Itinerari

Con le ciaspole nella Val Grande di Vezza, nel Parco dello Stelvio

Cervi e camosci fanno compagnia durante questa agevole escursione in Alta Valle Camonica

Il Parco nazionale dello Stelvio è uno dei più antichi parchi naturali italiani, istituito nel 1935 allo scopo di tutelare le bellezze naturalistiche del gruppo montuoso Ortles-Cevedale. Il parco comprende alcune delle più belle vallate alpine di Trentino, Alto Adige e Lombardia. Forse proprio quelle lombarde sono meno note e frequentate, ma meritano di essere scoperte.

La Val Grande di Vezza, per distinguerla da valli omonime, è così denominata per la sua notevole estensione. Si apre dietro il paese di Vezza d’Oglio, in Alta Val Camonica, e si incunea verso i monti per oltre 20 km fino alla testata sotto la Punta di Pietra Rossa (3275 m). La valle è percorsa dal torrente Grande che sfocia nell’Oglio all’altezza di Vezza ed è diventata famosa per la presenza di una notevole popolazione di cervi che, durante la stagione degli amori nel periodo autunnale, danno luogo ad un concerto fatto di bramiti e scaramucce tra maschi. Non meno importante è la presenza del camoscio alpino, dello stambecco e dell’aquila reale il cui volo maestoso si può a volte individuare alto nel cielo.

L’Itinerario

Partenza: Vezza d’Oglio, loc. Cascatelle (1140 m)
Punto più alto: Malga Val Grande (1790 m)
Dislivello positivo:  650 m
Tempo di percorrenza: circa 3,30 a/r

L’itinerario invernale inizia poco sopra l’abitato di Vezza, più o meno (a seconda del ghiaccio sulla strada) presso la località Cascatelle da cui si raggiunge in pochi minuti il Ponte dell’Acqua Calda (1391 m), uno dei tanti punti dove si può osservare l’architettura di alcune delle 250 malghe disseminate in questa lunghissima vallata. La vegetazione inizialmente fatta di boschi di latifoglie comincia lentamente a essere sostituita da aghifoglie, abete rosso più in basso e larici man mano che si sale di quota.

Il percorso costituito da una strada sterrata di montagna è solitamente abbastanza battuto, ma in caso di nevicate recenti si avanza a fatica anche con le racchette da neve. Continuando la salita si passa accanto alla Locanda Val Grande in Località Scudeler (informarsi preventivamente circa l’apertura) e volgendo lo sguardo alle spalle si scorge il Monte Aviolo (2881  m) che fa parte del Gruppo Adamello, all’interno del Parco Regionale omonimo. Il sentiero diventa più pianeggiante nei pressi della piccola cappella di Caret e costeggia in parte il torrente Grande dove, un po’ sorprendentemente data la quota e la neve, si può avvistare un airone cenerino a caccia di prede lungo le sponde ghiacciate. Anche questa è una testimonianza del cambiamento climatico!

Decisamente meno sbalorditiva la presenza del merlo acquaiolo che anche nella stagione fredda è a caccia di molluschi e larve acquatiche tra le pietre del torrente.
Un ultimo strappo e si guadagna la meta costituita dalla Malga Val Grande a quota 1785 m come segnato sulla parete. Qui lo scenario cambia decisamente, la valle si allarga fino ai contrafforti rocciosi delle cime (da SX a DX) Sasso Grande (2685 m), Corno dei Becchi (2801 m), Punta di Pietra Rossa (3275 m).

Da qui il sentiero continua alla volta del Bivacco Sandro Occhi (temporaneamente chiuso per lavori di ampliamento – info Pro Loco Vezza 0364 76131) in località Plas de l’Asen a 2047 m, ma si può proseguire solo se le condizioni meteo-nivali lo consentono e dopo aver consultato attentamente l’allerta valanghe. Decisamente meglio fermarsi alla Malga Val Grande per concedersi un panino prima di rientrare sui propri passi, sperando di avvistare un cervo o un camoscio che scorrazzano liberamente sulla neve in questa splendida valle protetta dal Parco dello Stelvio.

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