Alpinismo

Confortola rientrato: “Mai più sul K2”

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MALPENSA, Varese — L’aereo proveniente da Londra ha toccato la pista di Malpensa intorno alle 22.35. Un quarto d’ora dopo, le porte mobili dell’aerostazione si sono aperte e sono spuntati Marco Confrotola, su una sedia a rotelle per i congelamenti ai piedi subiti sul K2, e il compagno Roberto Manni. Si chiude così una vicenda che ha lasciato tutt’Italia con il fiato sospeso.

Quella sulla seconda montagna più alta della Terra è un’esperienza che Confortola non dimenticherà per tutta la vita. Quella vita che è riuscito – con coraggio, caparbietà e un po’di fortuna – a portare a casa. Al suo arrivo ha abbracciato parenti e amici, quelli che gli sono stati vicini, nonostante i chilometri di distanza.
 
Il  K2 lo ha segnato psicologicamente e fisicamente : "Non tornerò più sul K2 né sull’ Annapurna – ha detto il valtellinese in una piccola conferenza stampa nella saletta dell’aeroporto -. E’ andata bene una volta…".
 
Durante l’incontro con i giornalisti, l’alpinista ha tenuto a precisare che quella sul K2 non era una spedizione improvvisata. "Era stata pensata bene. E tutti i compagni con cui sono salito erano alpinisti seri". Undici di loro hanno perso la vita lassù. Ma questo è il K2, una montagna micidiale, forse la più difficile in assoluto, che ha un primato sinistro: su quattro persone che la scalano, una perde la vita.
 
Confortola è fra quelli che ce l’ha fatta. "Se avessi mollato – ha detto – ora non sarei qui. Io ho una testa tosta, sono un guerriero, un combattivo e non mollo mai".
 
Ora, dopo aver riabbracciato i genitori che l’hanno atteso nella loro casa di Santa Caterina di Valfurva,  un’ultima preoccupazione: curare i piedi colpiti da congelamento durante quella notte passata all’addiaccio a 8300 metri d’altezza. Ieri, subito dopo l’atterraggio previsto per le 17.45, Confortola avrebbe dovuto dirigersi a Padova per le visite delle specialista Antoni Picchi. Ma un ritardo del volo da Islamabad e una coincidenza persa a Londra hanno fatto saltare l’appuntamento che è rimandato alla prossima settimana.
 
 "Ora voglio curare i miei piedi. voglio tornare in Valfurva e ritrovare la mia gente", ha detto l’alpinista congedandosi dai giornalisti.

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