
La salita alla cima del Blinnenhorn è un’ascensione d’alta quota, ben oltre i 3000 metri. L’itinerario è incantevole, con scorci sui paesaggi dell’Alta Val Formazza, dell’Ossola e oltre il confine verso la Svizzera. Lungo il percorso si possono ammirare il Lago di Morasco, dominato dalle snelle forme del massiccio del Corno di Ban, e le verdi acque del Lago del Sabbione, ai piedi della maestosa Punta d’Arbola (3235 m), con ciò che resta del suo ghiacciaio, che degrada docilmente verso le rocce moreniche a diretto contatto con l’acqua. L’altopiano su cui sorge il Rifugio Claudio e Bruno, punto consigliato per il pernottamento, è invece dominato dalla severa sagoma della Punta del Sabbione (3182 m).
Il Blinnenhorn è una delle cime più elevate delle Alpi Lepontine, seconda solo alla piramide del Monte Leone. Nonostante il suo nome italiano, “Corno Cieco”, l’ascesa e il panorama di vetta è particolarmente ampio e scenografico. Il toponimo sembrerebbe derivare dal fatto che la cima non sia visibile dal fondovalle. Il sentiero sino al rifugio Claudio e Bruno è ben segnalato, con cartelli e segni di sentiero. La salita alla cima, si svolge su tracce agevoli, indicate da ometti in pietra, tra pietraie, morene e possibili nevai, visto la quota e le abbondanti precipitazioni della Val Formazza. L’itinerario richiede attenzione, per la quota e i repentini cambiamenti di tempo, tipici dell’alta Val Formazza. Il ghiacciaio che una volta avvolgeva la vetta è in stato di fortissimo regresso ed è possibile muoversi lungo il percorso sfiorandolo e senza porvi piede.
L’itinerario
Giorno 1: Da Riale al Rifugio Claudio e Bruno
Partenza: Formazza m(VB), loc. Riale
Dislivello: +985 m
Tempo di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: E
Dal borgo di Riale, si procede su strada asfaltata fino al parcheggio, sotto l’evidente diga del Lago di Morasco. Si sale ora a piedi lungo la strada di servizio dell’Enel, tenendo la destra (indicazioni G0). Si costeggia poi il lago su comoda sterrata, fino a uno spiazzo dove si trovano le funicolari dell’Enel. Vari cartelli indicano la direzione per il rifugio Claudio e Bruno. Si scende brevemente per attraversare un torrente e ci si addentra nel ripido canalone del Sabbione (G39), superando un vecchio baitello in pietra. Si risale il pendio fino al Rifugio Cesare Mores (2550 m) e al vicino Rifugio Somma Lombardo (2561 m), costruiti originariamente come alloggi di servizio per i lavori dell’invaso, poi riconvertiti in strutture d’accoglienza. Si scende, quindi, brevemente alla diga del Sabbione (2466 m), che si attraversa per portarsi sulla sponda opposta del lago. Qui lo scenario assume un’estetica da grande nord: la Punta d’Arbola con il suo ghiacciaio, ormai in gran parte ridotto a nuda roccia, sovrasta le acque verdi e tranquille dell’invaso. D’ora in poi, superate le strutture energetiche, il paesaggio assume l’aspetto naturale tipico dell’alta montagna. Sul versante orografico destro, si stagliano le vette glabre del Corno di Ban (3027 m), della Punta del Vallone e dei Gemelli di Ban. Continuando in leggera salita lungo il sentiero (G39), costeggiando il lago, si giunge infine al Rifugio Claudio e Bruno (2731 m), posto ai piedi delle masse di roccia, neve e ghiaccio della Punta del Sabbione (3182 m) e della Punta d’Arbola (3235 m), dove si pernotta (prenotazione fortemente consigliata).
Giorno 2: Dal Rifugio Claudio e Bruno al Blinnenhorn e ritorno a Riale
Partenza: Rifugio Claudio e Bruno (2713 m)
Dislivello : +661 m; –1646 m
Tempo di percorrenza: 5.30 ore
Difficoltà: EE/F
Dal rifugio Claudio e Bruno, si segue inizialmente il sentiero per il Rifugio 3A, abbandonandolo quasi subito per deviare bruscamente a sinistra. Si affrontano ripidi ghiaioni e tratti morenici, seguendo con attenzione gli ometti in pietra (attenzione in caso di nebbia). Con l’aumentare della quota, il panorama si amplia notevolmente. Si costeggia il ghiacciaio, ormai quasi interamente ridotto a pietraia, sfiorandolo solo in brevi tratti non impegnativi (ramponi consigliati a inizio stagione, soprattutto se c’è ancora neve). L’ultima parte dell’ascesa si svolge su terreno ripido, ma semplice, fino all’intaglio finale, da cui si raggiunge facilmente la vetta del Blinnenhorn (3374 m), agghindata con una croce e vari altarini. Dalla cima, la visuale è vastissima: si spazia dalle vette dell’Ossola, tra le quali spiccano il Monte Rosa e il Monte Leone, alle montagne del Vallese e del Bernese, una sfilata di alte creste, dalle quali si ergono abbondantemente sopra i 3700 metri e i 4000 metri grandi cime come Aletschhorn, Mönch, e Grünhorn.
Bettelmatt: il tesoro caseario dell’Ossola
Il Bettelmatt è un formaggio d’alpeggio raro e prelibato, prodotto esclusivamente durante l’estate negli alpeggi dell’Alta Ossola, tra i 1800 e i 2400 metri di altitudine. Realizzato con latte crudo di Vacca Bruna Alpina, viene affinato per almeno 3-4 mesi. La sua produzione è estremamente limitata e si concentra in località come Morasco, Castel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno e Sangiatto. Il sapore, ricco e inconfondibile, è attribuito alla presenza dell’erba “mottolina”, di cui si nutrono le mandrie. Le forme sono rotonde, con diametri tra i 30 e i 40 cm e un peso che varia tra i 4 e i 7 kg. Già nel XIII secolo veniva usato come mezzo di pagamento per affitti, concessioni e tributi.
Come arrivare
Autostrada A26, direzione Gravellona Toce, fino al termine. Si prosegue poi lungo la statale del Sempione fino a Crevoladossola, passando per Crodo, Baceno e Premia, dove si imbocca la Valle Antigorio-Formazza. Si continua senza deviazioni fino a raggiungere Riale, ultimo villaggio della valle.
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