AlpinismoAlta quota

Prima libera e nuovo record di velocità, una stagione incredibile sulla Diretta Slovacca del Denali

Tra il 19 e il 20 maggio 2022 Matt Cornell, Jackson Marvell e Alan Rousseau mettevano a segno una salita in velocità da record sul Denali (6190 m), completando la temibile Diretta Slovacca in sole 21 ore e 35 minuti. Un tempo pari a un terzo delle 60 ore impiegate per realizzare la medesima impresa nel 2000 da parte di Steve House, Mark Twight e Scott Backes. Uno di quei record di fronte ai quali viene spontaneo pensare “ci vorranno altri 20 anni prima che qualcuno lo batta”. E invece no. A distanza di poche settimane, sulla medesima via, sono state realizzate due nuove imprese degne di nota: la prima salita in libera ad opera di Richard Nemec e Michal Sabovčík e una nuova salita in velocità da record,  in un tempo di 17 ore e 10 minuti, a firma di Michael Gardner, Sam Hennessey e Rob Smith.

La prima salita in libera della Diretta Slovacca

La Diretta Slovacca fu aperta nel 1984 da una cordata slovacca, composta da Tono Križo, František Korl e Blažej Adam in 11 giorni. E slovacchi sono anche i protagonisti della prima salita in libera: Richard Nemec e Michal Sabovčík.

Alle prime luci dell’alba del 26 maggio i due si sono portati alla base della parete sud, pronti ad attaccare la Diretta Slovacca, con i suoi quasi 2800 metri di dislivello. Qualche difficoltà più del previsto è stata riscontrata nella prima metà della parete, rivelatasi particolarmente secca. E si aggiunga anche un fornelletto rotto che ha causato non pochi problemi, in primis di disidratazione. Probabilmente in condizioni ottimali avrebbero impiegato anche meno delle 40 ore necessarie per raggiungere la vetta, senza interruzioni. Nella notte del 27 maggio hanno toccato quota 6190 m.

Come dichiarato dai due alpinisti a ExplorersWeb, la via era stata già salita in libera per gran parte da Mark Toralles e Bru Busom nel 2019, ma i due spagnoli non erano riusciti a superare in libera il passaggio chiave. Dunque la loro si attesta come prima salita in libera completa. Oltre a ciò, si tratta anche della terza salita in termini di velocità. Al momento della realizzazione, a essere precisi, è risultata essere seconda esclusivamente alla salita del 2000 di House, Twight e Backes. Poi sono arrivati i super sprint Gardner, Hennessey e Smith.

Una salita a tutto gas

Il 3 giugno 2022 Michael Gardner, Sam Hennessey e Rob Smith hanno infranto il record ancora fresco di Cornell, Marvell e Rousseau, ripetendo la Diretta Slovacca in 17 ore e 10 minuti.

“Questa è stata la terza volta che ognuno di noi ha fatto un viaggio al Denali finalizzato a provare questo fantastico percorso – racconta su Instagram Rob Smith – . L’arrampicata è stata classica e super divertente. Abbiamo completato la parte tecnica del percorso in 10,5 ore, che è stata la parte più facile. Per me il punto cruciale sono stati i 1.200 metri di neve salendo tra i 5.000 e i 6.190 metri. Ho davvero rallentato in questa sezione e ho dovuto sforzarmi parecchio. Sono molto orgoglioso della nostra salita in quanto siamo saliti velocemente ma anche in sicurezza. Siamo andati slegati solo su terreno a difficoltà molto moderata e nonostante avessimo solo due zaini da 20 litri e uno da 30 litri, abbiamo comunque trasportato cibo e carburante sufficiente per 2 giorni e mezzo sul percorso per assicurarci un margine di sicurezza.”

L’arrampicata veloce nasce dalla sicurezza – aggiunge Smith –. Ho notato che molte volte le previsioni del tempo nella zona dell’Alaska risultano poco accurate. Dal mio punto di vista, meno tempo trascorri su una via, più sei al sicuro dall’essere sorpreso inaspettatamente da una tempesta pericolosa.”

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3 Commenti

  1. I primi tre avevano detto che le condizioni erano eccezionali e qualcosa di mai fatto si poteva fare.
    Certo che tutti devono ringraziare il tempo i questi mesi.
    Magari anche lì invece delle valanghe cominceranno i crolli.

  2. Ma mi chiedo: se una salita può essere fatta in libera, che senso ha un record di velocità non in libera???
    È un po come un record di velocità sull’Everest usando l’ossigeno.

    1. Se capisco qualcosa, sempre che io conosca qualcosa: sulle grandi pareti dipende moltissimo dalle condizioni che si trovano quando ci si va e ci si può andare di solito per brevi periodi dell’anno.
      Tre pensieri da quota: se una fessurina difficilissima magari è molto ghiacciata si è veloci con picca e ramponi, se ci sono tratti con la neve bella dura si sale velocissimi e se tutto è secco magari si è lenti perché si deve cercare dove passare e “mettere roba”.
      Quest’anno sono tutti contenti, ma avevano già cominciato l’anno scorso con le belle novità !!!

      Altre cose sono le forme di “alpinismo dopato” (come si vede bene per esempio nel ciclismo o nell’atletica) è lo “pseudoalpinismo costosissimo” che da anni si vede sugli 8000 e altrove.
      Ma le persone dopate fanno di solito cose banali o taroccate, molto più per potersi vantare fra la gente che non ne sa niente, che per conoscere di più.

      A me vien da ridere quando qualcuno si vanta di aver salito una via e scopro che è stato molto, ma molto più lento di chi la aveva salita 30-40 anni prima: l’esempio più significativo è la via che Lettenbauer e Solleder avevano “aperto” in giornata sulla NO del Civetta nell’ormai lontanissimo 1925, dopo un breve e corto tentativo, e ora spesso viene ripetuta con un bivacco.
      Ma si può ridere molto spesso.

      Ah, così finisco, Svaluto Moreolo con un amico pochi anni fa aveva salito in giornata la Lettenbauer Solleder d’inverno, in condizioni non proprio secche, e tre “bravi ragazzi” questo inverno ci hanno bivaccato alcune volte, ma prima anche i francesi però in piolet traction.
      L’alpinismo è bello, mostra chi è ogni singolo uomo…. a saper guardare !!!

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