Alpinismo

Manni, la tristezza di chi rimane

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BERGAMO — "Qui sembra un grande baraccone. E’ una situazione molto, molto triste". Amareggiato, stanco e forse ancora incredulo per l’inferno che si è scatenato negli ultimi giorni al K2, Roberto Manni ha raccontato al telefono ad Agostino Da Polenza qual è la situazione attuale al campo base della montagna. Mentre si attende l’arrivo dell’elicottero, che tempo permettendo avverrà domani, le altre spedizioni fanno i bagagli e ad una ad una si preparano al rientro.

Felice e palesemente sollevato per l’arrivo di Marco Confortola al campo base, Roberto Manni ha ripercorso al telefono con Agostino Da Polenza quest’ultima lunga giornata al K2. "Oggi Marco è stato davvero molto bravo – ha detto Manni -: è riuscito per prima cosa ad abbassarsi al campo avanzato perchè purtroppo l’elicottero non riusciva ad andare al campo 1. Fortunatamente Marco si è messo in moto presto con l’aiuto di due sherpa e di un ragazzo americano, perchè poi ha dovuto scendere fino al base".
 
"Comunque è andato tutto bene, ha fatto un grosso sforzo, è stato bravissimo – ha aggiunto l’alpinista. Dopo il primo momento di grande gioia per l’arrivo di Confortola al campo base, i pensieri non potevano non soffermarsi sulla tragedia che tante persone stanno vivendo in queste ore alle pendici del K2. "Sembra un grande baraccone – ha detto Manni -. E’ tutto molto, molto triste. Quasi non si ha il coraggio di guardarsi in faccia per quel che è successo sopra la nostra testa".
 
Intanto le prime spedizioni inziano a lasciare il campo base. "I primi ad andar via sono stati ieri i serbi. Loro hanno perso un amico di 33 anni, io l’ho visto venir giù personalmente. Ha fatto un volo di 400 metri cadendo sulla roccia e sulla neve. Alla fine è rimasto lì".
 
 
Valentina d’Angella
 

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