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Cop16, montagne in pericolo: l'unione fa la forza

Cop16 - Il side vent "Mountains in peril"
Cop16 - Il side vent "Mountains in peril"

CANCUN, Messico — “Le montagne sono sproporzionatamente vulnerabili al cambiamento climatico, per colpa dell’incremento più veloce delle temperature in alta quota, fenomeno che sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e che le espone ad eventi meteo sempre più estremi”. Queste le parole che ha usato Madhav Karki, vicedirettore generale dell’Icimod, per introdurre il side event ‘Mountains in Peril: Mainstreaming the Sustainable Mountain Development Agenda into Climate Change Agreements’, tenutosi lo scorso 2 dicembre a Cancun, in Messico, in occasione del Cop16, dove tutti gli intervenuti hanno sottolineato la necessità di unirsi per evitare che le montagne restino un tema marginale nelle negoziazioni internazionali.

Il side event, organizzato dall’International Centre for Integrated Mountain Development e dal governo nepalese, ha riunito esperti delle organizzazioni private e governative che lavorano sui temi del cambiamento climatico in Himalaya, cercando di porre la montagna all’attenzione dei grandi della Terra per la definizione di strategie per lo sviluppo sostenibile, di gestione del rischio e di adattamento. Tutti i paesi di montagna sono stati chiamati a partecipare alla Mountain Initiative promossa dal governo del Nepal.

Karki, introducendo il side event, ha sollevato la questione del gap di informazioni sugli impatti del cambiamento climatico sulle regioni montane, specialmente in Himalaya, e ha sottolinato come i cambiamenti climatici in quota debbano entrare nelle Rio Conventions, la Convention for Biological Diversity (CBD) e l’UNFCCC Climate Convention.

Paolo Bonasoni dell’EvK2Cnr e del Nast ha parlato dei black carbon e dell’ozono, considerati due dei più importanti inquinanti che contribuiscono al riscaldamento globale. Il tedesco Matthias Seebauer della UNIQUE Consultancy e il nepalese Nabaraj Dahal hanno parlato del progetto REDD per le foreste, applicato in alcuni villaggi himalayani.

Tashi Jamtsho del Bhutan ha sottolineato la necessità di agire subito e ha parlato della ‘The Climate Summit for a Living Himalayas’ in programma in Bhutan per ottobre, dove vuole stilare un piano di adattamento decennale comune a Bhutan, Bangladesh, India e Nepal, tutti paesi dell’Himalaya sud orientale. “In Himalaya gli impatti dei mutamenti climatici si stanno manifestando in modo molto rapido – ha detto al side event – il tempo per agire sta scadendo.

Karumuri Ashok dell’Indian Institute of Tropical Meteorology ha esposto alcune ricerche condotte sul clima himalayano in mutamento, dando un excursus dei diversi interventi compresi nell’Himalayan Mission dell’Indian National Action Plan on Climate Change.

Batu Krishna Uprety del governo nepalese ha spiegato come il suo paese sta spingendo verso iniziative per far fronte ai cambiamenti climatici, a partire dal National Adaptation Plan of Action (NAPA) declinato in diversi piani locali, fino alla Mountain Initiative in cui si vogliono coinvolgere tutti i paesi del mondo che si estendono su territori di montagna, in tutto o in parte, sia che siano avanzati sia in via di sviluppo.

“Questi interventi evidenziano l’importanza di un approccio comune e transfrontaliero – ha detto John Drexhage dell’Iisd -. La Mountain Initiative in particolare, per il suo respiro globale, è fondamentale perchè le montagne non restino un tema marginale nelle negoziazioni internazionali”.

Info Mountain Initiative: http://www.icimod.org/mountaininitiative

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