Con le ciaspole in Val Febbraro, tra cascate di ghiaccio e antichi carden
La vallata nei pressi di Madesimo, in Valchiavenna (SO), si risale senza difficoltà e offre spunti di interesse sportivi e architettonici assai variegati
La strada per il Passo Spluga, uno dei più importanti valichi con la Svizzera dell’arco alpino, conosciuto fin dall’antichità, è ben nota ai viaggiatori estivi, ma la chiusura invernale decreta la diminuzione del traffico turistico che forse attratto da altre mete guarda in modo distratto alle possibilità escursionistiche della Valle Spluga. Tradizionalmente il solco vallivo, in passato più conosciuto come Val San Giacomo, divide le Alpi Lepontine dalle Alpi Retiche e le numerose vallette laterali consentono di inoltrarsi lungo percorsi selvaggi e poco frequentati che vale la pena scoprire. Uno di questi risale la Val Febbraro, che parte dall’abitato di Isola, piccola frazione del comune di Madesimo, villaggio situato all’incrocio della Valle del Liro e appunto della Val Febbraro. La zona è nota anche per la presenza dei carden, baite tradizionali costituite di norma da una parte a monte in pietra o muratura, detta chjä da föç (casa del fuoco), mentre la parte dell’edificio orientata verso valle era in legno e fungeva sia da soggiorno che da camera da letto.
L’itinerario
Partenza: Madesimo (SO), località Isola
Dislivello: + 440 m
Durata: 3.30 ore (a/r)
Difficoltà: E
Meta dell’escursione è la cascata della Val Febbraro, detta “Il salto del nido”, ben nota a chi si dedica all’ice climbing per sue imponenti colate di ghiaccio che superano i 150 metri. Si parte dal villaggio di Isola sulle sponde dell’omonimo lago artificiale. Si passa accanto alla chiesa parrocchiale dei Santi Martino e Giorgio, datata 1658, ma probabilmente già esistente fin dal Quattrocento e si prosegue lungo la strada che sale oltre il paese. A questo punto si può deviare sulla sinistra lungo la traccia che taglia per i pascoli oppure proseguire lungo la strada che raggiunge anche se con qualche tornante di troppo il borgo di Ca’ Raseri a 1488 metri di quota. Da qui si seguono le indicazioni per la cascata imboccando la mulattiera sulla destra orografica del torrente Febbraro, quindi a sinistra per chi sale. Ci si inoltra così nel cuore della valle accompagnati dallo scorrere delle acque del torrente ricoperto di neve e ghiaccio. A quota 1700 metri ecco apparire il salto ghiacciato della cascata, spesso di un vivido color azzurro laddove l’acqua si è ghiacciata senza troppe bolle d’aria. Per gli ice climber è una valutazione importante in quanto ghiaccio duro, compatto e omogeneo, con scarsa presenza di aria tra i cristalli e quindi più sicuro al contrario del ghiaccio trasparente più duro ma più fragile o addirittura bianco ovvero con grande quantità di aria. Non sarà difficile scorgere qualche appassionato che si accinge alla scalata della cascata. Rientro lungo il medesimo percorso dell’andata.
Come arrivare
Per raggiungere Madesimo si percorre la Strada Statale 36 dello Spluga che da Lecco segue interamente la sponda orientale del Lago di Como fino a Colico. Da qui si prosegue sempre sulla SS 36 fino a Chiavenna dove inizia la salita che porta a destinazione. La frazione di Isola, si trova a valle di Madesimo poco oltre l’abitato di Campodolcino.
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