Meridiani Montagne

Meridiani Montagne in edicola con il numero dedicato a Presolana, Val Seriana e Val di Scalve

Il numero 130 della rivista accompagna i lettori alla scoperta della regina delle Orobie e delle valli ai suoi piedi. Dalle grandi scalate agli itinerari escursionistici, dai sapori fino alle tante storie – a volte tragiche – scritte ai piedi di queste montagne a due passi da Milano

Per i bergamaschi è casa. Per i milanesi, quasi. Per tutti gli altri è una montagna dove “prima o poi dovrò andare”. E, in effetti è proprio così ed è ormai diverso tempo che intorno alla Presolana si ascoltano parlate di ogni genere. E non solo della varie regioni italiane, perché sono sempre più numerosi gli stranieri – soprattutto centroeuropei – che hanno scoperto la selvaggia bellezza di questi luoghi, attraversati da una curata rete sentieristica e con rifugi dalla lunga storia dove è piacevole sostare. Sono luoghi, questi, di grande vitalità e che sanno sorprendere qualunque sia il microscopio con il quale le si osserva proprio per le mille sfaccettature della loro personalità. Facciamo allora accompagnare dalla rivista lungo le valli intagliate dal Serio e dal Dezzo, attraversando paesi di mezza valle che hanno saputo celebrare riusciti matrimoni tra tradizione e contemporaneità, incontrando personaggi che di queste vallate hanno scritto la storia, risalendo sentieri che portano verso alpeggi, rifugi e laghi d’alta quota. Mete mai scontate ai piedi di pareti maestose.
Non solo quelle della Presolana, però. Provate a dirigervi verso la Conca dei Campelli, poco a monte di Schilpario: lassù l’orizzonte è chiuso dalle cosiddette Piccole Dolomiti Scalvine fra le cui cime frastagliate spicca il profilo del Cimon della Bagozza. Luoghi amati anche da Riccardo Cassin e da Ettore Castiglioni. Due che di montagne ne avevano viste tante.

A introdurre il numero 130 di Meridiani Montagne è l’editoriale del direttore Paolo Paci.

Una Montagna nel cuore

COVER 130
COVER 130

Ognuno di noi ha una montagna del cuore, magari un rifugio. La mia è… ve lo dirò un’altra volta. Ma se scavo nella memoria, la seconda montagna del cuore per me è la Presolana, corredata dal rassicurante rifugio Albani in vista dello spigolo nordovest. Sono stato all’Albani la prima volta quasi mezzo secolo fa, alla fine di un lungo cammino iniziato ai Laghi Gemelli: io, l’amico Adriano e settemila lire in tasca. Con quella cifra, un adolescente senza pretese, allora, poteva vivere una settimana, a patto di viaggiare in autostop. Negli anni poi il rifugio mi è servito da base per arrampicate, traversate, settimane a servire ai tavoli, un incidente in parete (con autosoccorso) e perfino una tentata avventura galante…

Con la Presolana e la sua magnifica verticalità sempre lì a testimoniare qualche piccolo successo e molte goffaggini. Da diversi anni non ci tornavo ed è stato emozionante riscoprirla in questo numero pieno di sorprese. Attorno alla Presolana, infatti, ci sono altre montagne verticali, il Pizzo Camino, il Cimone della Bagozza, la Concarena, quelle che chiamano Piccole Dolomiti di Scalve e che attirarono le attenzioni di grandi alpinisti del passato, da Ettore Castiglioni a Riccardo Cassin. Sentieri in quota come quello dedicato ad Antonio Curò, che conduce in luoghi di natura selvaggia e solitudine sorprendente. Strade bianche adatte alle due ruote (con o senza “motorino”) per conquistare i panorami più ampi. Un gioiello gastronomico (Contrada Bricconi), e ancora altre preziose scoperte di archeologia industriale e di arte sacra. Ma il gioiello più brillante rimane lei: la Presolana, con i suoi spigoli, le pareti aperte, l’avventurosa cresta di quattro chilometri che ne collega le diverse cime. A poco più di 2500 metri, non sarà la più imponente delle Alpi, ma è pur sempre una Regina. Ora che ci penso: non sono mai stato in vetta. Strano, vero? Forse ci andrò, forse no. Una vera regina, per rimanere tale, deve conservare un po’ di mistero.

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