Itinerari

Il giro del Monte Spinarda, in Liguria

Facile escursione autunnale all’estremità delle Alpi Marittime sui crinali cari anche a Napoleone Bonaparte

Al margine delle Alpi, nel Ponente ligure, dove le caratteristiche orografiche e ambientali iniziano ad assumere aspetti intermedi con quelle appenniniche. Il bacino di testata del fiume Bormida di Millesimo esprime bene questi connotati: uno dei più evidenti è la scomparsa dei pascoli d’altura e dell’organizzazione territoriale ad essi collegata. Vasti boschi ricoprono le montagne che, salvo poche eccezioni, assumono profili collinari e risultano meno individuate. L’innevamento si riduce in modo drastico. D’altra parte il contatto visivo con le prime appariscenti vette del settore piemontese della catena alpina è diretto e suggerisce un’impressione di continuità.

La traversata proposta percorre entrambi i fianchi del vallone laterale della Bormida solcato dal Rio di Valle e facente capo al borgo di Calizzano. Pur non sussistendo alcun resto materiale delle fortificazioni, il Monte Spinarda, dominante lo spartiacque con la valle del Tanaro, è celebre nelle cronache militari della Campagna d’Italia del 1795 di Napoleone Bonaparte per un’ardita azione di riconquista delle truppe austro-sarde condotta nei giorni dal 25 al 27 giugno, giudicata dal generale Massena “più di bravura che di concerto e di discernimento”. Gli stessi storici di parte sabauda dovevano infatti riconoscere che lo scarso coordinamento delle operazioni e la mancanza di un adeguato piano strategico finivano per vanificare gli episodici successi contro i francesi.

La copertura forestale, in apparenza uniforme, svela una grande varietà di alternanze e combinazioni: i castagneti, le ordinate popolazioni di faggi, le conifere (abeti e pini), noccioli e ontani, ginepri. L’area della Spinarda e il vallone del Rio Nero sono stati inseriti nel 2015 tra i siti di interesse comunitario come Zona Speciale di Conservazione. Particolare importanza, anche economica, rivestono le attività di silvicoltura: Calizzano è sede di aziende specializzate nella lavorazione e commercializzazione dei funghi e di un Consorzio di tutela dei prodotti del sottobosco.

Il tardo autunno è la stagione migliore per addentrarsi nella fitta rete di sentieri di questo lembo di Liguria, dove il mare è appena uno specchio all’orizzonte, per il trionfo dei colori e le atmosfere distensive: si tenga presente che i segnavia regionali sono costituiti da simboli geometrici di colore diverso, spesso non molto frequenti, solo recentemente integrati con indicazioni numeriche e segnaletica verticale. Inoltre consigliamo di prestare attenzione agli avvisi di eventuali battute di caccia in corso.

L’itinerario

Dislivello 700 m, tempo A/R 5,30 ore, difficoltà T

Dalla borgata Valle di Calizzano (647 m) prendere la via Scalfi, che poco dopo il via diventa una campestre e compie un paio di tornanti. Imboccare il sentiero a sinistra indicato dal doppio rombo giallo e scavalcare il Cappellino di Valle (822 m). Confluire in una carrareccia a pendenza accentuata sulla Costa del Mazza e tagliare poi il versante SE del Bric del Mazza. Oltre la piatta depressione della Bassa di Santa Rosalia (1183 m) scegliere la traccia a destra sul versante Nord, quindi recuperare la dorsale e raggiungere la croce di vetta del Monte Spinarda (1357 m).

Tenere il crinale Sud fino a un incrocio a quota 1283 m, svoltare a destra trovando le rovine della Casa Buscaglia, detta anche “del Barbon”. Il percorso (segnavia: una croce gialla) flette a sinistra sulla panoramica radura del Bassòn, quindi rientra nei boschi, lascia a destra il Bric Meriano e perviene al Colle del Quazzo (1131 m), attraversato dalla strada provinciale 47 Calizzano-Garessio. Mediante un breve raccordo asfaltato (freccia “Colle San Bernardo”) si supera a Nord il Bric Verdiola. Dal successivo valico volgere a sinistra di uno spiazzo per il deposito del legname su una pista sterrata e a un bivio reperire a sinistra sui tronchi i bolli quadrati gialli, da seguire fedelmente per la discesa. Ci si sposta a destra sulla Costa della Beretta e presto si incontrano i nuovi cartelli siglati 363, che guidano il ritorno tramite il Passo del Nicoletto (823 m) e la Bassa du Sciù Bepen (804 m). Due varianti divallano nel centro di Calizzano, o dai ruderi del castello, appartenuto ai Marchesi del Carretto e in parte recuperati come area ricreativa, oppure dalla pineta più a Nord. La prima immette direttamente nel borgo antico, meritevole di una visita, dietro la chiesa parrocchiale di San Lorenzo.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close