Meridiani Montagne

Il granito infinito

Testo di Umberto Isman, tratto dal numero di Meridiani Montagne “Badile, Sciora, Albigna e Val Bregaglia”

Sono molti i luoghi classici dell’iconografia alpina, e proprio perché classici, quando li vediamo in fotografia siamo in grado di dirne il nome. Alcuni sono veri e propri archetipi: Cervino, Tre Cime di Lavaredo, le Odle… Oltre a riconoscerli, spesso ci siamo anche stati. C’è un’immagine però, altrettanto impressa nella mente, che è a sua volta un archetipo – di guglia, di ago, di dente – alla quale non sappiamo dare nome e collocazione. Difficile anche che l’abbiamo vista dal vivo. È un’immagine che la presenza umana riempie di significato, e potenziandone la suggestione la rende iconica. Stiamo parlando della Fiamma, sottile, incredibile guglia granitica che si staglia solitaria sulla vertigine del versante sud della Val Bregaglia.

Ci siamo fatti accompagnare sulla Fiamma da Martin Rüggli, guida alpina e gestore, insieme alla moglie Annamaria, della capanna da l’Albigna. L’abbiamo raggiunta per la via più facile, un canale erboso con tratti di facile arrampicata che conduce a una sella, da cui la guglia compare all’improvviso, strappando un “finalmente!” a chi finora l’ha vista solo in fotografia. Perché per vedere il suo profilo più spettacolare bisogna per forza arrivare fino a qui. La Fiamma si accompagna al Dente: due guglie vicine, sospese nel vuoto in questo angolo defilato delle Alpi. La precarietà delle due guglie la conferma Martin, facendoci notare le fessurazioni che segnano la roccia apparentemente monolitica della Fiamma. Come dire: attenzione, prima o poi cadrà.

Ci installiamo per due notti alla capanna: la struttura è stata ampliata e rimodernata completamente nel 1994, ma mantiene la connotazione di un rifugio, non certo di un albergo d’alta quota. Annamaria e Martin ci raccontano la loro esperienza. “L’abbiamo presa in gestione nel 2014, è stato il nostro primo rifugio e probabilmente sarà anche l’ultimo. Per noi è stato un vero e proprio progetto di vita, dedicato soprattutto ai nostri bimbi (Seth e Lisa, di 8 e 6 anni). Se non fosse per loro non l’avremmo fatto. Hanno imparato a camminare qui e associano questo posto alla libertà. Ogni anno saltano le prime otto settimane di scuola, ma provvediamo noi con la homeschooling in rifugio”. Chiediamo a Martin delle possibilità alpinistiche che offre l’Albigna. “Il 70 per cento dei nostri clienti sono arrampicatori. Attualmente in Albigna ci sono circa 200 vie e più di mille tiri di arrampicata, di ogni genere e grado, dalle classiche sulle principali cime all’arrampicata sportiva. Solo sullo Spazzacaldera ci sono 50 vie, a due passi dall’arrivo della funivia. Ciò non toglie che si possa venire qui anche solo per camminare o per godersi il paesaggio”.

La cronaca delle nostre due giornate in Albigna rende conto solo di alcune delle innumerevoli possibilità che offre la zona. Il primo giorno, su consiglio di Martin, ci incamminiamo per il sentiero a monte del rifugio. È un breve percorso ad anello che permette di avvicinarsi al ghiacciaio della Cima di Cantone e raggiungere due piccoli laghi con circa 300 metri di dislivello. Il giorno seguente è dedicato all’arrampicata. Cominciamo con la parete più vicina al rifugio, quella della torre che si stacca dal Piz dal Päl. Albigna significa arrampicata vicina, sia per la funivia che ti porta rapidamente in quota, sia perché dal rifugio si hanno numerose possibilità di vario genere, dai massi per il bouldering, a questa torre, alle placche del lago” sottolinea Martin. Ci trasferiamo quindi alla Fiamma e sulla via del ritorno facciamo tappa proprio presso quelle placche che partono dal lago e arrivano poco sotto il rifugio. Roccia appoggiata, facile arrampicata di aderenza, un terreno ideale per i principianti e per chi vuole cimentarsi per la prima volta da primo di cordata. Infine il ritorno a valle, di nuovo il lago e lo Spirito dell’Albigna, un’enorme roccia antropomorfa visibile dalla diga che accoglie (o saluta) chi entra o esce da questo meraviglioso microcosmo di granito.

La copertina del numero

 

Altri approfondimenti sul numero 115 di Meridiani Montagne “Badile, Sciora, Albigna e Val Bregaglia” .

 

 

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close