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Clima, accordo sulla riduzione della Co2

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BANGKOK, Thailandia — Per attenuare il surriscaldamento globale saranno cruciali i prossimi 20-30 anni. E’ quanto emerge dal terzo rapporto redatto dagli scienziati dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), organo che agisce sotto l’egida dell’Onu, sulle possibili iniziative da adottare per ridurre l’effetto serra. L’accordo stabilisce limiti precisi per le concentrazioni di Co2 nei prossimi anni.

 
Il patto tra 2500 esperti e oltre 100 governi di tutto il mondo è stato siglato stamattina nella sede delle Nazioni Unite di Bangkok, in Thailandia.
Tutto si è concluso intorno alle prime ore del mattino. Gli esperti del clima hanno affermato che il processo è tecnologicamente ed economicamente sostenibile.
 
Il rapporto, intitolato "Mitigation of climate change" (Mitigazione del cambiamento climatico), affronta i modi per rallentare la produzione di anidride carbonica, causa del riscaldamento del globo.
 
La concentrazione attuale di Co2 è di 385 parti per milione. Ma senza interventi, la cifra potrebbe salire a dismisura e oltrepassare il limite di guardi anche prima del 2050. Infatti, gli studi hanno confermato che, se si supereranno le 550 parti per milione, il processo climatico diventerà irreversibile, le temperature si innalzeranno di due gradi centigradi (oggi siamo già a più uno) rispetto al secolo scorso.
 
Ciò causerebbe lo scioglimento del Polo Nord e l’alterazione di varie zone climatiche terrestri. Pertantoò il comitato ha fissato un limite compreso tra le 445 e le 550 parti, soglia che andrà rispettata se non si vuole rischiare la distruzione del pianeta.
 
"Le emissioni mondiali di gas che causano l’effetto serra devono decrescere a partire dal 2015 se si vuole mantenere l’aumento della temperatura media del pianeta fra i 2 e i 2,4 gradi centigradi", affermano gli esperti dell’Ipcc.
 
Gli studiosi hanno aggiunto che contenere entro i due gradi il riscaldamento globale costerebbe appena lo 0,12 per cento del Pil (Prodotto interno lordo) mondiale, ma eviterebbe un disastro climatico.
 
Come sempre, c’è stato chi non era proprio d’accordo con quanto presentato dall’organizzazione dell’Onu. La Cina ha cercato di proporre limiti di concentrazione più elevati, ribadendo la sua ostilità nei confronti del Protocollo di Kyoto.
 
Il documento, che esorta anche ad un uso maggiore di energie rinnovabili (solare, idrica ed eolica), è il terzo reso noto dal Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico. Il primo aveva approfondito le prove dell’effetto serra, mentre il secondo si era focalizzato sui possibili impatti ambientali. 
 
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Valentina Corti

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