AlpinismoAlta quota

Kristin Harila, Sophie Lavaud e Viridiana Alvarez in Tibet,
pronte a tentare Shishapangma e Cho Oyu

Le tre alpiniste sono volate dal Nepal in Cina dopo aver ottenuto i primi 3 permessi di salita agli 8000 concessi ad alpinisti stranieri dal 2019

Una sorpresa speciale ha cambiato i piani di salita di alcune delle alpiniste giunte in Nepal nelle scorse settimane per cimentarsi in salita tra i Giganti d’Himalaya nella stagione primaverile. Si tratta della norvegese Kristin Harila, della svizzera Sophie Lavaud e della messicana Viridiana Alvarez, tutte e tre impegnate nel completare la propria collezione di ascese dei 14 Ottomila senza ossigeno supplementare. Il trio ha ottenuto dal Governo tibetano nei giorni scorsi un permesso di salita per le vette di Shishapangma (8013 m) e Cho Oyu (8188 m), i primi 3 permessi di salita sugli Ottomila del Paese, concessi ad alpinisti stranieri dal 2019. Un’occasione da cogliere al volo. Rimandati temporaneamente i programmi primaverili in terra nepalese – per Kristin la salita del Manaslu (8163 m), su cui si è acclimatata nel mese di marzo, come primo capitolo di un ambizioso progetto di salita senza ossigeno supplementare dei 14 Ottomila in meno di un anno, per Viridiana l’Everest (8849 m) e per Sophie una meta non rivelata – sono partite alla volta della Cina.

Kristin e il sogno dei 14 Ottomila in 6 mesi

Per la norvegese Kristin Harila, che è a quota 12 Ottomila già saliti nel 2022 (facendo uso di ossigeno supplementare), Shishapangma e Cho Oyu rappresenterebbero le ultime due cime da raggiungere per completare la sua prima collezione di 8000, realizzata decisamente in velocità. Intenzione è realizzarne l’ascesa senza ossigeno supplementare, come primo step di quello che ha ribattezzato progetto “She Moves Mountains”, che prevede il tentativo di salita dei 14 Ottomila, senza ossigeno appunto, in maniera ancora più rapida, in meno di un anno. Obiettivo da record sarebbe di completarlo in 6 mesi.

Qui il video con cui, carica di gioia, ha annunciato l’ottenimento del permesso di salita.

 

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Gli 8 Ottomila di Viridiana Alvarez

La messicana Viridiana Alvarez sta affrontando la salita dei 14 Ottomila con un po’ più di calma, al momento è a quota 8, saliti tra il 2015 e il 2022 (Manaslu, Everest, Lhotse, K2, Kangchenjunga, Annapurna, Dhaulagiri, Makalu). Il piano per questa primavera era di tentare l’Everest senza ossigeno. Obiettivo che ipotizza di rimandare a inizio maggio, di ritorno dal Tibet, dove la sua collezione potrebbe arrivare a quota 10. Il programma, come spiega sui social, prevede di puntare prima allo Shishapangma e poi al Cho Oyu.

Qui il video in cui, al pari di Kristin, ha espresso la gioia di aver ottenuto l’inaspettato permesso di salita.

 

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Sophie Lavaud, dopo il Tibet obiettivo Nanga Parbat?

Alla svizzera Sophie Lavaud mancano solo due vette per completare i suoi 14 Ottomila, saliti senza ossigeno: Shishapangma e Nanga Parbat (8126 m). La cima del Karakorum potrebbe rappresentare, secondo quanto si può leggere sui suoi canali social, un obiettivo estivo.

 

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Permessi e malumori

La spedizione delle 3 alpiniste è coordinata da Climbalaya treks & expeditions, guidata da Mingma Sherpa, unica agenzia nepalese ad aver ottenuto i permessi di salita in terra tibetana. Delusione per la mancata concessione del permesso è stata espressa da una quarta alpinista, la taiwanese Grace Tseng: “Mi sento molto triste, persa – si legge sul suo profilo Facebook – Posso solo affrontare questa crudele realtà”. Obiettivi per la sua primavera restano Everest e Kangchenjunga. Ulteriori permessi negati risultano essere quelli richiesti per l’alpinista giapponese Naoko Watanabe e per i nepalesi Gelje Sherpa, Pasdawa Sherpa e Dawa Ongju Sherpa, compagni di avventura sul Manaslu di Kristin Harila.

Sul tema è intervenuto Nirmal Purja, in particolare a supporto degli ultimi due Sherpa. “Un sogno significa tanto e ci vuole un’intera comunità per aiutarti a realizzarlosi legge in un lungo post diffuso sui social – Volevo evidenziare che Pasdawa Sherpa e Dawa Ongju Sherpa hanno fatto parte del team di Kristin Harila, aiutandola e guidandola. Sono leggende dell’alpinismo. Capisco che ci sia stato un problema con i visti per consentire loro di scalare Cho Oyu e Shishapangma, con i visti prima rilasciati e poi ritirati. Voglio usare la mia voce oggi per chiedere a tutti coloro che sono coinvolti, di unirsi per rivedere la questione, in modo che questi due grandi scalatori possano realizzare il loro sogno di aiutare la squadra a battere il record dei 14 Ottomila.”
“Sarò sempre grato alle autorità cinesi per l’aiuto, l’equità e la gentilezza manifestate nel concedermi il permesso per completare i miei 14 Ottomila – conclude Nims – , così facendo hanno aiutato a mostrare al mondo cosa possono fare gli esseri umani e hanno aiutato a ispirare un’intera generazione di nuovi alpinisti.”

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