Itinerari

Anello del Putia, la magia delle Dolomiti alla portata di tutti

Svetta isolato nel Parco Naturale Puez-Odle e si può effettuarne il periplo completo senza troppa fatica con una bella alternanza di canalini, ampi pascoli e foreste di conifere

Nel Parco naturale Puez-Odle, in Alto Adige, tra le tante vette su cui sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo svetta solitario il Sass De Putia. Lo si identifica anche a grande distanza perché, a differenza di altre cime che si susseguono in estese catene, sorge solitario a quota 2.875 metri.

Il luogo in cui iniziare l’escursione coincide con il passo delle Erbe (1.987 m), il valico che mette in comunicazione la val Badia con le valli di Luson e di Funes.
Ci si mette in marcia seguendo il segnavia 8A che percorre inizialmente un’ampia strada sterrata che conduce verso il vero e proprio anello del Putia. Dopo poche centinaia di metri il primo affaccio sul massiccio scalda il cuore e impone una pausa per ammirarlo in tutta la sua maestosità.
Questo primo settore conduce fino a Prà de Putia dove si apre un paesaggio fatto di pascoli e malghe poste proprio ai piedi della montagna. Da qui inizia il circuito, che vale la pena percorrere in senso antiorario mantenendo come riferimento il segnavia 8A. Una scelta che consente di affrontare la parte più impegnativa del percorso quando si è ancora freschi. La strada sterrata si restringe dopo aver oltrepassato i prati di Campaccio e diventa un sentiero che si avvicina alle pendici occidentali del Sass de Putia.

Un ripido canale porta in quota

Progressivamente il sentiero diventa più stretto ed esposto e si porta ai piedi della parete verticale e dei ripidi ghiaioni che scendono dal massiccio. Sulla destra del tracciato si apre un profondo burrone. Questo è il tratto più esposto e bisogna camminare con passo sicuro, chi soffre di vertigini può avere difficoltà.
Talvolta colate di pietre dai ghiaioni superiori o piccoli distacchi vanno ad invadere la traccia creando ostacoli imprevisti da superare, quindi occorre sempre prestare attenzione. Tecnicamente non ci sono però difficoltà particolari.
L’itinerario si immette quindi sul sentiero n.4 che coincide con l’Alta Via N.2 e il sentiero attrezzato Günther Messner. Vi ricorda qualcosa questo cognome? Esatto, i fratelli Reinhold e Günther Messner sono originari della val di Funes e le Odle, qui vicinissime, sono state le montagne su cui hanno iniziato ad arrampicare.
È il momento di affrontare il tratto più faticoso del percorso, la salita alla Forcella di Putia, ovvero un muro verticale che sale a gradoni irregolari senza dare tregua fino a raggiungere i 2.361 metri del valico. Va affrontato con calma soprattutto se non si è ben allenati. Arrivati alla forcella però la stanchezza svanisce e lo sguardo viene attratto dalle stelle alpine che fanno capolino a fianco del sentiero. Il Putia incombe sulla sinistra, lo si può finalmente toccare con mano.

Dopo la Forcella di Putia si apre un mondo di pascoli e malghe

Da qui si entra in un altro mondo. Dopo roccia, gradini, canaloni e sassi scivolosi è il momento di prati e pascoli punteggiati da malghe e fienili isolati.  Alla forcella di Putia si abbandona il sentiero n.4 e si continua in discesa sul segnavia 4B in direzione dei “Prati di Vaciara”. Nella direzione opposta, invece, il segnavia 4B conduce verso la vetta della montagna, passando prima in direzione del Piccolo Putia fino a 2.720 metri e poi con un ultimo tratto attrezzato, da affrontare con equipaggiamento da ferrata, ai 2.875 metri della vetta. Questa variante è riservata ai più allenati e tecnicamente preparati.
Si scende quindi su un sentiero ampio e semplice con pendenze moderate che, dolcemente, riporta a quote inferiori. Il Putia è sempre vicinissimo, alla sinistra del tracciato. Da qui, però, se ne osserva il versante opposto rispetto al punto di partenza.
Il segnavia da seguire passa da 4B a 35 che porta al Passo di Göma (2.111 metri) dove si incontra il sentiero 8B che conduce all’Alpe di Göma e porta alla discesa che accompagna al punto di partenza. Quest’ultimo settore si riavvicina nuovamente alle pareti del Putia e si snoda per lunghi tratti tra foreste di conifere incontrando anche enormi massi precipitati nei secoli dalla montagna. Poco prima dell’arrivo s’incontrano malghe attrezzate per il ristoro. E’ piacevole concludere qui la giornata, osservando per un ultima volta la montagna appena circumnavigata.

Partenza e arrivo: Passo delle Erbe (1.987 m)
Dislivello: + 570 m
Durata: 4.30 ore
Difficoltà: E
Periodo: da metà giugno a fine settembre

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