Meridiani Montagne

In Presolana come in una trattoria chic

Il prossimo numero di Meridiani Montagne sarà dedicato a Presolana, Val Seriana e Valle di Scalve. Il direttore Paolo Paci racconta le difficoltà create in fase di preparazione della rivista da una primavera molto ricca di neve

Se, come credo, siete da tempo nostri fedeli compagni di cordata, sapete bene che Meridiani Montagne esce in edicola (o vi viene spedito a casa) ogni due mesi. Ciò significa che… come dite, significa che lavoriamo troppo poco? No, vuol dire che lavoriamo con largo anticipo. E il numero che vedrete tra qualche giorno, targato settembre, è stato pensato, progettato, realizzato ben prima dell’estate.

Un’altra cosa che già sapete è che, nei limiti del possibile, cuciniamo tutto espresso, al momento, come quelle trattorie chic che portano in tavola perfino i grissini fatti in casa. Sui sentieri, sulle pareti, e fin giù nei canyon di fondovalle, ci andiamo di persona, giornalisti e fotografi, per offrirvi sempre materiale fresco e croccante. Questa volta però è stato difficile. Ad aprile, a maggio, a giugno, ogni telefonata con i nostri inviati si concludeva inevitabilmente con un “oggi piove, speriamo domani…”. Una pioggia che sopra i 2000 metri inevitabilmente era neve. Mai vista una primavera più nevosa, per la gioia degli scialpinisti e per la disperazione del sottoscritto. La nostra destinazione, per altro, non era nemmeno di altissima quota: la Presolana, le vicine Orobie, le piccole Dolomiti di Scalve. Ma a vedere le poche immagini che ricevevamo in redazione, sembravano Himalaya.

Alla fine però ce l’abbiamo fatta. Qualcuno ha fatto molti più metri di dislivello del previsto: per esempio il fotografo Alberto Nardi, che ha la fortuna di abitare in zona e appena il cielo si apriva partiva per il rifugio Curò, sperando prima o poi di poter raggiungere il Tagliaferri lungo il sentiero naturalistico (in realtà un percorso per escursionisti esperti e ben attrezzati). Come vedrete, le magnifiche foto che ci ha riportato sono tutte molto… imbiancate. Anche il nostro Giacomo Meneghello, abituato a lavorare in condizioni estreme, ha avuto il suo bel da fare in Presolana, con le (di solito) amichevoli pareti di calcare grondanti d’acqua. E perfino chi aveva compiti più “turistici” non ha avuto vita facile: la sperimentata coppia Claudio Agostoni-Bruno Zanzottera, impegnata sul fiume Dezzo, ha trascorso una piccola notte di tregenda all’hotel delle Terme di Boario, con una tempesta che minacciava di spazzar via tutto e un blackout che ha rispedito la valle nel medioevo.

Ma il sole dopo la tempesta sembra più caldo e sorridente, e così il nostro numero Presolana – Val Seriana e Val di Scalve vi farà venir voglia di partire (a piedi, in bicicletta o imbragati) per ri-scoprire questo mondo prealpino a due passi dalle grandi città del nord, valli di incredibile ricchezza storica e culturale, orizzonti di natura integra e selvaggia, cime che ancora riservano avventure solitarie, come il Pizzo Camino e il Cimone della Bagozza. 

In contrasto con tanta natura, abbiamo voluto infine comporre un portfolio fotografico su un aspetto decisamente antropico della Val Seriana: l’archeologia industriale. E abbiamo ripescato con molto piacere una vecchia conoscenza di Meridiani Montagne, il fotografo Federico Raiser, che ai luoghi abbandonati ha riservato una parte significativa del suo lavoro. Le sue immagini degli ex cotonifici, mulini, ciminiere, sono sorprendenti e poetiche, e ci riportano a tempi in cui l’industria conviveva con la montagna, il lavoro manuale con alpinismo. Per la cronaca, Federico rispetto ai suoi colleghi ha fatto un po’ meno fatica: niente neve intorno alle antiche fabbriche.     

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