Gente di montagna

Toni Gobbi, il cittadino che rivoluzionò il mestiere di Guida alpina

Nato a Pavia ma legato a doppio filo al “suo” Monte Bianco, Gobbi effettuò notevoli spedizioni anche nelle Ande e in Karakorum. La sua storia di recente è stata raccontata in un film

“E’ un vero sciatore alpinista colui che trova il piacere della salita, la gioia della vetta, la soddisfazione della discesa”

Antonio Gobbi

Antonio Gobbi nasce a Pavia il 18 giugno 1914, a dieci giorni dall’attentato di Sarajevo, scintilla della Prima Guerra mondiale. Figlio di emiliani della media borghesia, è il primo di quattro fratelli, due maschi e due femmine. Compiuti otto anni la famiglia si trasferisce a Vicenza dove diviene noto con il diminutivo “Toni”. 

Nel 1940 si laurea in giurisprudenza all’Università di Padova e pratica da avvocato nello studio del padre. In quegli anni frequenta l’Associazione Giovane Montagna di Vicenza, della quale diviene anche presidente, scoprendo l’alpinismo, lo scialpinismo e la corsa in montagna. 

Toni inizia a scalare nelle montagne di casa che può raggiungere pedalando nella notte, ossia le Dolomiti, dove apre la sua prima via, sul Monte Pasubio. 

Nella “sua”Courmayeur

Nel 1939 entra alla Scuola Allievi Ufficiali Alpini a Bassano per poi divenire Tenente Istruttore di Alpinismo alla Scuola Militare di Aosta. 

Rapito dalla bellezza del Monte Bianco, inizia a esplorarlo in ogni angolo e, in uno dei suoi giri, conosce i gestori del Rifugio Pavillon e, soprattutto, la loro figlia. Romilda Bertholier, maestra delle elementari e figlia di una guida alpina, è il motivo per cui Toni si ferma a Courmayeur, prendendone la mano all’altare il 18 ottobre 1943.

Quell’anno diventa portatore, nel 1946 prende il titolo di Guida Alpina e, due anni più tardi, quello di Maestro di Sci e Istruttore Nazionale di Alpinismo.

Toni fiuta le necessità di una città come Courmayeur e, nel 1948, apre un negozio dedicato alla montagna con annessa rivendita di testi specialistici: la “Libreria delle Alpi”, prima del genere in Italia. Da sempre interessato alla letteratura e attivo scrittore, vince il premio Saint Vincent per il giornalismo nel 1950. 

Si dedica di persona allo sviluppo e al test sul campo di materiale tecnico che si può trovare nel suo negozio con l’etichetta “Equipaggiamento alpinistico Serie Guida”.

In questi anni frenetici nascono i due figli: Gioachino nel 1945 e Barbara nel 1949.

Dalle grandi invernali sul Bianco alla Patagonia e al Gasherbrum IV

Gli anni a cavallo del 1950 sono quelli delle sue tre grandi imprese invernali. La prima è la salita della Cresta des Hirondelles alle Grand Jorasses, con Francois Thomasset, il 24 marzo 1948. Con Enrico Rey affronta la Sud dell’Aiguille Noire de Peuterey, tra il 26 e il 28 febbraio dell’anno successivo. Chiude la trilogia percorrendo la Major sulla parete della Brenva, con Arturo Ottoz, il 23 marzo 1953; durante questa salita usa i ramponi “12 punte Super Leggeri Grivel”, apprezzandone i vantaggi.

A differenza di molti solitari del suo tempo, Gobbi afferma che l’alpinismo sia per lui condivisione, d’altra parte con il suo carattere gentile e altruista non fatica a trovare compagni di cordata.

Tra questi spicca Walter Bonatti con il quale si lega tra l’1 e il 3 agosto 1957 per realizzare la prima salita del Grand Pilier d’Angle. Insieme tracciano una via tanto bella quanto difficile lungo uno scudo di roccia compatta slanciato verso la vetta del Monte Bianco.

Nell’inverno dello stesso anno partecipa alla spedizione italiana di Guido Monzino in Patagonia. Il 27 dicembre il gruppo composto da Gobbi, Jean Bich, Pierino Pession, Camillo Pellissier, Gino Barmasse, Piero Nava, Leonardo e Marcello Carrel si aggiudica la prima salita della cima del Cerro Paine Nord.

Nel 1958 è al fianco di Riccardo Cassin come vicecapo nella spedizione che porta Carlo Mauri e Walter Bonatti sulla vetta dell’inviolato Gasherbrum IV, il 6 agosto.

Con suo dispiacere non partecipa alla spedizione al K2 del 1954, dalla quale viene escluso così come Cassin.

La Guida alpina 

Toni è ambizioso anche nella sua professione principale, la Guida Alpina, ed in questa investe tante risorse ed energie. Il suo impegno e la sua serietà non restano inosservate; tanto che diventa membro del Groupe de Haute Montagne nel 1948 e dell’Alpine Club di Londra nel 1965. 

Gioca un ruolo chiave per la stesura della legge per l’ordinamento delle guide e dei portatori in Valle d’Aosta del 1951, e dal ‘57 al ‘66 è presidente del Comitato Valdostano delle Guide. Nemmeno terminato questo incarico e diviene Presidente Nazionale del Consorzio Guide e Portatori del CAI. 

Al di là dei riconoscimenti e posizioni di spicco assunte, Gobbi è un innovatore nel mondo delle guide alpine. 

Innanzitutto è tra i primi a diventarlo pur provenendo dalla città; infatti, fino ad allora, la professione di Guida alpina era ritenuta accessibile ai soli residenti delle valli. In un’intervista del 1948, con la consueta capacità oratoria, difende la possibilità per un cittadino di prendere il titolo di Guida. Evidenzia come sia un “servizio pubblico” che può essere esercitato da chi ha ben chiari tre pilastri, indipendentemente dalla provenienza: 

  • Passione per la montagna; da trasmettere al cliente come obiettivo principale. 
  • Responsabilità; nei confronti di chi si affida totalmente alla guida.
  • Capacità tecnica; per poter affrontare ogni terreno e gestire imprevisti, soprattutto legati al meteo.

Da vero imprenditore si pone sul mercato in modo attivo, senza aspettare nell’ufficio l’arrivo di persone interessate alle uscite, ma proponendo loro viaggi e salite, spesso di grande impegno. Per fidelizzare ancor più i clienti, ad inizio anno, spedisce loro un elenco di proposte, decenni prima delle attuali newsletter. Pensa e crea un catalogo di itinerari adatti alle capacità di ognuno, dal neofita all’esperto.

In secondo luogo dà valore alla stagione invernale offrendo corsi di arrampicata su ghiaccio e misto e, soprattutto, rendendo lo scialpinismo un’attività professionistica. Organizza una scuola di sci e le celebri “Settimane Nazionali Scialpinistiche di Alta Montagna”. Queste, ispirate alle Haute Route Francesi, sono il suo più grande orgoglio. In 20 anni di attività ne porta a compimento oltre un centinaio, non solo nelle Alpi ma anche sull’Elbrus e in Groenlandia.

Seguirono le sue tracce quasi 600 clienti, a volte portati lungo creste e canali con gli sci in spalla ma con piccozza e ramponi, un’altra novità per quegli anni.

Nel 1967 la Fratelli Fabbri Editori pubblica “L’enciclopedia dello sciatore” alla quale Gobbi diede grandissimo contributo. La sua pacata ma decisa influenza porta il CAI ad istituire la figura di Guida Sciatore nel 1964. L’anno successivo, a 100 anni dalla conquista del Cervino, nasce la UIAGM, ossia l’Union Internationale de Guides de Montagne. Questa associazione, della quale Gobbi divenne vicepresidente, è il compimento della sua idea di una collaborazione a scala mondiale tra le guide alpine. 

Gli piace raccontare il suo percorso da alpinista e da guida, tenendo conferenze e scrivendo per numerosi giornali e riviste. 

Il 18 marzo 1970, mentre disegna curve lungo la parete sud-ovest del Sassopiatto, una valanga trascina via lui e i cinque clienti. Solo due di questi si salveranno. Un incidente inevitabile, perfino da un esperto e meticoloso organizzatore come lui. 

Nel 1982, da sempre vicina al marchio Grivel, la famiglia Gobbi prende le redini di questa azienda con alle spalle 150 anni di tradizione ed evoluzione resa possibile anche dal genio di Toni. 

Il mondo alpinistico, molti marchi di attrezzatura ed abbigliamento, centinaia di clienti, la città di Courmayeur, le Guide Alpine, la famiglia e tanti altri lo salutano e ringraziano per il suo contributo tecnico e la sua contagiosa passione per la montagna.

Salite principali

  • Nuova via sulle Cinque Dita del Sassolungo nel 1940
  • Invernale della cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses nel 1948
  • Invernale della cresta sud dell’Aiguille Noire de Peuterey nel 1949
  • Invernale della via Major sulla parete della Brenva nel 1953
  • Prima sul Grand Pilier d’Angle con Bonatti tra l’1 e il 3 agosto 1957
  • Prima al Paine Principal con Bich e Pellissier come vicecapo nella Spedizione Italiana alle Ande Patagoniche di Guido Monzino nel 1957
  • Vicecapo di Riccardo Cassin nella Spedizione Nazionale del CAI al Gasherbrum IV nel 1958

Film

La traccia di Toni, lungometraggio del regista Antonio Bocola in collaborazione con Grivel, 2023.

“Gobbi fu un pioniere per l’epoca, un precursore, era avanti anni luce”

Lorenzo Cosson G.A.

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