Itinerari

Tre itinerari per scoprire Fontainemore, appena entrato nei Borghi più belli d’Italia

Il paese della bassa Valle del Lys, in Valle d’Aosta, può essere scoperto a piedi anche in pieno inverno, tra antiche architetture e grandi spettacoli naturali

Un ponte medievale, antiche mulattiere, casette in pietra e legno, cappelle affrescate e la porta d’ingresso a una Riserva Naturale. Non è difficile capire le motivazioni che hanno portato il comune di Fontainemore, all’imbocco della valle del Lys in Valle d’Aosta, nella ristretta cerchia dei Borghi più belli d’Italia. Nomina freschissima, arrivata poche settimane fa, che porta a tre il numero dei paesi valdostani inseriti nell’ambito elenco aggiungendosi a Bard e Etroubles. Fontainemore ha 400 abitanti sparpagliati in una dozzina di minuscole frazioni da quota 760 metri in su è un vero e proprio vessillo della vita di montagna, semplice, vera, minuziosa. Per gustare la bellezza del suo territorio, ecco tre itinerari che normalmente si possono percorrere anche in inverno.

La Gouffre de Guillemore

Con una storia antichissima quest’orrido ha segnato per molto tempo il punto di congiunzione tra le due mulattiere che risalivano la valle del Lys in destra e sinistra orografica. Per secoli il torrente ha scavato imperterrito la roccia ridisegnata così dalla potenza dell’acqua. L’orrido si raggiunge seguendo la mulattiera che parte poco fuori dall’abitato di Fontainemore e si dirige verso la testata della valle. A monte della gola, le marmitte dei giganti, anch’esse scavate dal Lys, impreziosiscono ulteriormente la passeggiata e regalano al luogo un’atmosfera fantastica.

Cappella di Kiry

Seguendo il segnavia 1 che parte dal piazzale del capoluogo si può raggiungere la cappella di Kiry. Tra il XVIII e il XIX secolo i “maçons”, ovvero gli uomini di Fontainemore che emigravano per svolgere il mestiere di muratore, al ritorno a casa costruirono una cappella per ogni villaggio come simbolo di autonomia di ognuno di essi. Quella di Kiry è forse la più ricca e ben conservata. Sorge a 1600 metri sul ripido fianco della montagna, come un faro tra i monti di un candore abbagliante. L’itinerario per raggiungerla si snoda tra boschi di conifere e gruppetti di tradizionali rascard. Nonostante la quota abbastanza elevata, il sentiero è esposto a sud-est e rimane percorribile anche in inverno.

Giro dei villaggi

Anche qui si parte da una mulattiera. Quella che dal ponte caratteristico del capoluogo parte a sinistra, appena prima del borgo Boures de Gris. Con un’escursione di qualche ora si possono toccare, così, le frazioni Borney, Planaz, Farettaz, Pillaz, Thea, Chucal e Bressé. Boschi, cappelle, fontane in pietra e vecchi mulini: non serve il filtro in bianco e nero per immaginarsi questi villaggi nel passato, quando erano brulicanti di vita. Arrivare nel villaggio di Farettaz, poi, vale da solo tutto il giro. Qui, l’arte dei muratori di un tempo esplode in tutta la sua maestosità nei muri squadrati e perfette di questa piccola frazione. Il taglio preciso della pietra si scontra armoniosamente con la disposizione aggrovigliata degli edifici, tutti stretti uno all’altro in quello che sembra un abbraccio per sopportare meglio l’inverno.

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