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Il pianoforte in vetta

Il 3 agosto la cima dello Sciliar ha avuto un ospite un po’ diverso dal solito: un pianoforte. Andrea Vanzo, compositore di musica da film e pianista, ha creato questo strumento particolare, in grado di essere smontato e trasportato, per portare la sua musica in un luogo particolare e lanciare un messaggio.

Lo Sciliar è il simbolo delle Dolomiti ed è la montagna che sta proprio sopra Siusi. Io per metà sono originario di Siusi, vengo qui da quando ero bambino a trovare i nonni e per me è come una seconda casa, quindi anche dal punto di vista affettivo mi sento molto legato a questa cima. È, tra parentesi, la montagna dei Loacker: anche chi non c’è mai stato lha vista da qualche parte, o nelle pubblicità o sulle confezioni…”, spiega Andrea. Ha disegnato lui il suo strumento, un mix tra un pianoforte digitale e uno acustico, insieme al falegname (nella realizzazione sono state coinvolte la ditta Poplar di Massimo Russo e la ditta Umberto Vanzo restauratore), e lo hanno progettato fin da subito in modo che fosse smontabile e componibile in moduli, per renderlo trasportabile tramite delle sacche con bretelle. I pezzi, che non pesano più di 20 kg l’uno, si mettono in spalla, proprio come dei grandi zaini. Poi, come degli sherpa della musica, ci si incammina.

Il giorno precedente, il 2, è stato effettuato un sopralluogo con i videografi, per poi portare lì il pianoforte, salire al Rifugio Bolzano con la teleferica e raggiungere il punto stabilito, che si affaccia su Siusi. Per questa impresa sono servite sei persone – ci sono cinque sacche, ma serve il sesto per alternarsi. Sono saliti Andrea, suo padre Umberto, suo zio Michele, i cugini Jonas, Elias e Gabriel per trasportare il pianoforte, più i due videomaker, il fotografo e Ugo, il falegname, per le eventuali piccole riparazioni. Ci vuole circa un’ora e mezzo-due di cammino, Andrea e il padre Umberto hanno creato un sentiero apposta, segnato, per evitare certi dislivelli e certe rocce che sarebbero stati più complicati da superare. Si monta il pianoforte per le riprese al tramonto – lo Sciliar si affaccia a ovest, quindi dal punto di vista del sole sono le ore migliori – e, una volta finito, si smonta tutto e si scende con i frontalini al rifugio.

Smonti il pianoforte, lo metti nelle sacche, arrivi nella location, lo rimonti. È fatto in modo tale da poter essere portato in mezzo alla natura, in luoghi in cui nessuno ne ha mai visto arrivare uno, proprio per creare dei video particolari e lanciare poi dei messaggi, che grazie a YouTube e ai vari social media riescono a raggiungere molte persone. “Per me la natura è qualcosa da preservare, e bisogna agire adesso, o diventerebbe troppo tardi. Uno dei messaggi che cerco di portare con la mia musica è sicuramente questo. Abbiamo creato questa cosa, che è ecosostenibile, andiamo noi con le nostre gambe – non in elicottero – aiutati da altri montanari, proprio per mandare un segnale. È la natura, quello che stiamo perdendo. Le Dolomiti sono Patrimonio dell’umanità, noi le stiamo perdendo, stiamo perdendo tutto”.

Lassù è stato fantastico, non potevamo sperare in una giornata migliore, tra le più belle di questa estate: non c’era un filo di vento, quindi anche col drone siamo riusciti a girare benissimo. Abbiamo fatto riprese e foto strepitose. Per me è stata un’emozione unica, è sempre stato un po’ il mio sogno nel cassetto suonare in cima allo Sciliar.” Il brano scelto per questa location s’intitola “Intimacy”, Intimamente, e fa parte di un album che verrà pubblicato in ottobre. La particolarità di questo progetto discografico è che viene fatto in diretta” su un social network, è possibile seguire e partecipare al work in progress, dallidea allo sviluppo finale. “Lo sto scrivendo su Instagram, insieme ai miei fan. Mi viene un’idea, mi metto al pianoforte quando sono ispirato e la pubblico, quando è ancora a uno stadio iniziale, poi la sviluppo. La scelta di ambientare lì questo video si basa sul contrasto tra l’intimità del brano e la vastità di quello che vedi in cima allo Sciliar.

Si ringrazia tutto il team che ha contribuito alla realizzazione: Il salotto dell’artista, la regia di Alessio Sansone, Tony Albicocca come aiuto regia, il fotografo Josef Obexer. Per la riuscita di questo progetto si ringraziano anche il Rifugio Bolzano e lHotel Bad Ratzes.

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Un commento

  1. La montagna e la sua fauna non hanno bisogno della nostra musica, che gli crea soltanto disturbo.
    Sarebbe l’ora di fermare questa moda che vede il proliferare di concerti di tutti i tipi in ogni dove. Il suono della natura è ben altro. Se non siete capaci di ascoltarlo e di godervelo, mettetevi un paio di cuffie e non disturbate.
    Portata fuori dal suo contesto la musica diventa rumore molesto. Tanto quella di un rave party, tanto la musica classica e tutte le altre forme.

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