Meridiani Montagne

Piccoli uomini, grandi vette

Sul numero 129 di Meridiani Montagne, dedicato alla Valtournenche, Enrico Camanni racconta le più belle imprese di ieri e di oggi sulle Petites e Grandes Murailles

Il Cervino è il totem. Cattura indiscutibilmente l’attenzione di chiunque risale la Valtournenche fino alla conca del Breuil. Ma, nonostante fama e bellezza non è in grado di fare abbastanza ombra alla enorme bastionata che divide la Valtournenche dalla Valpelline. Le cime e le creste delle Petites e Grandes Murailles sono ancora oggi teatro di salite impegnative, riservate a coloro che amano mettersi alla prova su montagne poco – o pochissimo -frequentate.  Quelle dove si vive l’alpinismo di una volta, fatto di lunghe distanze, bivacchi spartani, chiodature non recentissime. E solitudine. Sulle vette che in molti casi sfiorano i 4.000 metri sono state scritte pagine memorabili – a volte curiose – dell’alpinismo. Ma oggi a suscitare l’interesse dei più bravi sono le traversate, sempre più spesso effettuate a tempo di record, come hanno fatto nel 2020 Francois Cazzanelli e Franceso Ratti. Un segno dei tempi, certo. Ma anche la dimostrazione che è da quelle parti che si cimenta chi ha ancora voglia di avventura. Quella vera.

Ecco qualche breve passaggio dell’articolo di Enrico Camanni dal titolo Piccoli uomini, grandi vette

Una capanna d’altri tempi

Porta d’accesso e punto d’appoggio delle Murailles il vecchio bivacco Bobba, o dei Jumeaux, appollaiato sul costone che si protende verso il Col Budden e la Becca di Guin, da cui si parte anche per la scalata dei Jumeaux con un traverso esposto alla caduta dei sassi. Il Bobba una capanna d’altri tempi, non custodita, dove si cena a lume di candela, si dorme in cuccette spartane e si divide un rigagnolo d’acqua con gli stambecchi. Fantastico belvedere sulla Gran Becca, il santuario dell’alpinismo romantico in cui si fermarono a pernottare, e sognare, molti alpinisti tra le due guerre. Ugo De Amicis vi ha inscenato il racconto che apre il volume autobiografico Piccoli uomini e grandi montagne: “Al rifugio non c’era nessuno. Il portatore s’affaccendava a prepararmi la cena. Io guardavo intorno a me quella divina malinconia, che più che in altri momenti o aspetti della natura, si trova in un tramonto quieto di altissima montagna”.

Una straordinaria via di cresta

La prima traversata delle Grandes e Petites Murailles firmata dalle guide Luigi Carrel “Carrellino” e Marcello Carrel con Alfredo Perino, tra il 2 e il 4 agosto 1940. La cordata effettua due bivacchi, al Col des Grandes Murailles e al Col Budden. Ancora più notevole è il primo concatenamento del Cervino e delle Grandes Murailles compiuto dalle guide Ferdinando Gaspard e Bruno Bich, con la signora Carla Durando di Biella, il 7 e 8 agosto 1947. La straordinaria cordata – come racconta sulla sua pagina Facebook Francois Cazzanelli – porta a termine l’intero percorso con due soli bivacchi (all’epoca non era presente alcuna struttura sulla cresta). Partiti dal rifugio dell’Hornli, dove non possono neanche entrare perché in Italia è l’anno dell’epidemia di afta epizootica, raggiungono la vetta del Cervino alle sei del mattino, per poi proseguire e bivaccare al Col des Grandes Murailles. La sera le due guide salgono la vetta della Dent d’Hérens e poi rientrano al colle dove passano la notte. L’indomani ripartono e arrivano al lontanissimo Château des Dames, dove bivaccano di nuovo, per poi scendere a valle il giorno seguente. Un tempo da record. Quasi quarant’anni dopo…

In inverno dal Teodulo allo Château des Dames

… La storia delle Murailles, per ora, si completa con l’impresa più ambiziosa: la traversata invernale integrale dal Teodulo allo Château des Dames, passando per il Cervino e la Dent d’Hérens che d’inverno è una cavalcata himalaiana. Ci provano dal 14 al 17 febbraio 2019 Franois Cazzanelli e Francesco Ratti, partendo il 14 dal rifugio Teodulo…

Il terzo giorno abbiamo scalato le punte Margherita, Cors e Lioy, ma proseguendo per i Jumeaux abbiamo dovuto desistere per le condizioni proibitive” scrive Cazzanelli, che si consola con qualche birra e la certezza che le Murailles sono ancora là ad aspettarli. Infatti, ci riprovano l’anno seguente, il 20 gennaio 2020, poco prima che il Covid imprigioni il mondo. Tre giorni dopo sono di ritorno a Cervinia con la grande traversata in tasca…  

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