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Marcello Ugazio: nuovo FKT record Genova-Monte Rosa Bike&Ski

12 ore, 19 minuti e 36 secondi, questo il tempo record impiegato da Marcello Ugazio per affrontare 242 chilometri e 5.500 metri di dislivello positivo da Genova alla Capanna Margherita sul Monte Rosa

È stato Marcello Ugazio a segnare, in poco più di 12 ore, il nuovo Fastest Known Time.
No rules per questo talento della corsa in salita (Campione Italiano Vertical FISky 2022), proveniente dal mondo del triathlon, che ora ha negli obiettivi la vetta del Monte Bianco. E per riuscire nell’impresa, in programma per il fine settimana che apre il mese di luglio (sabato 1 e domenica 2), ha deciso di mettersi alla prova con un altro record che, per noi comuni mortali, ha dell’incredibile.
242 chilometri percorsi e 5.500 metri di dislivello positivo da Genova alla Capanna Margherita sul Monte Rosa, stoppando il crono a 12 ore, 19 minuti e 36 secondi. E questo nonostante il meteo non propriamente favorevole, che ha reso il tutto più complicato.
Il primato precedente in versione Bike&Ski apparteneva a Nico Valsesia (14 ore e 31 minuti). Abbiamo intervistato il nuovo recordman a pochi giorni dall’impresa, e ci ha raccontato dell’emozione della vetta (nel video diffuso non nasconde un buon pianto liberatorio!), del maltempo e di un piccolo problema di disidratazione, oltre che, ovviamente, della stanchezza. 12 ore 19 minuti e 36 secondi… messe in conto le difficoltà incontrate, viene da pensare che Ugazio (che è anche atleta della nazionale azzurra FISky) potesse addirittura fare meglio. Bravo comunque? No, bravissimo comunque, visto che quello siglato è il Fastest Known Time (tradotto “il miglior tempo mai registrato”) in una prova di questo tipo, con partenza da Genova e arrivo a Capanna Regina Margherita, utilizzando la bicicletta per il tratto stradale e gli sci da scialpinismo per quello alpinistico.

Tanto per dare qualche numero: Ugazio è partito all’ 1.00 del mattino del 17 aprile da Genova Voltri ed è arrivato alla Capanna Margherita alle ore 13.19.
6 ore 59′ di Bike e 5 ore 20′ di attività alpinistica sono i tempi parziali. La salita fino in vetta è stata gestita in tutta sicurezza grazie al contributo di due grandi compagni di cordata come Stefano Venturato e Maurizio Zaniroli.
L’appuntamento adesso sarà a luglio con il FKT Genova Monte Bianco, una sfida in chiave moderna al Gigante delle Montagne. Anche in questo caso l’obiettivo sarà quello di percorrere nel minor tempo possibile la distanza più breve in linea d’aria tra il capoluogo ligure e il Monte Bianco (4820 metri), lungo l’itinerario lineare più logico e dal minor chilometraggio, cioè da Genova Voltri alla vetta lungo la via normale italiana. Sfida ideata ventisei anni fa da Marino Giacometti, che ci impiegò 23 ore esatte, fissando il punto di riferimento per i tentativi successivi. L’attuale record, quello da battere, è ancora una volta nelle mani di Nico Valsesia (nel 2013 con il tempo di 16 ore, 35 minuti e 52 secondi). Ma veniamo alle sue dichiarazioni.

Come è andata?
È stata molto dura per via del meteo. Le previsioni non davano bellissimo, ma quantomeno accettabile. Ero pronto al freddo e al vento in quota, un po’ meno all’umidità in pianura e alla neve sul Rosa. Nella discesa dal Passo Turchino, affrontata in bici, si sono toccati i 3 gradi, quindi più freddo del previsto. Nonostante ciò le gambe giravano bene e ho continuato a spingere sui pedali e a mangiare. Probabilmente ho commesso l’errore di bere un po’ poco e ne farò tesoro in vista del Monte Bianco. Nell’arrivare a Gressoney ho pedalato controvento e quando sono arrivato in paese il cielo era terso… ma la vetta del Rosa era coperta dalle nuvole.

Ti sei preoccupato?
Sì, quando ho visto le nuvole ho iniziato a preoccuparmi e a pensare che sarebbe stata dura, con il 50% di probabilità di non riuscire. Ma ho deciso di salire comunque, non potevo mollare dopo essere arrivato – e arrivato bene – fino a Gressoney. Ho quindi fatto una ventina di minuti di pausa, durante i quali mi sono cambiato e ho mangiato qualcosa, e poi via.

Parlaci della salita, fatta con sci e pelli…
Durante la salita stavo molto bene, sia di fiato sia di gambe. Al Passo dei Salati è improvvisamente uscito il sole e fino al Rifugio Mantova ho addirittura avuto caldo. Pareva le condizioni stessero migliorando, invece no! Dopo il Mantova ha iniziato a soffiare un vento gelido e dal Col del Lys a nevischiare. Dal Gnifetti anche la visibilità è calata, ma con i miei compagni di cordata abbiamo ritenuto fosse comunque fattibile. Siamo stati un bel team, io, Stefano Venturato e Maurizio Zaniroli. Nell’ultimo tratto ho trovato ghiaccio vivo, quindi ho tolto gli sci (portati quindi a spalla fino alla Capanna Margherita) e calzato i ramponi. L’arrivo è stato emozionante, davvero emozionate: ho pianto.

Come ti sei preparato per questa impresa?
Per tutto l’inverno ho fatto allenamenti specifici, oltre a una preparazione generale che mi serve come base per la stagione delle gare Vertical. Ogni martedì pomeriggio ho fatto lavoro di qualità in bici (pedalando ogni volta per 120/130 chilometri) e il giorno successivo (quindi mercoledì) lo dedicavo allo scialpinismo facendo dislivelli positivi tra i 3000 e i 4000 metri skialp e arrivando a quote elevate per allenare il fiato.

Di seguito il videoracconto dell’impresa.

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