perdita importantissima per l’alpinismo americano e mondiale. Un fuoriclasse definito da Messner «tra i più forti al mondo», che tantissimo aveva ancora da dare a questo mondo.
Congratulazioni. Buona penna. Anche se in un linguaggio rigido scriverei: per l’alpinismo USA. Meno servile, visto che il continente di Vespucci va da un polo all’altro.
L’alpinismo moderno di punta ha obiettivi che noi salitore comuni di crode immaginiamo a stento e sta esigendo un numero di giovani che nel passato non ha precedenti. Negli ultimi anni davvero troppi io non ricordo una cosa del genere