In Valsugana all’inseguimento della Lupa, sui luoghi dove la tempesta Vaia è stata violentissima
Breve itinerario con partenza da Vetriolo Terme, in Trentino, per raggiungere l’opera realizzata con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta del 20 ottobre 2018
Ci sono luoghi che cambiano lentamente con il passare degli anni, molto lentamente. Se confrontati con l’esperienza umana appaiono praticamente immutati nell’arco di un’intera vita. La montagna è stata percepita nel passato dall’uomo come elemento imperituro, una costante naturale. Oggi sappiamo bene che non è così, è evidente il continuo modellamento dell’ambiente montano effettuato da vari elementi come frane, distaccamenti di roccia, ritiro dei ghiacciai, cambiamenti climatici accelerati e in aggiunta anche l’azione umana. Tanti sono i fattori per cui possiamo notare un ambiente che cambia con relativa rapidità.
Poi ci sono, fortunatamente molto rari, eventi naturali che in un colpo solo sconvolgono enormi aree di territorio come è stato con Vaia. Il 20 ottobre 2018 una tempesta atlantica di eccezionale intensità ha sconvolto i territori alpini schiantando milioni di alberi con venti ad oltre i 200 km/h e distruggendo decine di migliaia di ettari di bosco. Da un giorno all’altro immensi territori sono stati resi irriconoscibili.
L’Alta Valsugana, in Trentino, fa parte dell’area colpita dalla tempesta Vaia e merita di essere visitata prima di tutto per la sua naturale bellezza. Per chi già la conosceva merita di essere riscoperta per rendersi conto di cosa abbia significato questo evento. L’inverno è la stagione migliore per poter fare questa esperienza con la neve che “semplifica” il paesaggio e lo rende maggiormente leggibile.
L’itinerario
Partenza: Vetriolo Terme (TN)
Dislivello: + 310 m
Tempo di percorrenza: 3.30 ore (a/r)
Difficoltà: E
A poche decine di metri dal parcheggio si prende sul lato sinistro il tracciato SAT 309 della strada forestale del Pian de la Casara. Su di esso si trovano le indicazioni per La Lupa del Lagorai e per Malga Masi che saranno le tappe dell’itinerario. Il tracciato si sviluppa sul fondo di una carraia piuttosto ampia che risale in un primo tratto tra caratteristiche baite di montagna.
Si procede in salita con pendenza moderata e costante e si supera un primo breve tratto tra la vegetazione. Progredendo nella salita si ha il versante della montagna sulla sinistra mentre sul lato destro si aprono ampi scorci panoramici. Si nota subito qualcosa di anomalo tra i grandi spazi aperti, di tanto in tanto qualche altissimo abete è rimasto spoglio e solitario a testimonianza di quel che era una fittissima area boschiva. Basta guardare più in basso per vedere come ci siano migliaia di ceppi, radici e tronchi abbattuti che ne sono la prova.
Dopo alcune curve e ad 1 km dalla partenza si giunge ad una radura a quota 1.600 m dominata da La Lupa. Si tratta di una struttura alta 6 m raffigurante una lupa ululante realizzata da Marco Martalar. È composta da oltre 2000 elementi di legno, in parte scarti lasciati dalla tempesta Vaia e riutilizzati e plasmati dall’artista. Vale la pena lasciare il tracciato e salire ad ammirarla da vicino. Da questo punto luogo si ha una vista panoramica su Vigolana, Cima Vezzena, lago di Caldonazzo e Levico Terme. Tutto questo sarebbe stato impossibile prima di Vaia perché il sentiero si trovava nel fitto del bosco.
Rientrati sul percorso si resta sul segnavia SAT 309 seguendo le indicazioni per Malga Masi. Si continua per ampi tratti in costante leggera salita attraversando aree dove la tempesta ha abbattuto la quasi totalità delle piante. Più avanti si attraversa un tratto in cui il bosco è rimasto intatto e lo scenario cambia completamente. Un ultimo tratto in leggera discesa conduce in campo aperto fino a Malga Masi (1.702 m) punto di arrivo dell’escursione dove fare una sosta e potersi ristorare.
Si rientra per lo stesso percorso dell’andata.
Come arrivare
Per raggiungere il punto di partenza dell’itinerario si sale seguendo la strada provinciale che da Levico raggiunge Vetriolo Terme (1.480 m), il più alto centro termale d’Europa situato ai piedi del Lagorai. Con l’auto si può arrivare fino al parcheggio di fronte al locale Nif Alpine Taste. Sul lato destro del piazzale vi è una piazzola usata come punto di decollo per i parapendii e i deltaplani da cui si gode una visuale panoramica sugli altopiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.
Nei dintorni
Levico Terme è un paese situato nel fondovalle della Valsugana a 520 metri di quota. Sorge sulle rive dell’omonimo lago, a breve distanza dal più grande lago di Caldonazzo. Il paesaggio è incorniciato a nord dalle cime del gruppo del Lagorai e ad ovest dal gruppo della Vigolana. Levico è un importante centro termale e turistico situato in un’area avente il clima mitigato dalla presenza del lago. Da visitare il Parco delle Terme di Levico, il più grande parco storico della provincia di Trento, che con 76 specie di alberi offre un grande spazio pubblico di cui godere. Fino all’Epifania all’interno del Parco è allestito il Mercatino di Natale di Levico Terme.
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