Itinerari

Tutta la magia delle Cascate del Bucamante, nell’Appennino Modenese

Nascoste nel verde, sono formate da quattro salti d’acqua consecutivi. Facili da raggiungere, raccontano la storia di un amore disperato

Anche le vette più elevate della catena appenninica tosco-emiliana non possono competere in elevazione con quelle dolomitiche e ancor meno con quelle alpine. I crinali maggiori superano solo in alcuni tratti i 2.000 metri nemmeno la metà di quelli alpini. Soprattutto nel versante emiliano i primi rilievi dell’Appennino si alzano dalla pianura che ha un’altitudine di sole poche decine di metri. A quote intermedie tra il limite collinare e quello montano si sviluppa una rete di piccole vallate, scavate nel tempo dai corsi d’acqua, sviluppatesi con peculiarità specifiche. Si tratta di mete facilmente raggiungibili, da poter scoprire con un’escursione in primavera o in autunno quando il flusso d’acqua è ancora consistente e la stagione non troppo calda.

Una delle più caratteristiche nell’Appennino modenese è quella delle cascate del Bucamante. Si tratta di una serie di cascate naturali formate dal Rio Bucamante immerse in un fitto bosco di latifoglie con rari esemplari di flora locale. Sono nascoste tra i versanti boscosi del territorio di Serramazzoni in provincia di Modena. Costituiscono una delle oasi naturalistiche più importanti della zona, dotate di scorci scenografici e affascinanti. Si possono raggiungere da Granarolo, risalendo il sentiero immerso nei boschi lungo il torrente, oppure da Monfestino.

La geologia

Le cascate sorgono in corrispondenza di alcune discontinuità litologiche che caratterizzano questo versante collinare. Si generano così due ampi gradini nella collina, con dislivelli complessivi di 18 metri a valle e 12 metri a monte. 
In corrispondenza delle 4 cascate principali, nell’alveo affiorano grossi strati rocciosi più resistenti, calcareo marnosi, del Flysch di Monte Cassio. La presenza di un sistema di faglie e fratture longitudinali allo scorrere dell’acqua ha inoltre contribuito alla forma singolare del terreno.
Il Rio Bucamante è particolarmente ricco di bicarbonato di calcio, un sale disciolto nella sue acque, che provoca in corrispondenza delle cascate la generazione di concrezioni e di depositi di travertino.

La leggenda

L’origine del nome della cascata si perde nella leggenda di un amore proibito, passato alla storia con la denominazione di “Buco degli Amanti” (in dialetto locale, Busamante). Si narra che una nobile dama di nome Odina vivesse alla corte di Monfestino: giovane e bellissima, era solita passeggiare nei boschi accompagnata dalla domestica. Un giorno incontrò il pastore Titiro e i due si innamorarono e continuarono a vedersi in segreto. La domestica rivelò la relazione a re Guidobaldo e alla regina Elvira, che rinchiusero la figlia nel castello. Odina riuscì a fuggire e raggiunse Titiro nel bosco: ma fu inseguita dal personale del re. Gli amanti sentirono di essere braccati dai servitori e compresero l’impossibilità di vivere una vita insieme. Così si abbracciarono per l’ultima volta gettandosi nella cascata, uniti per l’eternità. Nella caduta, il peso dei loro corpi fece sprofondare il suolo sotto la cascata. Così nacque la “buca degli Amanti”, Odina e Titiro.

L’itinerario

(485  m di dislivello, 4 ore, E)

Ci sono svariati percorsi che si possono fare per ammirare la cascate del Bucamante. Il punto di partenza più classico per i turisti è il piccolo parcheggio posto a poche centinaia di metri da esse. Altri partono da Granarolo e Monfestino.

Il percorso ad anello proposto permette di esplorare anche il territorio circostante e inizia a e termina a Farneta di Riccò, una frazione del comune di Serramazzoni (MO) dove si lascia l’auto nel grande parcheggio in  via Don Achille Vecchiati. 

Si supera il cimitero adiacente il parcheggio e si prende il sentiero in discesa che si snoda a fianco della strada carrabile e scende nella vallata. Si cammina su terreno aperto fino ad incrociare la Nuova Estese che va attraversata con attenzione: è l’arteria principale che dalla pianura porta verso Serramazzoni e Pavullo. Il sentiero risale il versante opposto della vallata passando per la borgata di Valledana e poi per il paesino di Granarolo, fino a giungere all’inizio del percorso segnalato per le cascate del Bucamante. Per circa 2 Km ci si muove all’interno della fitta vegetazione che costeggia il Rio Bucamante, ammirandone le cascate, vasche e formazioni calcaree. Dal sentiero si diramano tante piccole deviazioni che permettono di avvicinarsi al corso d’acqua per osservarlo da vicino: luoghi ideali dove sostare anche in giornate assolate. Procedendo oltre si arriva in località Ca’ Alfieri di Cornazzano: si esce dal bosco e il paesaggio ritorna di tipo campestre con alcuni tratti di foresta. Si scende verso il paese di San Dalmazio, per poi proseguire in salita verso il Monte Pizzicano. Successivamente si scende con decisione verso Riccò per ritornare al punto di partenza.

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