Granpablock, quando l’arrampicata è amica dell’ambiente
Da domani in Valsavarenche, poi in settembre a Cogne. Il raduno valdostano dei boulderisti è organizzato in collaborazione con il Parco Nazionale Gran Paradiso. Divertimento e scalata consapevole sono le parole d’ordine
Si scala, ci si diverte, si fa yoga, si sta insieme. Questo è Granpablok, il raduno di boulder che anima l’estate valdostana con due appuntamenti annuali. Si inizia il 27 e 28 luglio a Valsavarenche e si continua il 14 e 15 settembre a Cogne.
Come per le scorse edizioni, l’agonismo rimane fuori, si pensa solo a scalare in compagnia e divertirsi. Unica sfida ammessa i “blocchi birra”, una serie di blocchi da salire per poter vincere una birra artigianale. E poi ci sono l’après-boulder, si scala a Pont sotto le stelle, e lo street-boulder sugli edifici del centro di Cogne.
Un evento che, oltre alla scalata, promuove anche un tema di cui non si parla ancora abbastanza, ovvero l’attenzione per l’ambiente naturale da parte di chi pratica sport outdoor.
“Gli eventi sportivi come il nostro hanno il dovere e la responsabilità di sensibilizzare i climber verso quello che è il nostro terreno di gioco. Da anni cerchiamo di promuovere una scalata consapevole, che rispetti il sasso e la roccia e più in generale l’ambiente naturale”, spiega Matteo Alberti, organizzatore del raduno. “Per sugellare questo nostro impegno costante da anni collaboriamo con il Parco Nazionale Gran Paradiso”.
“Granpablock ci piace perché è un evento con una grande attenzione per l’ambiente”, conferma Andrea Mainetti, botanico del Parco. “Vediamo con favore attività di questo tipo anche per sottolineare che è possibile realizzare eventi sportivi minimizzando l’impatto sul territorio. Purtroppo, sport e ambiente non sono sempre in sintonia soprattutto quando subentra l’agonismo”.
Sabato 27, ci sarà spazio anche per una riflessione comune tra climber e Parco. “Si tratta di un breve momento divulgativo in cui l’obiettivo non è tanto spiegare ma creare un dialogo”, continua Mainetti. “L’intento è stimolare domande e curiosità tra gli scalatori. Ad esempio, qual è il senso di un Parco Nazionale o qual è il potenziale impatto dannoso che può avere lo sport outdoor sull’ambiente. Nel caso del boulder si parla principalmente di muschi e di licheni. In certe zone della Val di Cogne, ad esempio, cresce una specie endemica molto rara che va preservata. Momenti organizzati come questi sono anche un’importante occasione per ricevere informazioni sulla complessità e la articolarità degli ambienti di un’area protetta”.
Nell’ottica di creare un evento sostenibile, anche dal punto di vista ambientale, Granpablok ha scelto di imporre un numero massimo di iscrizioni per non rischiare di avere un impatto troppo invasivo sul territorio.
Oltre all’appuntamento di Valsavarenche, ormai quasi sold out, rimane confermato anche il raduno di Cogne, località gravemente colpita dall’alluvione di fine giugno. Ecco che la natura ci impone sempre più urgentemente un dialogo concreto e scevro di ecologismo di facciata. Nessuno esente. Tanto meno i climber!