Itinerari

Alla conquista dei Laghi Gemelli, meraviglia ambientale delle Alpi Orobie

Classica meta degli escursionisti bergamaschi, il bacino artificiale a 1960 metri di quota si raggiunge in tre ore da Carona. E regala un colpo d’occhio con pochi uguali

La zona dei Laghi Gemelli, nel Parco delle Alpi Orobie, è tra le più conosciute dagli escursionisti della provincia bergamasca. Persino un testo cinquecentesco parla dei due laghi (prima che la diga e il progresso a tutti i costi li fondessero in un unico bacino) di cui “non si è potuto mai trovar il fondo”.

Una triste leggenda vuole che i due specchi d’acqua si siano formati dopo la caduta di due ragazzi il cui sogno d’amore era contrastato dalla ricca famiglia di lei che non poteva accettare di vederla maritare ad un povero pastorello della Val Taleggio. Durante la fuga per cercare di sottrarsi alle angherie dei parenti i due scivolano lungo un ghiaione scosceso e impraticabile e nel punto della caduta si aprono due conche della stessa forma e dimensione che si riempiono di acqua sorgiva formando appunto i Laghi Gemelli.

Lo sbarramento fu innalzato nel 1932 ed è costituito da una diga lunga 210 metri in calcestruzzo colato. Le origini del rifugio risalgono invece all’estate del 1900 quando venne inaugurato alla presenza di alcune centinaia di soci del CAI. Distrutto nel 1944 ad opera di reparti fascisti in azioni di rappresaglia contro le brigate partigiane che agivano in zona, fu ricostruito immediatamente dopo la fine della guerra. Situato ad una quota di 1968 m, la struttura dispone di quasi 80 posti letto ed è tra le più conosciute tra gli escursionisti ed appassionati di montagna lombardi. Sono previste solo alcune straordinarie aperture invernali da verificare sul sito o telefonando ai gestori (www.rifugiolaghigemelli.it ). Ma, con o senza rifugio aperto, il luogo è davvero straordinario.

Con la neve a terra conviene salire da Carona. Ma le alternative non mancano

Il percorso di salita invernale ricalca quello classico da Carona (Bg), borgo dell’alta Val Brembana, che parte dalla sinistra orografica del lago artificiale su cui si affaccia l’abitato. La prima parte è una lunga salita a zig-zag che emerge dalla fitta abetina solo in pochi punti, con la segnaletica CAI che indica la via per il Lago Marcio, specchio d’acqua che si raggiunge a quota 1840 m. Dal lago si scorgono le vette del Monte Spondone e del Monte Tonale mentre il sentiero che prosegue lungo la riva si incrocia ad un certo punto con quello che sale da Branzi.

Il tracciato avanza alto sul lago delle Casere fino al ponticello che attraversa la Val di Gorno e da qui, passando accanto a una lunga casera, si risale decisamente fino al rifugio Laghi Gemelli, dominato dalla cima del Pizzo del Becco (2507 m). La vetta del Becco è raggiungibile, se le condizioni del ghiaccio lo permettono, con una breve ferrata, per raggiungere la quale si deve affrontare un lungo percorso di avvicinamento che attraversa la diga del Lago Colombo.

Il dislivello per i Laghi Gemelli da Carona è di circa 900 metri per una ciaspolata di tre ore. Anche se d’inverno la salita da Carona è quella da consigliare, il rifugio può essere raggiunto anche da altre località bergamasche: da Roncobello, loc. Baite di Mezzeno, lungo il sentiero n. 215 in due ore;  da Branzi percorrendo il sentiero n. 212 in 3.30 ore; da Valcanale, in Val Seriana, seguendo il sentiero n. 216. In questo caso sono necessarie 4 ore.

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