Meteo

Cosa sono i temporali di neve?

È una settimana che ci ricorda finalmente cosa sia l’inverno, quella che si sta vivendo lungo lo Stivale. Dalla sera di domenica le temperature sono scese in maniera significativa e al Centro-Sud, fino al livello del mare sulla fascia adriatica dalla Romagna alla Puglia, e a quote collinari sul resto del Sud e sulla Sardegna, è tornata la neve. Fin qui nulla di particolarmente eclatante, uno scenario di normalità cui ci stiamo disabituando a causa dei sempre più frequenti inverni “confusi”, caratterizzati da altalene termiche e lunghi periodi di siccità. Uno scenario “anomalo” (leggasi “non molto frequente”) è però quello che sta caratterizzando da circa 24 ore Calabria e Sicilia, interessate da intense precipitazioni.

Per la giornata di ieri, la Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse segnalando una allerta rossa per la Sicilia e arancione per la Calabria. “L’avviso prevede dalle prime ore di domani, giovedì 9 febbraio, precipitazioni diffuse e abbondanti, anche a carattere di rovescio o temporale sulla Calabria, specie settori meridionali e sulla Sicilia, specie settori centro – orientali – si legge nel documento – . I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forti intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Si prevedono inoltre nevicate al di sopra dei 500-700 metri sulla Sardegna, ed il persistere delle precipitazioni nevose su Calabria e Sicilia, con apporti al suolo generalmente moderati, fino ad abbondanti su Sicilia e Calabria meridionale.”

Allerta che è stata diffusa attraverso portali meteo e canali giornalistici, accompagnata da espressioni di sintesi particolari dei fenomeni meteorologici attesi, quali “temporali di neve” e “nubifragi di neve”. Abbiamo chiesto al meteorologo Filippo Thiery di chiarirci di cosa si tratti.

Nubifragi e temporali di neve, può spiegarci di cosa si tratta?

Partiamo col dire che il termine nubifragio di neve non esiste, è una invenzione puramente mediatica. Il termine nubifragio si utilizza solo per le piogge intense e violente. Esistono invece i rovesci di neve, a volte anche i temporali di neve.

Iniziamo dal rovescio di neve, cos’è?

Esattamente come il rovescio di pioggia, che è una precipitazione liquida in grado di scaricare piogge di una certa abbondanza su intervalli temporali brevi, si può parlare di rovesci di neve, per dare un’idea, nel caso in cui si verifichino accumuli di almeno 5-10 cm di neve nell’arco di un’ora, o più di 15-20 cm nell’arco di 2-3 ore, o 40-50 cm in 6 ore.

Invece il temporale?

Il temporale è un fenomeno prettamente estivo, innescato da forti contrasti termici tra gli strati più bassi e alti dell’atmosfera, tipicamente quando fa molto caldo nei bassi strati e arriva qualche refolo più fresco in alta quota nella troposfera, e se l’aria è sufficientemente instabile, più è alto il disavanzo termico tra media e bassa troposfera più questo mette in gioco grandi quantità di energia per lo sviluppo dei cumulonembi, nubi a sviluppo verticale. Questa grande macchina termica che sono i temporali si può sviluppare anche nel resto dell’anno, quindi anche in inverno. Se in estate il temporale rappresenta il fenomeno tipico, oltre ai forti rovesci di pioggia che possono assumere anche carattere di nubifragio quando danno luogo ad almeno 50-60 mm di pioggia in un’ora (o 40 mm in mezz’ora, o 80-90 mm in un’ora e mezza), e la grandine, in inverno oltre a forti rovesci di pioggia alle quote cui la precipitazione sia liquida, e al graupel, la neve pallottolare (che possiamo considerare un analogo invernale della grandine), laddove le condizioni della colonna atmosferica siano tali da dare luogo a precipitazioni a carattere nevoso, si possono verificare dei temporali nevosi. Per dirla in soldoni, può nevicare, anche a carattere di rovescio nevoso, con tuoni e fulmini.

Si tratta di fenomeni rari?

Si tratta di fenomeni che, sebbene non siano all’ordine del giorno, non sono avulsi dal nostro clima. Ci possono stare. In questo caso, visto che abbiamo a che fare con un ciclone mediterraneo, un centro di bassa pressione piuttosto profondo che nella giornata di mercoledì si è strutturato sull’entroterra nordafricano, a cavallo tra Algeria e Libia, nella giornata di ieri è risalito verso il Golfo libico per poi approfondirsi ulteriormente e spostarsi a cavallo di Malta, dove sta indugiando stamattina in attesa di tornare poi a scendere rapidamente di latitudine dal pomeriggio, stiamo registrando fenomeni non solo particolarmente insistenti tra Sicilia e Calabria ma anche ripetutamente a carattere di rovescio, cioè con intensità orarie di un certo rilievo, nonché con fenomeni in qualche caso anche a carattere temporalesco, ovvero associati a fulminazioni. Se alle quote più vicine al livello del mare abbiamo piogge molto abbondanti, alle quote collinari o alto collinari, a seconda delle zone di queste due regioni, ed a maggior ragione a quelle montuose, abbiamo altrettanto cospicue nevicate.

Al di là delle fioriture di nomenclatura, tra Sicilia e Calabria si stanno registrando apporti di neve imponenti, in quanto oltre alla intensità dei fenomeni va considerata la loro persistenza, tra 24 e 48 ore; se in queste ore la precipitazioni stanno ormai esaurendosi sulla Calabria centro-settentrionale, e nel pomeriggio cesseranno rapidamente anche su quella meridionale, ci vorrà qualche ora in più di pazienza sulla Sicilia, in particolare su quella sud-orientale, che sarà l’ultima ad uscire – a partire dalla serata odierna – dal raggio d’influenza di questa tempesta mediterranea. Su Etna, Nebrodi e alle quote più alte degli Iblei ci sono accumuli importanti, senza nulla togliere a quelli sull’Appennino calabro, in particolare fra le Serre e l’Aspromonte. Una situazione eccezionale, a maggior ragione se accoppiata alle forti e persistenti piogge alle quote più basse, all’intensità fra il burrascoso e il tempestoso dei venti, e alla violente mareggiate sulle coste, dove per eccezionale non si intende che non si sia mai vista, ma che non si veda tutti i giorni.

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Un commento

  1. “Partiamo col dire che il termine nubifragio di neve non esista.”

    Partiamo col dire che il termine nubifragio di neve non ESISTE.

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