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Un inverno senza neve non significa senza pericoli!

La chiave per ridurre il rischio in montagna? Consapevolezza, prudenza e giusta attrezzatura

Stagione anomala, questa che si sta per concludere. Le giornate calde e la poca neve spingono escursionisti e appassionati verso l’alto, alla ricerca di bei panorami e tempo da spendere all’aria aperta. Ma, come ci insegnano gli ultimi eventi di cronaca, non dobbiamo farci ingannare dai prati brulli e dal sole caldo sulla pelle, siamo in inverno una stagione insidiosa, dove bisogna gestire al meglio le condizioni. “Nelle attività in montagna il miglior rapporto sicurezza/divertimento si ottiene diminuendo al massimo il rischio” afferma la guida di Alagna, Michele Cucchi. “Per riuscire in questo bisogna avere consapevolezza di quel che si sta facendo e saper usare correttamente le attrezzature. Bisogna percepire l’ambiente e saper rispondere alle varie necessità che questo ci impone”.

Michele, un inverno senza neve significa anche con meno pericoli?

“Un inverno scarso di neve non va assolutamente sottovalutato. Proprio perché anormale, diverso da ciò a cui siamo abituati, può nascondere un sacco di sorprese, anche spiacevoli. Condizioni che molto spesso non siamo abituati ad affrontare proprio perché non siamo abituati a queste anomalie.”

A esempio?

“Al primo posto metterei la presenza di ghiaccio, soprattutto nelle gite di media montagna dove spesso pensiamo di affrontare un sentiero in condizioni assimilabili a quelle estive. Non è la stessa cosa e dobbiamo sempre ricordarci che nessun percorso va mai sottovalutato, sia in media che alta montagna. Il ghiaccio può essere ovunque, anche per brevi tratti, e la sua presenza ci potrebbe costringere a scelte azzardate che inevitabilmente finiscono con il metterci in condizioni difficili, o a dover affrontare incidenti.”

Se non c’è molta neve esiste comunque il problema delle valanghe?

“Molta meno neve del solito non significa pericolo valanghe annullato. Significa che questo è localizzato.”

Cosa comporta, a livello di sicurezza, la poca neve su un ghiacciaio?

“Visti i trascorsi meteo di questa stagione significa anche tanto vento, quindi tanta erosione glaciale e ghiaccio affiorante.”

Oltre al consueto pericolo dei crepacci…

“Esatto. Bisogna cercare di far comprendere agli escursionisti che affrontano un ghiacciaio, soprattutto in condizioni di scarso innevamento, che è necessario muoversi legati in cordata. Questo anche se ci si muove con le ciaspole, con gli sci o con i ramponi.”

Visto che sei entrato in tema: quando si possono utilizzare le ciaspole su un ghiacciaio?

“Si possono usare, ma non sempre sono l’attrezzo ideale. Possono esserlo quando si effettua una traversata su un ghiacciaio piano o poco pendente. Se il terreno diventa ripido, sono assolutamente sconsigliate e inadatte.”

Le giornate sono ormai abbastanza calde, ma siamo ancora in inverno e le ore di luce non sono molte. Come ci dobbiamo comportare a riguardo?

“Le giornate sono ancora invernali e quando arriva il buio le temperature crollano. Se ci troviamo in una condizione di disagio o emergenza bisogna essere consapevoli che affrontare una notte fuori nel mese di marzo, indipendentemente dal luogo in cui ci troviamo, è molto diverso da fare la stessa cosa a giugno o luglio. Nello zaino dobbiamo necessariamente avere una pila frontale perché se pensiamo di usare la luce del telefonino al freddo, non andiamo molto lontano. Oltre poi alla normale dotazione di soccorso consiglio di portare sempre una coperta termica, cibo e acqua. Nel calcolo dell’acqua è bene valutarla sempre in eccesso. Meglio riportarla a valle che trovarsi con la borraccia vuota.”

Cos’altro aggiungeresti nello zaino?

“A seconda del terreno e dell’ambiente in cui ci si muove la normale dotazione di autosoccorso (Artva, pala e sonda) e un cellulare con la batteria carica. Anche su percorsi escursionistici all’apparenza semplici porterei quantomeno un paio di ramponi o di ramponcini. Magari non li uso, ma so di poter gestire differenti situazioni.”

Hai altri consigli da lasciarci?

“È sconsigliabile intraprendere escursioni solitarie, anche su itinerari facili. È buona prassi avvisare sempre i proprio cari, o gli amici sulle proprie intenzioni. Basta un messaggio con la destinazione e la promessa di un contatto al rientro dalla gita. Sono informazioni essenziali per velocizzare un eventuale soccorso.”

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Un commento

  1. Anche senza avventurarsi in imprese alpinistiche e ed escursionistiche , il pericolo esiste per normali attività. Esempio: la strada sembra libera da ghiaccio, invece c’e’ crosta in una curva su cui di giorno si stende un velo di acqua di fusione da pendio soprastante … di notte invece si forma una patina di ghiaccio che si fonde solo nelle ore piu’ calde . Chi se ne accorge all’ultimo momento ..istintivamente frena e carambola. Di solito tali zone sono ormai classificate e ci spargono sopra sale misto a ghiaia …

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