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Sant’Anna di Valdieri, dove le donne fanno rinascere il borgo

Ai piedi delle vette dell'Argentera, sorge un paese, un tempo meta di vacanze reali, che sta riprendendo vita grazie al lavoro di un gruppo di donne

Benvenuti nella repubblica delle donne. Sant’Anna di Valdieri, sette residenti ufficiali (una volta erano centinaia), sorge ai piedi di vette eleganti e famose come l’Argentera, il Corno Stella e il Monte Matto, e all’inizio di sentieri, quasi tutti lunghi e faticosi, che salgono verso una decina di rifugi.

Siamo a pochi chilometri da Cuneo, nella Valle Gesso tutelata dal Parco delle Alpi Marittime, uno dei più belli e importanti del Piemonte. I camosci si lasciano vedere facilmente, più in alto si avvistano gli stambecchi, il lupo è tornato ed è stato accettato. Anche Sant’Anna, al contrario di altri borghi delle Alpi e dell’Appennino, ha iniziato a rinascere. Il merito è di un gruppo di donne. Mogli, madri, appassionate di montagna. E soprattutto imprenditrici, solidali tra loro.

L’imprenditorialità delle donne di Sant’Anna

È iniziato tutto una decina di anni fa. Io avevo collaborato con il Parco, cercavo qualcosa da fare. La Provincia di Cuneo ha chiuso la Casa Alpina, una ex-caserma con 90 posti-letto, che per decenni aveva accolto gruppi e scuole. Il Comune e il Parco mi hanno aiutato, ce l’ho fatta”, spiega Michela Formento, appena rientrata da una sgambata verso il rifugio Bozano, e che si prepara a servire una cena per 60 coperti.

Nello stesso periodo Marcella Formento, sorella di Michela, ha fatto una scelta simile. “Ho rilevato un vecchio albergo, ristrutturato ma chiuso da 25 anni, l’ho riaperto, ho aggiunto un ristorante che funziona”. Quando una delle due strutture è piena, o un cliente contatta quella che non è adatta per lui, viene subito indirizzato all’altra.

Non è soltanto solidarietà tra sorelle. Accade lo stesso con la locanda Balma Meris di Cinzia Chiambretto, o con la casa vacanza Bio Magia di Rita Salvai a Tetti Gaina, l’ultima frazione prima delle Terme di Valdieri. Tutto l’anno i residenti, i proprietari delle seconde case, i ciclisti, gli alpinisti e gli escursionisti di passaggio si ritrovano alla Bottega del Parco di Cinzia Damiano. L’unico negozio del borgo ma anche un bar, e un punto di riferimento fondamentale.   

Per capire la rinascita di Sant’Anna, le parole-chiave sono comunità, spirito di gruppo, appartenenza. “Abbiamo tutte una storia, un percorso alle spalle. Alcune di noi, per lavorare qui, hanno deciso di lasciare un posto fisso”, spiega Marcella Formento.

Il nostro non è un hobby, è un lavoro. Grazie a quel che facciamo a Sant’Anna paghiamo i mutui, ci regaliamo viaggi e vacanze, viviamo”, aggiunge sua sorella Michela. “A renderci speciali non è il fatto che siamo donne, ma che siamo donne e andiamo d’accordo”, conclude Cinzia Damiano con un sorriso smagliante.

Sant’Anna, luogo di vacanze reali

Chi sosta a Sant’Anna scopre subito di essere arrivato in un luogo speciale. L’Ecomuseo della Segale, dedicato ai bateur, gli uomini che la battevano, celebra il duro lavoro dei contadini della Valle Gesso, e si visita ritirando la chiave al bar.

Sulla facciata della Pro loco, grandi fotografie in bianco e nero ricordano gli alpinisti che hanno fatto la storia delle Marittime. Il sentiero che inizia accanto alla locanda Balma Meris conduce in tre ore al rifugio che ricorda Dante Livio Bianco, alpinista e comandante partigiano.

Per ottant’anni Sant’Anna di Valdieri e la Valle Gesso non sono state una repubblica ma un angolo fondamentale del Regno d’Italia. Come racconta lo storico Walter Cesana nel saggio I Savoia in Valle Gesso, Valdieri e dintorni in estate erano “la succursale della Capitale”.

Qui, ha passato molte vacanze estive re Vittorio Emanuele III con la moglie Elena, alla quale le Marittime ricordavano il Montenegro dov’era nata. Spesso funzionari e ministri della lontanissima Roma, a luglio e agosto, dovevano salire quassù. A Valdieri il giorno di Ferragosto del 1913, è stato firmato l’atto costitutivo della Banca Nazionale dei Lavoro.

Vittorio Emanuele II, prima e dopo l’Unità d’Italia del 1861, veniva nel cuore delle Alpi Marittime per cacciare stambecchi. Anche qui, come tra Cogne, la Valle dell’Orco e le altre del Gran Paradiso, per facilitare le sue battute furono costruiti case di caccia, appostamenti e chilometri di mulattiere selciate.

Accanto alle Terme di Valdieri, in un edificio poi ristrutturato dal Parco, lo aspettava la Bela Rosìn cioè Rosa Vercellana, la sua amante ufficiale, che aveva venticinque anni meno del “re cacciatore” e che gli diede due figli. Prima di morire Vittorio Emanuele la sposò con matrimonio morganatico (senza passaggio di titoli e averi), e la nominò contessa di Mirafiori e Fontanafredda. Alla morte di Rosa, però, un funzionario moralista, probabilmente imboccato da Casa Savoia, scrisse sul certificato “nubile”.

Guardando al futuro

Oggi le donne (e gli uomini) di Sant’Anna di Valdieri devono discutere con funzionari diversi. Ma lo fanno con il sorriso sulle labbra. Chi arriva qui potrebbe scoprire che alcuni operatori telefonici non prendono. “Noi siamo contente, fino a pochi anni fa non ne funzionava nessuno”, spiega Marcella Formento.

Da qualche anno organizziamo convegni e incontri dedicati alle donne e alla montagna. Il pubblico c’è, ma non abbiamo una sala coperta dove riunirci se fa freddo o se piove”, aggiunge Michela. Un altro problema da affrontare è quello della strada per le Terme, che d’inverno viene chiusa per mesi. Si parla di rivalutazione del rischio e di qualche paravalanghe, ma ci vorranno molti anni.   

La solidarietà tra le signore di Sant’Anna si estende all’intera Valle Gesso. Le strutture ricettive acquistano carne, formaggi, salumi, pane, miele e patate dai produttori locali, anche se devono spendere più che altrove. Consentono di guardare con speranza al futuro le scelte di Arianna e Federica, 25 e 22 anni, le due figlie di Cinzia Damiano, che hanno scelto di vivere qui insieme ai loro compagni.

Ha guardato al futuro anche il corso di formazione (ben 600 ore!) sulla vita e il lavoro in montagna, realizzato in collaborazione con il Parco, che ha diplomato 17 persone. Alcuni oggi lavorano, e non solo nell’accoglienza e nel turismo. “Uno degli allievi è un videomaker, si occupa di comunicazione, vive e lavora qui a Sant’Anna”, spiega con orgoglio Michela.

Ad apprezzare l’atmosfera del borgo, e le sue strutture ricettive, sono naturalmente anche gli uomini. Negli eventi estivi, invece, tornano con prepotenza le donne. Qualche estate fa una serata è stata dedicata alle Cholitas, le straordinarie donne-alpiniste della Bolivia, presentate dalla scrittrice Irene Borgna. Quest’anno, a fine maggio, l’iniziativa Move to be green-Sportivi per natura ha avuto come protagonista e testimonial Tamara Lunger, alpinista e comunicatrice altoatesina. Dai tempi della Bela Rosìn sembra essere passato un millennio.

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