Itinerari

Tre magnifici laghi della Val d’Ossola da scoprire passo dopo passo

Si cammina in Val Formazza o nei Parchi del Devero e del Veglia al cospetto di montagne di grande fascino. Che amano specchiarsi nei laghetti che si distendono ai loro piedi

È un territorio molto variegato quello dell’Ossola, anche perché la zona potrebbe definirsi come una vera e propria regione alpina più che come una valle, quella del Toce, con le sue numerose diramazioni laterali. Anche da un punto di vita estetico sono molte le sue peculiarità e differenze, con montagne celeberrime, come il Monte Rosa e altre meno note se non addirittura conosciute solo dai frequentatori più affezionati della Val d’Ossola. Tutte le valli sono ricche di acqua: torrenti, cascate, fiumi e laghi dove si specchiano le montagne. Sono moltissimi gli specchi d’acqua della Val d’Ossola, difficilmente numerabili, anche se, in alcuni censimenti, si parla di circa 350. La classificazione è difficile, in quanto alcuni sono effimeri, poiché dipendono dalle precipitazioni e dal disgelo, altri sono originati dalla retrazione dei ghiacciai o da sbarramenti morenici. Ci sono poi i bacini artificiali, originati da acque preesistenti il cui livello è stato innalzato da dighe e opere idroelettriche, oppure nati ex novo, dall’allagamento di conche e alpeggi, durante il periodo della “colonizzazione idroelettrica” dell’Ossola. Qualunque sia la loro origine o collocazione questi laghi sono meta di escursioni di grande suggestione. Eccone tre.

Alpe Veglia e Lago del Bianco

Lago del Bianco cesare re
Lago del Bianco foto Cesare Re

Partenza: Ponte Campo (1318 m)
Arrivo: Lago del Bianco (2157 m)
Dislivello: + 839 m
Tempo: 3 ore
Difficoltà: E
Periodo: da giugno a ottobre
Segnavia: F 10; F 22
Accesso: Autostrada A 4, Torino – Milano, ove si devia per la A 26, Alessandria – Gravellona Toce, proseguendo verso Gravellona Toce, sino al termine dell’autostrada. Si prosegue poi sulla statale del Sempione, seguendo le indicazioni per Varzo e San Domenico di Varzo da dove si scende al parcheggio (a pagamento) di Ponte Campo.

Ponte Campo (1318 m) è una località, con prati fioriti e baite in pietra. In contrapposizione all’ambiente bucolico che circonda l’abitato, si ergono le rocce, ripidissime della Punta Valgrande e del Monte Tèggiolo, dalle forme particolari ed inconsuete. Sono proprio i versanti erti e scoscesi di queste cime che impediscono, con pericolosissime valanghe, l’accesso invernale all’Alpe Veglia. Si supera il torrente Cairasca, su un ponte, per iniziare la salita sulla carrozzabile (chiusa al traffico privato) da subito piuttosto pendente. Si attraversano un paio di semplici rigagnoli d’acqua, sino agli ultimi erti tornanti che conducono alla Cappella del Groppallo (1723 m; 1 ora da Ponte Campo), piccola costruzione in pietra grigia. Si continua ora in falsopiano, ammirando il profondo intaglio del Rio Cairasca che scorre in basso, quasi in un piccolo canyon. Dopo un breve saliscendi, si giunge ad un muricciolo in pietra che consente di accedere alla magica conca dell’Alpe Veglia. Poco dopo, sulla sinistra, è situato un centro informazioni del Parco e, sulla destra, una bacheca informativa con una cartina. Proseguendo per alcuni minuti si giunge ad un bivio con numerosi cartelli ed indicazioni per i vari itinerari, sulla destra si prosegue verso il Rifugio Cai Arona che si raggiunge in una ventina di minuti. Dal rifugio si gode di ottima vista su tutta la conca di Veglia, con le frazioni e i vari nuclei abitativi facilmente individuabili. È come se fossimo al centro di un anfiteatro, con bellissima vista sul Monte Leone. Si sale lungo uno stretto sentiero, con fondo in terra battuta, che inizia dietro il rifugio (segnavia F 22). Proseguendo, tra larici secolari, si giunge ad un bivio dove su un grosso masso sono segnate le indicazioni per il Lago del Bianco e per il Passo di Boccareccio. Si prende il sentiero a sinistra (F 22), su terreno sconnesso e pietroso. In periodo autunnale è abbastanza frequente l’incontro con i cervi, soprattutto di buon mattino. I larici divengono sempre più radi e, tra fitti cespugli di rododendri si sale ripidamente, seguendo le indicazioni di vernice gialle e rosse. Con alcuni tornanti si guadagna quota sino ad un tratto pianeggiante, cosparso di grosse pietre, dopo il quale è situato il Lago del Bianco (2157 m) nelle cui limpide acque si specchia il Monte Leone. Bella anche la vista sulla Punta di Terrarossa (3246 m), sull’agile Pizzo Moro (2948 m), sulla catena dei Pizzi di Boccareccio (3027 m) e sulla Cima delle Piodelle (3077 m). La portata d’acqua dipende molto dalla stagione e dalle precipitazioni. Verso autunno può capitare che il lago sia quasi secco.

Al Lago Nero dall’Alpe Devero

Il Lago Nero allAlpe Devero cesare re
Il Lago Nero allAlpe Devero foto Cesare Re

Partenza: Alpe Devero (1631 m)
Arrivo: Lago Nero (1974 m)
Dislivello: + 343 m
Tempo: 1,30 ore
Difficoltà: T
Periodo: da giugno a ottobre
Segnavia: cartelli e segni, H 11, H 99
Accesso: Autostrada A 26 in direzione Gravellona Toce, poi statale del Sempione sino a Crevoladossola, poi Baceno e Goglio, ove sulla destra si supera uno ponticello e si imbocca la strada asfaltata che conduce all’Alpe Devero.

Il sentiero per il Lago Nero si imbocca a Devero, località Piedimonte (H 11). Si costeggia il Rio Buscagna, in vista di una cascata alta un centinaio di metri e originata proprio dalle acque del Lago Nero. Un ponticello in legno permette di varcare il torrente e di salire nel bosco di larice. Dopo una rampa, si esce dal bosco e, superato un tratto di prato e pascolo si giunge all’Alpe Misanco (1910 m; 1 ora dall’Alpe Devero), un gruppo di tradizionali baite in pietra in una radura. Il sentiero, ben indicato, supera dei balzi rocciosi e conduce, dopo un breve ma ripido tratto, verso una roccia ove è segnalata la deviazione (n 42) per il lago. Si continua in falsopiano, con bellissima vista sul Cervandone, camminando tra rododendri e larici secolari. Ancora in piano si raggiunge la conca dove è adagiato il Lago Nero, nel quale si riflettono le rocce chiare del Cervandone (circa 20, 30 minuti dall’Alpe Misanco). Invece di scendere lungo il percorso di salita è possibile, dal lago, camminare nel bosco, puntando verso le rocce del Cervandone, sino a giungere, in breve, alla piana di Buscagna per poi scendere all’Alpe Buscagna Inferiore e quindi a Piedimonte, compiendo un bel giro ad anello (circa 1,30 ore dal Lago a Pedemonte).

Val Formazza: al Lago Gries e alla Valle Corno

Lago Gries cesare re
Lago Gries foto Cesare Re

Punto di partenza: Riale (1728 m)
Punto di arrivo: Riale (1728 m)
Dislivello: + 927 m; – 896 m
Tempo di percorrenza: 8 ore
Difficoltà: E
Periodo: da luglio a settembre
Segnavia: cartelli, segni, ometti, GTA, G 0, G 20
Accesso: A 26, Alessandria – Gravellona Toce, proseguendo verso Gravellona Toce, sino al termine dell’autostrada. Si continua poi sulla statale del Sempione, sino a Crevoladossola. Poi Crodo, Baceno e Premia e Riale.

Si inizia dall’ampio parcheggio di Riale, sottostante la diga di Morasco. Si sale verso il lago, lungo i tornanti della strada asfaltata. Giunti alla diga, merita uno sguardo la vetta del Basodino (3273 m), alle nostre spalle e si prende la sterrata pianeggiante (G 0) che fiancheggia l’invaso, sovrastato dal Corno di Ban (3027 m), sino ad un bivio, ove si devia a destra in salita. Si cammina sempre sulla carrozzabile fino alla piana di Battelmatt. Si ignora la deviazione per il Rifugio Busto per puntare decisamente all’evidente bastionata rocciosa che scende dal Passo Gries (G 0). Attraversato un torrente si inizia a salire su sentiero molto ripido che guadagna quota sulla sinistra orografica della valletta con belle visuali sulla ormai sottostante piana di Battelmatt e sulla vetta della Punta d’Arbola. Ancora pochi metri di faticosa salita e, dopo un brevissimo tratto in piano, si giunge ad un pianoro e al Passo Gries (2462 m; 2,30 ore; + 734 m; cartelli), sul confine elvetico, circondato da un paesaggio fiabesco, con pietraie, morene, la piramidale Punta dei Camosci (3044 m), la cima del Blinnenhorn (3374 m), dalla quale discende il Ghiacciaio di Gries che declivia, con le sue rocce levigate, nell’omonimo lago. Si rimane in quota dirigendosi verso l’evidente intaglio del Passo del Corno (2485 m) e costeggiando due laghetti glaciali si scende al Rifugio Corno Gries (2338 m; 1,30 ore dal Passo Gries). Si prosegue ancora in leggera discesa ai piedi dei pendii del gruppo della Punta di Elgio, con alcuni tratti moderatamente esposti, sino a deviare decisamente sulla destra (cartelli) e raggiungere, in salita, il Passo San Giacomo (2313 m; 1,45 ore dalla Capanna Corno). Si scende ora verso il Bacino del Toggia (G 20) che si costeggia su una comoda mulattiera sterrata per poi arrivare al Rifugio Maria Luisa (2160 m; 1 ora dal Passo San Giacomo) da dove si torna a Riale.

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