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Orsi e lupi in Trentino, smentita l’emergenza

I dati del Rapporto sui Grandi Carnivori 2022, diffuso dalla Provincia di Trento, parlano di una sostanziale stabilità della popolazione di orsi e lupi e di un leggero calo dei danni provocati dai lupi

In Trentino non esiste un’emergenza causata dai grandi carnivori. La fine di Andrea Papi, il giovane di Caldes ucciso da un’orsa ad aprile ha commosso l’Italia, ma è stata una tragedia isolata. Nel 2022, il numero di orsi e lupi in Provincia di Trento è aumentato di poco, in maniera fisiologica e prevista. I danni all’agricoltura e al bestiame provocati dalle due specie sono complessivamente calati, e sono costati all’erario meno di 150.000 euro di rimborsi.

Questo è il quadro che emerge dal Rapporto Grandi Carnivori 2022, che la Provincia di Trento ha pubblicato da qualche giorno, in ritardo sul previsto, dopo le sollecitazioni degli ambientalisti e dei tecnici. I dati del documento, che può essere liberamente scaricato dal sito dell’ente, sconfessano l’allarmismo del presidente Maurizio Fugatti e delle altre autorità provinciali, e fanno sembrare pretestuosa la richiesta di procedere ad abbattimenti indiscriminati.

Nascite stabili e danni leggermente in calo

Il Rapporto, che è stato realizzato con il coordinamento del Servizio Faunistico della Provincia, e con la collaborazione della Fondazione Edmund Mach, dell’ISPRA, del Parco Adamello-Brenta, del MUSE e dell’Associazione Cacciatori Trentini e di altri volontari non si occupa solo del lupo e dell’orso, ma anche della lince (ufficialmente presente solo con un maschio arrivato dalla Svizzera) e dello sciacallo dorato, segnalato soltanto in Val di Fiemme.

Secondo il Rapporto, nel 2022, tra le Dolomiti di Brenta e l’Adamello sono nati 25 cuccioli di orso, due dei quali sono morti (“un cucciolo dell’anno è deceduto per investimento stradale, un altro è scomparso per cause sconosciute”). Anche nel 2020 i nati erano stati tra i 22 e i 24. I dati confermano che le femmine di orso sono stanziali, e occupano circa 1.700 chilometri quadrati, in leggera crescita rispetto al 2021. Spostamenti molto più lunghi vengono compiuti dai giovani maschi, segnalati su oltre 41.000 chilometri quadrati, e che spesso rientrano nella zona di partenza per accoppiarsi.

Per quanto riguarda i lupi, il Rapporto Grandi Carnivori 2022 afferma che il numero dei branchi è aumentato da 26 a 29. Subito dopo, però, si spiega che 5 di questi gravitano “sul territorio del Trentino in misura marginale”. È il caso dei “gruppi familiari” che vivono “a Campobrun e nella Lessinia orientale”, “tra Agordino-Cereda e Vette Feltrine-Val Noana” e “nella zona Baldo-Novezza”, e che si spostano tra il Trentino e le province venete di Belluno, Verona e Vicenza.

In tutto, tra il 2021 e il 2022, il numero dei lupi segnalati in Trentino è salito da 175 a 194, ma il numero dei decessi verificati è salito da 10 a 14. La causa principale di morte sono gli investimenti sulle ferrovie o sulle strade.

Nel 2022 sono stati accertati 440 danni da grandi carnivori, dei quali 301 da orso e 139 da lupo; nessuno invece da lince e da sciacallo dorato. I capi di bestiame predati sono stati in totale 625, dei quali 300 da parte dell’orso e 325 da parte del lupo, più altri 200 feriti o dispersi.

Rispetto al 2021, si tratta di una sostanziale stabilità per l’orso, e di un calo del 15% per il lupo. Il totale degli indennizzi liquidati è stato di 145.679 euro, di cui 76.786 per danni da orso e 68.893 per danni da lupo. Una cifra che sembra perfettamente gestibile.

Le misure di prevenzione

Nel 2022, inoltre, sono state evase 230 richieste per misure di prevenzione dei danni, come recinti elettrici e cani da guardianìa. “La presenza del pastore e l’adozione dei più opportuni sistemi di prevenzione dei danni, oltre a un equo indennizzo e al costante rapporto con il personale forestale, sono i punti strategici per mitigare l’impatto dei grandi carnivori sulla zootecnia di montagna”, afferma il Rapporto.

Il principale punto debole del sistema sta nella riduzione del monitoraggio genetico dell’orso, che per decisione della giunta Fugatti viene effettuato in modo intensivo ad anni alterni. Un metodo che “non consente di effettuare una nuova stima della popolazione con i criteri utilizzati in altri anni. L’ultima stima disponibile risale a fine 2021, e parla di 73-92 esemplari, esclusi i piccoli dell’anno”.

Tra gli orsi classificati come “problematici”, nel 2022 sono stati monitorati soprattutto M62, F43 e JJ4, considerata responsabile della morte di Andrea Papi e attualmente detenuta nei recinti del Casteller. F43 è invece morta l’anno scorso, durante “l’anestesia per sostituire il radiocollare”. Nelle scorse settimane, il TAR di Trento ha sospeso l’uccisione di JJ4 e di un altro orso detenuto, MJ5, accogliendo la richiesta delle associazioni animaliste.

Com’è noto, dopo la tragica fine di Andrea Papi, ambientalisti e zoologi come Filippo Zibordi e Alessandro De Guelmi hanno accusato la Provincia di non informare e proteggere abbastanza i cittadini. Il Rapporto smentisce queste accuse, affermando che nel 2022 sono stati identificati 25 orsi (12 maschi e 13 femmine), responsabili di attacchi al bestiame, e che la squadra di emergenza del Corpo Forestale è stata attivata 40 volte, venendo 7 volte a contatto ravvicinato con l’orso.

Nel 2022, prosegue il Rapporto, sono state avviate “una nuova fase per la distribuzione di cassonetti anti-orso in Val di Sole”, e “la revisione del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti”. Sono stati prodotti pubblicazioni, sussidi didattici, audiovisivi veicolati da radio, tv e social network, più 20.000 poster e 168.000 opuscoli e dépliant in italiano, inglese e tedesco. Sono state organizzate 9 serate con il pubblico. Sui treni della linea Trento-Malé, fin dal 2021, vengono trasmesse le regole di comportamento nelle aree frequentate da lupi e orsi.

Il Rapporto Grandi Carnivori 2022 sembra dipingere una situazione sotto controllo, ma la Provincia continua a pensarla in maniera diversa. Il 30 giugno Giulia Zanotelli, Assessore all’Agricoltura, Foreste, Caccia della Giunta Fugatti, ha ribadito da poco che “per tutelare le comunità e l’agricoltura di montagna l’unica via è ridurre il numero degli esemplari”, e ha proposto tre modifiche al PACOBACE, il regolamento sulla gestione dell’orso, per rendere più facili gli abbattimenti.

È facile prevedere che la contrapposizione durerà fino alle elezioni provinciali del Trentino, in programma il 22 ottobre. Ma potrebbe prolungarsi fino al giugno del 2024, quando si voterà per il Parlamento Europeo.

Qualche giorno fa, la Romania, che ospita più di 7.000 orsi, ha chiesto all’Unione Europea di aggiornare la Direttiva Habitat che si occupa di conservare “gli habitat naturali, la flora e la fauna selvatica”. Repubblica Ceca e Slovacchia hanno appoggiato la richiesta. La guerra degli orsi e dei lupi, nei prossimi mesi, rischia di estendersi a tutto il continente.

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