Montagne

Gran Paradiso

È l’unico massiccio superiore ai 4000 metri di quota interamente in territorio italiano. A cavallo tra Valle d’Aosta e Piemonte il Gran Paradiso comprende due cime sopra quattromila metri, tra cui la più alta che raggiunge i 4061 metri, e una trentina di vette sopra i tremila. La sua massima elevazione è la terza completamente in Italia, dopo Corno Nero (4321 m) e Piramide Vincent (4215 m). Il nome, Gran Paradiso, deriva per assonanza da quello francese Grand Paradis. Altri studi lo riportano al patois valdostano Granta Parei – grande parete –. Localmente, anche se non appartiene ai nomi ufficiali, il Gran Paradiso viene chiamato Mont Iseran.

Geografia

Localizzato interamente in territorio italiano, a cavallo tra Piemonte e Valle d’Aosta, il massiccio del Gran Paradiso è costituito da 5 valli. In Valle d’Aosta ricadono la Val di Cogne, la Valsavarenche e la Val di Rhêmes; in Piemonte troviamo invece la Valle dell’Orco e la Val Soana.

Dalla sua vetta più alta, a 4061 metri, interamente in territorio valdostano, si diparte una cresta che divide la Val di Cogne dalla Valsavarenche. Lungo questa si trova la nota cima della Grivola (3969 m). Sul versante piemontese le cime più evidenti sono invece il Ciarforon (3642 m), la Tresenta (3609 m) e la Becca di Monciair (3544 m).

Particolari sono i ghiacciai che interessano la parte alta del massiccio. Questi sono maggiormente estesi sul versante valdostano del Gran Paradiso, mentre quello piemontese si presenta più spoglio e roccioso. I maggiori ghiacciai sono quelli del Gran Paradiso e del Laveciau, che scendono verso la Valsavarenche, mentre in Val di Cogne si spinge il ghiacciaio della Tribolazione.

Prima salita

Conosciuto da tempi antichi il Gran Paradiso ha presto attratto l’attenzione degli alpinisti. Dopo un primo successo sulla Grivola, nel 1859, da parte di J.Ormsby, R.Bruce, F.Dayné, Z.Cachaz e J.Tairraz, gli occhi hanno subito guardato alla vetta più alta. Ecco allora che nel 1860 si avvia una spedizione intenzionata alla conquista dei 4061 metri del Gran Paradiso. A realizzarla gli inglesi Cowel e Dundas con le guide Michel Payot e Jean Tairraz che salgono per il versane sud-ovest, partendo dall’Alpe di Moncorvè. È il 4 settembre quando raggiungono la vetta e tutto va secondo i piani senza alcun intoppo, a dimostrazione della facilità rivestita dall’itinerario oggi considerato via normale di accesso alla montagna.

Vie alpinistiche

Montagna facile il Gran Paradiso, la via normale è quella seguita dai primi salitori ed è valutata come F+. Il tratto più complesso e delicato di tutta l’ascensione è rappresentato dagli ultimi 60 metri. Ricordiamo comunque che si tratta di un itinerario di stampo alpinistico, dove sono richieste competenze ed esperienza nell’uso di tecniche e attrezzature d’alta montagna.

Nel corso degli anni sono state aperte altre vie di salita al Gran Paradiso, divenute classiche.

  • Via Normale – rifugio Vittorio Emanuele II: tra gli itinerari maggiormente battuti per raggiungere la vetta del Gran Paradiso.
  • Via Normale – rifugio Chabod: via che nella parte bassa supera il crepacciato Ghiacciaio del Laveciau per poi raggiungere la cosiddetta Schiena d’Asino dove si ricongiunge alla normale proveniente dal rifugio Vittorio Emanuele II.
  • Via classica – Parete Nord: dopo un approccio attraverso il Ghiacciaio del Laveciau si attacca la parete nord-ovest che, aggirando un seracco, permette di guadagnare la cresta e da lì la vetta della montagna.

Record

Prima o poi ci si prova. Si tentano record di ascensione sulle montagne più difficili e così accade anche su quelle più facili, dove il margine da dedicare alla sfida agonistica aumenta. Il primo a immaginare e realizzare un record di salita al Gran Paradiso è il guardaparco di Ceresole Reale Valerio Bertoglio che il 6 agosto 1991 fa segnare il tempo di 2 ore 32 minuti e 6 secondi per compiere il percorso dalla frazione Pont di Valsavarenche alla vetta e ritorno. Nel 1995 lo skyrunner valdostano Ettore Champrétavy migliora il tempo fermando il cronometro a 2 ore, 21 minuti e 36 secondi. Infine, nel 2020, Nadir Maguet si impone chiudendo l’itinerario in 2 ore 2 minuti e 32 secondi.

Curiosità

A conferma della facilità della montagna nel 1931 il prete alpinista Joseph-Marie Henry è riuscito a portare sulla vetta del Gran Paradiso un asino di nome Cagliostro. Qualche anno dopo Achille Ratti, futuro Papa Pio XI, ha raggiunto il punto più alto portando sulle spalle un ragazzino.

Guida al Gran Paradiso

Per salire il Gran Paradiso bisogna prima di tutto recarsi in Valle d’Aosta, quindi a Cogne. La località è facilmente raggiungibile in auto, ma anche con i mezzi pubblici grazie ai frequenti autobus in partenza da Aosta.

Con partenza dalla frazione Pont di Valsavaranche la salita è normalmente divisa in due giorni. Durante il primo, di semplice trekking, si raggiunge il rifugio Vittorio Emanuele II o il rifugio Chabod. Durante il secondo si effettua l’ascensione alla vetta e il ritorno a valle. Si tratta di una salita relativamente facile, adatta anche a escursionisti esperti e può essere un ottimo battesimo al mondo del Quattromila. Il consiglio, per chi alle prime esperienze, è quello di affidarsi al supporto di un amico con esperienza oppure ai professionisti della montagna.

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2 Commenti

  1. Bello !!
    Grazie !!!
    Solo adesso ho capito dove e da che parte tanti anni fa siamo saliti, eravamo sempre nella nebbia.
    Ora che tutto mi è chiaro sono molto più contento.

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