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Torcia sull’Everest: sale la protesta

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PECHINO, Cina — Per festeggiare le Olimpiadi di Pechino 2008, la fiaccola olimpica percorrerà il tragitto più lungo della sua storia. E, viste le avvisaglie, quello più travagliato. Nei giorni scorsi, attivisti politici e ambientalisti hanno fortemente contestato il passaggio della fiaccola sulle montagne del Tibet (territorio occupato dai cinesi) e sull’Everest.

Come annunciato dalle autorità cinesi, il viaggio della fiaccola inizierà il 31 marzo 2008 e si chiuderà l’8 agosto con l’inizio dei giochi a Pechino. Si tratta di 85mila miglia da percorrere in 130 giorni, da Atene alla capitale cinese, passando per la vetta dell’Everest: salendo dal versante nepalese e scendendo da quello tibetano.
 
L’annuncio ufficiale è stato dato da Liu Qi, capo del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Pechino, durante una cerimonia tenutasi nella capitale cinese nei giorni scorsi. Alla cerimonia ha partecipato anche Jacques Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale, che ha auspicato che "il viaggio della torcia olimpica del 2008 unisca genti di differenti nazionalità, razze, e credo religiosi in armonia, amicizia e rispetto".
 
Un bell’auspicio, che però sembra scontrarsi con la realtà. Nei giorni precedenti la cerimonia, al campo base dell’Everest, alcuni attivisti americani dell’organizzazione "Students for a Free Tibet", contrari al passaggio della torcia sul versante nord della montagna hanno contestato fortemente l’iniziativa cinese.
 
Gli studenti hanno invocato l’indipendenza del Tibet dall’occupazione cinese che dura dal 1951 e che tuttora è interessata da episodi di violenza e repressione. Al campo base dell’Everest, Tenzin Dorjee, tibeto-americano in esilio e tre studentese statunitensi hanno esposto uno striscione con la scritta: "One World, One Dream, Free Tibet 2008". Dorjee indossava anche una maglietta recante il messaggio "No Torch through Tibet".
 
Tutti e quattro sono stati arrestati ed espulsi dal paese. Questo episodio e le invocazioni allo spirito olimpico provenienti dal presidente della Students for a Free Tibet, non hanno minimamente scalfito le autorità cinesi nè in alcun modo condizionato le celebrazioni in vista delle Olimpiadi.
 
Ma gli attivisti politici non sono gli unici a protestare. Secondo quanto riferito da Explorersweb, numerose associazioni ambientaliste avrebbero denunciato il traffico previsto per il 2008 sull’Everest come "danno ambientale".
 
Non solo. Altre polemiche di fuoco riguardano il passaggio della torci nell’isola di Taiwan, un altro territorio che reclama l’indipendenza ma che la Cina considera a tutti gli effetti suo.

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