Itinerari

Non solo arrampicata: in Val di Mello anche le ciaspole regalano grandi giornate

Da San Martino a Rasica e, oltre, sino alla Casera Pioda, nella riserva Naturale della Val di Mello, gioiello di granito della Val Masino

“…nella Val Masino, Iddio ha profuso parecchi altri doni: l’aria buona, pura e sana, la selvaggina e l’uccellagione svariata, le squisite tortelle del Masino e latte abbondantissimo che da ogni sorta di bestiame, grosso e minuto, si produce sugli erbosi pascoli alpini, i quali si estendono tutto all’ingiro per quei monti…”  Così Giovanni Guler, governatore grigione della Valtellina nel 1587, descrive la Val Masino.

L’importanza della zona, ovviamente, era dovuta alle sue risorse naturali ed economiche, non certo alle montagne che leggende e tradizioni popolari volevano abitate da forze maligne e soprannaturali. Per parlare di monti, di alpinismo ed esplorazione delle vette bisogna attendere ancora, in special modo, il 1862, quando turisti inglesi, Leslie Stephen, Sir Edward Kennedy ed il loro seguito, vennero in valle per tentare di scalare il Disgrazia, dopo aver fallito la vetta dal versante della Valmalenco.

La scalata ebbe successo e la Val Masino fece breccia nel cuore degli scalatori inglesi che nelle loro relazioni la descrivono come: “seconda a nessuno per grandiosità e varietà di bellezze naturali”. Fu questo il primo passo per la nascita della valorizzazione alpinistica della zona. Il numero di scalatori ed esploratori aumentò progressivamente, convincendo i valligiani della possibilità di guadagno legata all’accompagnamento dei turisti e alla creazione di punti di ristoro, locande, rifugi e bivacchi.

Dai primi anni 70 le rocce della Val di Mello divengono teatro dell’arrampicata sportiva, che valorizza il gesto atletico dello scalare fine a se stesso: non più tentativi di scalare una vetta, ma gesto fisico per salire una parete, un grosso sasso, un solo pinnacolo roccioso o anche solo pochi metri ma con elevata difficoltà.

Oggi la Val di Mello, detta “la piccola Yosemite  italiana”, è uno tra i più frequentati centri internazionali di arrampicata. Nel 2009 è stata istituita la Riserva Naturale della Val di Mello, con il fondovalle come fulcro, ma che comprende anche le grandi vette di granito che lo sovrastano, con il rifugio Allevi Bonacossa e i bivacchi limitrofi, lungo il percorso del Sentiero Roma. Anche in inverno la valle offre spunti interessanti per ciaspolare, anche se molti dei suoi sentieri, soprattutto quelli che risalgono i suoi ripidi pendii, sono scoscesi e, quindi, sconsigliabili nella stagione fredda e pericolosi per valanghe.

Il fondovalle, invece, è l’ideale per una tranquilla gita con racchette, anche solo fermandosi a Rasica, l’ultima località rurale della Val di Mello. Salendo alla Casera Pioda, invece, la gita assume la consistenza di una “vera ciaspolata”, puntando a panorami più aperti soprattutto sulle falde del Disgrazia e del Monte Pioda.

L’itinerario

Partenza: San Martino (915 m)
Arrivo: Rasica (1148 m) o Casera Pioda (1559 m)
Durata: 1,15 ore Rasica + 1,15 ore Casera Pioda
Difficoltà: Semplice fino a Rasica, ripido per Casera Pioda
Dislivello: + 233 m + 411 m

Se le condizioni della neve lo consentono, il parcheggio posto proprio all’inizio della Val di Mello può essere raggiunto in auto (in estate la strada è chiusa e si può usufruire della navetta). Attenzione, però: la strada è piuttosto stretta.

L’itinerario a piedi, inizia dalla chiesa di San Martino (923 m), dove cartelli indicano la direzione per la Val di Mello. Si continua sulla strada estiva, generalmente innevata, sino al primo gruppo di baite in pietra. La mulattiera continua verso il fondo valle costeggiando, a tratti, il torrente senza allontanarsi mai notevolmente dal suo corso. Ogni tanto si notano i tabelloni didattici della Riserva Naturale della Val di Mello, preziosi anche per l’identificazione delle principali specie arboree: faggi, abeti rossi, larici, ontani, aceri, ginepri, pioppi e betulle.

Proseguendo, senza fatica, si giunge ad un tratto cosparso di grossi massi e, dopo una parte di cammino nel bosco, si arriva alla località di Cascina Piana, con alcune baite in legno e pietra, sovrastate dalle ripide pareti di granito che delimitano la valle. Tra le case ci sono due rifugi, il Luna Nascente e il Mello, generalmente aperti anche in inverno.

Si prosegue verso il fondovalle, in salita molto modesta, sino all’Alpe Rasica (1148 m), da dove si gode ottima vista sul Monte Disgrazia. Cartelli indicano ora la direzione per raggiungere la Casera Pioda (1559 m; 1 ora o più, circa, a seconda delle condizioni della neve; + 411 m), vecchio alpeggio dove, nel 2014, l’Ersaf ha ristrutturato alcune baite per destinarle ad attività didattiche e scientifiche, operative, però, solo nella stagione estiva nell’ambito del progetto della Riserva Naturale Val di Mello (Ersaf Morbegno  morbegno@ersaf.lombardia.it ; 0342 605580).

La salita, da Rasica, non è difficile, ma si svolge in un bosco con tratti piuttosto ripidi. Con neve abbondante è necessario un minimo di senso dell’orientamento. Si sale in un fitto bosco di abeti, sino ad attraversare il torrente della Val Torrone (punto che richiede attenzione). Dopo un ulteriore tratto boscoso, si giunge alle costruzioni in pietra dell’Alpe Pioda (1559 m), con vista delle incombenti pareti rocciose della valle e della massa glaciale del Disgrazia.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close